7 - SINNER THE WINNER

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C'erano solo Jannik, Ines e il fruscio della neve sotto i loro piedi. In quel momento non esisteva nient'altro. C'erano loro e la sensazione di libertà. La velocità. Il loro animo adolescenziale che si dimenticava di doveri, regole, responsabilità.

Il vento scorreva impetuoso sulle guance nude di Ines. A poca distanza da lei, Jannik la affiancava e non aveva l'espressione di uno che intendeva arrendersi. Era agile e scattante, proprio come sul campo durante una partita di tennis. In più, c'era un non so che di elegante nel suo modo di sciare. Si spostava da destra a sinistra, ritmicamente, accompagnando il movimento delle gambe con quello delle braccia. Era ipnotico.

Se si fosse distratta ancora, Ines avrebbe perso la gara. Volse lo sguardo verso valle -dove avrebbe dovuto essere-, prese una curva in frontside e poi azzardò la successiva in backside, accompagnando il movimento del corpo con il bacino. I meno esperti, alla loro vista, si facevano da parte per farli passare. L'adrenalina la attraversò da capo a piedi. Acquistò ancora più velocità, ma alla fine... Alla fine, come prevedibile, fu Jannik a vincere quella gara. La ragazza ruotò lo snowboard e spostò gradualmente il peso all'indietro per non cadere. Anche Jannik rallentò, chiudendo in grande stile.

«Pensavo che il tennis ti avesse fatto perdere colpi nello sci, e invece...»

Il ragazzo sollevò la maschera, un sorrisetto furbo dipinto sul volto. «Ci hai provato, piccoletta. Sarà per la prossima volta.»

Ines puntò le mani sui fianchi. «Piccoletta a chi, eh?»

Lui la trascinò verso un lato della pista e si sganciò gli sci.

«Che stai facendo?» Ines non fece in tempo a scappare via che Jannik se l'era già caricata in spalla, con la tavola da snowboard ancora attaccata ai piedi. «No, no!»

«Ma dove vuoi andare?» le disse ridendo.

«Mettimi giù, scemo!» Non potendo scalciare, Ines cominciò a battere i pugni contro il suo giubbotto.

«Okay, okay, ti accontento subito» e la posò di peso nella neve.

Ines si sganciò in fretta lo snowboard dai piedi. «Dove scappi??»

Prese una manciata di neve e gliela tirò addosso. Jannik rispose al fuoco. Le loro risate riempirono l'aria in un modo maledettamente familiare.

«Non mi lanciare un rovescio a 100 km/h, perché non potrei difendermi» gridò Ines, rifugiata dietro il tronco di un albero.

Jannik rimase con il braccio sospeso a mezz'aria, il guanto ancora pieno di neve. «Va bene, tregua, altrimenti ci cacciano. Dici che gli altri non ci raggiungeranno?»

«Se stai parlando di Laura, puoi scordartelo. Forse è meglio tornare indietro.»

Raccolsero l'attrezzatura e si incamminarono verso lo skilift che li avrebbe riportati in cima.

«Di cosa ti stava parlando Andrea prima?»

Ines non si aspettava quella domanda. Lo sguardo di Jannik era impassibile, una dote appresa sul campo. «Facevamo conversazione. Mi ha raccontato di come vi siete conosciuti e del suo lavoro.»

«Credo che tu gli piaccia.»

«Come faccio a piacergli? Ci siamo appena conosciuti!»

«Be', a lui piacciono tutte le belle ragazze.»

Era forse un complimento? Quindi Jannik pensava che fosse... bella?

«Ti ringrazio dell'avvertimento, ma credo che me la caverò.»

«Dovevo dirtelo» scherzò. «Non vorrei mai crearti problemi con il tuo ragazzo.»

«Ah, è di questo che stavi parlando con Laura? Della mia vita sentimentale?»

MATCH POINT // Jannik SinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora