Lungo il sentiero per tornare a casa, sentivo che qualcuno mi stava seguendo. I miei sensi sembravano essersi amplificati e le emozioni affievolite. Non avevo le mie armi e non avrei saputo come difendermi, ma poco m'importava. Continuai lungo la strada senza mai voltarmi, neanche per sbaglio.
Gli animali che incontravo durante il cammino sembravano inchinarsi al mio passaggio. Era ovvio che stavo impazzendo. Alla fine lo avevo capito anche io.
Nell'oscurità che avvolgeva la notte, non mi sentivo persa ma libera. Era come se, prima di allora, avessi avuto catene invisibili ai polsi che mi tenevano, stringevano, piegavano. Tutto ciò che mi faceva vedere il bicchiere mezzo vuoto, era sparito. Quel bicchiere era colmo di sfida. Sfidavo le tenebre, le bestie, la neve. Ero ancora più glaciale dello stesso manto che faceva da coperta alla terra scura.
Ero più me stessa di quanto non lo fossi mai stata.
Arrivai a casa e, aprendo la porta, trovai mia madre e le mie sorelle, in pena, ad attendermi.
«Dov'eri finita?» chiese mia madre non appena misi piede all'interno.
«Da nessuna parte. Ero andata a fare un giro per rinfrescare i pensieri.» Risposi atona, per non far percepire il mio nuovo stato d'animo.
Le tre donne cambiarono sguardo nello stesso momento in cui, un'ombra apparve alle mie spalle. La luce del fuoco che ardeva ancora nel cucinino, permetteva di vedere chiaramente quella presenza torreggiare sulla mia persona. La stessa chiuse la porta, terrorizzando la mia famiglia.
Mi voltai, pronta a sferrare un pugno, ma questo si bloccò in aria a causa di una forza invisibile.
«Non puoi farmi niente, bambina. Sei solo un cucciolo spaurito» disse la bestia davanti ai miei occhi con una voce rauca che sembrava ringhiare. «Hai ferito un nostro cane, vero? Sei stata tu. Ti hanno vista!» continuò.
«Avete capito, gente? Non sono pazza, è successo davvero!» risposi orgogliosa della mia verità, voltando il capo verso le tre donne. «Aspetta, cosa? Io non ho toccato nessun cane! È stato qualcun altro a farlo.» Mi giustificai sfidando la sorte, mentre mia madre e le mie sorelle tremavano inondate di paura. «Puoi liberarmi il braccio da questa cosa che mi stai facendo?» dissi, quando mi resi conto che la mano stretta a pugno, galleggiava ancora in aria.
«Prima di farlo, devo parlare con tua madre!» affermò perentorio avvicinandosi a lei.
«Non la toccare!» urlai in preda alla confusione.
Non mi ascoltò, non mi offrì nessuna attenzione.
«Rahel, tua figlia verrà con me. Li ho convinti a non prendere la sua vita per questo tentato omicidio. È stata assegnata a Killian, il principe detentore del lupo in questione. Dovrà attendere per conoscere il suo destino. Se la bestia morirà, non potremo fare molto per lei. Fino ad allora, vivrà nel castello dello stesso, preoccupandosi delle cure dell'animale. Sarà sua responsabilità. Se vivrà, la ragazza dovrà ambientarsi e accettare un anno di convivenza nella dimora delle Camelie. La città del sole è molto accogliente, non dovrai preoccuparti di nulla.»
«Ohi, scusa! Io sono qui, ti sento! Non sono d'accordo. Voi siete pazzi!» Si voltò, mostrando le zanne in una specie di... sorriso? I suoi occhi erano penetranti, come quelli del Killiuk incontrato nella foresta il giorno prima. «Tu! Eri tu l'altra notte. Quello che ha preso il povero cerbiatto! Cosa ne hai fatto? Assassino!»
«Sono venuto qua con le migliori intenzioni, ma ora mi stai facendo pentire di aver convinto Killian a risparmiarti la vita!» rispose alzando i toni e trasformando la sua voce in qualcosa di a dir poco demoniaco. Prese un respiro profondo, sbuffò per poi avvicinarsi all'orecchio di mia madre e sussurrarle qualcosa.
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasyAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...