Memories {Tōru Oikawa x Reader} [COMPLETATA]

•21•

Oikawa's POV
È uno strano dolore quello che in questo momento mi sta scuotendo il corpo.

Irrazionale, così assordante e pieno, ma allo stesso tempo così vuoto e tacito.

Assordante per le sue parole che continuano a risuonare dentro di me, pieno come il senso di risentimento che provo verso le mie stesse azioni, vuoto come tutto ciò che ormai mi circonda, e tacito come la sensazione di assoluto silenzio che la sua assenza ha provocato nella mia vita.

Per me la sola consapevolezza di poterla riavere con me era quel che bastava per farmi sentire vivo.

"Che ci fai qui?"

Alzo leggermente il volto, scontrando il mio sguardo contro la figura del ragazzo ora in piedi di fronte a me.

"Piango, mi commisero, un po' tutto un po' niente"

Dico con tono pacato ad Hajime, appoggiandomi contro lo schienale di questa panchina.

"E con il tuo assurdo piano?"
"Saltato"
"Cosa?"
"Non ha funzionato"

Sul suo volto si forma un espressione confusa, smarrita, come se si aspettasse un finale diverso.

Anche io mi aspettavo un finale diverso, speravo in un finale diverso.

"E cosa hai intenzione di fare?"
"Uhg?"
"Ora che hai intenzione di fare?"
"Che dovrei fare? Nulla"
"Tutto il tuo entusiasmo dove è finito? Sei veramente disposto a mollare tutto per un piccolo ostacolo? Lo sapevi che non sarebbe stato semplice!"
"Si ne ero a conoscenza, ma non avevo preso in considerazione l'eventualità che a lei ormai non interessasse più"

La consapevolezza che un noi per lei non potrà più esistere.

"Se ti stai nuovamente fasciando la testa per n..."
"Ero pronto a lasciare la squadra in argentina, dopo le olimpiadi solo per togliermi lo sfizio di poter giocare quella stupida partita contro la nazionale giapponese"

La sua espressione muta, lasciandosi andare ad uno sbigottimento del tutto comprensibile.

"Le ho detto apertamente di questa mia decisione, ma lei l'unica cosa che è riuscita a dirmi è il fatto che qualsiasi decisione o parole da lei citate 'stupidaggine' avessi preso, la possibilità che un noi potesse essere nuovamente reale era un qualcosa da dimenticare"

Il mio tono è calmo, nessun tremolio di rabbia o di tristezza.

Come se un attimo prima nel sentire queste parole uscire dalle sue labbra non mi avessero trafitto il petto con violenza.

"L'ospedale ti ha dimesso?"
"Sí ho firmato i fogli, dovrò solo fare dei controlli per gli accertamenti"
"La tua gamba come sta?"
"Meglio devo dire, riesco a camminare senza le stampelle"
"Bene, su vieni"
"Dove?"

Chiedo con tono confuso, notandolo voltarmi la schiena.

"Vuoi per caso passare la notte su quella panchina? Ti porto a casa mia"
"Cosa? no! Lí rischierei di vederla"

Gira il volto verso di me, osservandomi con un sopracciglio alzato.

"Come se il vederla non fosse nelle tue intenzioni, sei seduto su una panchina che dà la bella vista all'entrata dell'ospedale"
"Vederla da lontano è un conto!"
"Su vieni ho come il presentimento che in qualsiasi caso non la vedrai"
"Come fai a dirlo?"
"La conosco terribilmente bene, si rifugerà nel lavoro per un po', su alza quel culo"

Detto ciò inizia ad avviarsi.

T/n's POV
"Sono passati 5 giorni, non dirmi che hai passato tutto questo tempo qui in ospedale?"