12 - COME A CASA

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La mattina seguente, Ines si svegliò al suono di una porta che si chiudeva. Guardò l'orario sul cellulare, le 9.25. Jannik doveva essere appena uscito. Si avvolse di nuovo nella coperta, rannicchiata nel tepore della notte, e realizzò che il ragazzo l'aveva vista immersa nel sonno fino al minuto prima. Ecco, meglio non pensarci. Si alzò e ciabattò fino alla cucina, dove trovò un post-it attaccato al frigorifero. Jannik le aveva scritto: "Buongiorno. In frigo ci sono latte e succhi, le cose per fare colazione sono nel mobile in alto a destra. Penso di tornare verso le cinque. Ti ho lasciato una copia delle chiavi sul tavolo. Tschüss tschüss, Jan".

Quell'adorabile "ciao ciao" in tedesco alla fine del bigliettino le fece cominciare la giornata con il buonumore. Seguendo le sue istruzioni, Ines riuscì a trovare il necessario per preparare un panino con la marmellata e bere del succo di mirtillo. Non poté fare a meno di sorridere quando aprì il frigo e trovò le adorate carote di Jannik. In altre circostanze sarebbe stata una cosa assolutamente normale, ma a lui era legato l'episodio del naso del pupazzo di neve, il fatto che era rosso di capelli, che preferisse le carote ad altri snack durante le partite, e per questo motivo si era guadagnato il prezioso tifo dei Carota Boys... Insomma, una lunga storia.

Era una bella giornata soleggiata, quindi Ines indossò un vestito a fiori dallo stile mediterraneo, raccolse i capelli in una coda di cavallo e andò all'esplorazione di quel celebre quartiere. Saltava subito all'occhio quanto fosse lussuoso, ricco di vita mondana e di casinò, ma anche di musei, antichi palazzi e tanta natura. Prese un autobus che la portò a una delle attrazioni più famose, il Museo Oceanografico voluto dal Principe Alberto I. C'erano delle splendide vasche allestite con le più disparate specie, incluse quelle tropicali e gli squali, e una sezione interamente dedicata alla tutela delle tartarughe marine. Inoltre, al termine della visita, si raggiungeva una terrazza che affacciava sull'incantevole Costa Azzurra; la sensazione di essere accarezzata dalla brezza e dalla salsedine era del tutto nuova per Ines. Si sentiva proprio una turista, un po' per la sua pelle poco abbronzata, un po' perché doveva fare i conti con il suo rapporto di amore-odio per il francese. Per fortuna masticava l'inglese, perché dubitava che comprendessero il tedesco da quelle parti.

Verso ora di pranzo si fermò in un locale affacciato sul Mediterraneo dove, su consiglio del cameriere, ordinò Stocafi (stoccafisso cotto nel vino), Fougasse (un pane tipico aromatizzato decorato con i colori della bandiera di Monaco) e, per chiudere in bellezza, Crepe Suzettes al Grand Marnier. Quei sapori così diversi da quelli a cui era abituata di solito le fecero venire in mente la sua promessa di cucinare una vera cena a Jannik, così prese di nuovo il pullman, si fermò a un supermercato per comprare gli ingredienti necessari e tornò all'appartamento.

Se c'era un piatto che sua madre le aveva insegnato a cucinare benissimo erano i canederli o Knödel. I canederli, nella loro semplicità, erano il vanto di Austria e Tirolo. A Jannik dovevano mancare tanto i sapori di casa, soprattutto considerando che suo padre era un ottimo cuoco.

Preparò il brodo, mise a rosolare cipolla e speck, tritò erba cipollina e prezzemolo e tagliò il pane a dadini; poi mise tutti gli ingredienti in una ciotola, aggiunse un po' di latte e uova e cominciò a dare forma agli "gnocchi di pane".

Aveva ancora le mani in pasta quando il ragazzo rientrò a casa, trascinandosi dietro il borsone dell'allenamento.

«Ciao Ines! Cosa stai facendo?»

«Come sarebbe a dire?» Si spostò per mostrargli i canederli allineati su un vassoio come tanti soldatini. «Sto preparando la cena.»

«Non ci credo, Knödel!» esclamò nel suo naturale accento tedesco. «È da un sacco di tempo che non li mangio.»

«Oggi ho provato Stocafi a pranzo» lo informò.

«E?»

«E... Era buono, ma niente a che vedere con la cucina tirolese.»

MATCH POINT // Jannik SinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora