27 - ESSERE VIVI

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Jannik se ne stava sulla soglia, rispettoso. Il giubbotto celava in parte un maglioncino blu navy ed era adorabile con gli occhiali da vista.

«Il campione è tornato a casa.» Ines gli stampò un bacio sulla guancia. «Come stai?»

«Bene. Non vedevo l'ora di essere qui.» Le allungò una scatola.

«Che cosa hai portato?»

«Una torta alla frutta. L'ha fatta papà.»

«Grazie Jan. Quello che fa Hanspeter non si rifiuta mai.»

Gli fece segno di lasciare il piumino sull'appendiabiti. Ares fece le feste a Jannik e lui si chinò per accarezzarlo.

«Ciao Ares! Sei bellissimo.»

«Già gli piaci. Porto il dolce in cucina. Vieni, gli altri ti stanno aspettando.»

La casa improvvisamente si animò. Jannik era il motivo per cui quei ragazzi, dalle storie molto diverse, si erano riuniti per trascorrere una tranquilla serata tutti insieme. A parte i complimenti per la vittoria a Malaga e qualche commento su come Sesto avesse trattenuto il fiato durante il torneo, si parlò poco di tennis. Nessuno, lì dentro, lo identificava con un numero nel ranking ATP. Per quella sera lui era solo Jannik Sinner, il ragazzo cresciuto sulle Alpi.

Ines e Laura misero in tavola cotolette, patate e insalata.

«Allora, facciamo un po' di ordine.» Thomas prese la ciotola di insalata e la posò davanti a Jannik. «Ecco Fox, questa è per te, le cotolette sono nostre.»

«Ti piacerebbe» rise Jan. «Oggi voglio mangiare solo cose poco sane.»

«Anche perché dubito che troverai qualcosa di "sano" in questa casa» commentò Ines.

«Jan, per curiosità» si inserì Laura «Ines si è offerta di cucinare per te a Monte Carlo?»

Il ragazzo mangiò un pezzo di cotoletta. Era in estasi. «Sì, e meno male, altrimenti andavo avanti con il cibo d'asporto.»

Laura rivolse un'occhiata in tralice a Ines. «E certo, con te si offre addirittura volontaria. Non potete capire che lotta quando dobbiamo decidere a chi tocca cucinare tra me e lei. Praticamente ce la giochiamo a "testa o croce" tutte le volte!»

«Esagerata... È solo che con te non ho la giusta motivazione.»

«Ora mi faccio anche io i capelli ricci e arancioni, così vediamo se ti do la giusta motivazione.»

Scoppiarono tutti a ridere.

«Sei di origini irlandesi?» domandò ingenuamente Ana a Jannik. Giù altre risate. La bella ragazza dell'est si voltò verso Andrea, confusa. «Perché ridete?» Non parlava perfettamente l'italiano e aveva paura di aver fatto una gaffe.

«Non ti preoccupare, me lo chiedono tutti» la difese Jannik. «Sono altoatesino, nessun parente all'estero.»

Thomas gli diede di gomito. «A furia di mangiare carote ti sei trasformato in una carota anche tu.»

«Può darsi.»

«Allora ti piacerà la Slovenia» si illuminò Ana. «Cuciniamo tante zuppe con le carote...»

Ines mangiava in silenzio la sua cotoletta viennese e ogni tanto si inseriva nella conversazione. Quell'appartamento non era mai stato così pieno di vita e di risate. Soprattutto, non avrebbe mai immaginato di far entrare Jannik nella sua quotidianità. Era così bello che le faceva venire in mente strani pensieri, come proiettarsi in un possibile futuro insieme. Scosse la testa con un sorriso e finì il cibo rimasto nel piatto. Attento e riservato, Jannik le strinse la mano sotto il tavolo e Ines ci si aggrappò come un'ancora di salvezza.

MATCH POINT // Jannik SinnerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora