Killian
«Stronzo!» ero quasi estasiato dalla poesia che emanava quella parola così ritmata. «Ti rendi conto, Ester? Mi ha definito uno stronzo.»
Non sapevo se ridere o fare uscire fuori la bestia che abitava in me.
Guardando dal finestrone del salone la osservai nervoso, mentre attendeva Raith per l'allenamento post cena. Era uno di quei giorni in cui il sole non sarebbe tramontato, ma la sua luce, a filo con l'orizzonte, illuminava il volto di Aledis donandole un colorito dorato. Era serena, mentre giocava con Lantus...
Il tempo che ti ho tolto lo stai vivendo ora. Vorrei che lo sapessi, anche se questo significherebbe perdere qualcosa. Desidero troppo in questo momento, ma non posso offrire la possibilità di un istante sincero.
Era perfino riuscita a farsi ben volere dalle mie amate peonie. Che persona bizzarra!
Avevamo avuto un piccolo scontro, prima che andasse via come una furia. Pensava che le mie parole fossero dovute a una mancanza di fiducia nelle sue capacità e, in parte, aveva ragione.
Era solo una ragazzina alle prima armi. Non conosceva la magia. Certo, la gestiva benissimo per essere una novellina, ma ancora doveva imparare a controllare i suoi sentimenti per poter esprimerla al meglio.
«Guardate il lato positivo, mio Signore...» Ester cercava di farmi vedere la cosa sotto una prospettiva diversa. «Ha anche pensato alle vostre fossette.» Scosse il capo con il ghigno che la contraddistingueva quando mi prendeva in giro, come a sottolineare la cosa più ovvia.
Sì, lei ci aveva pensato sul serio al mio sorriso e le piaceva, questo era naturale. Avrei potuto giocare di più conoscendo questo particolare, ma mi sentivo in colpa, in parte.
Avevo ascoltato un suo pensiero senza che lei ne fosse a conoscenza, anzi due.
«Devo dirglielo, Ester. Ho la sensazione di averla violata» ammisi con la coscienza sporca.
«Signor Killian, ma cosa dite?» Lo sgomento di Ester risultò palpabile. «La ragazza voleva entrare in connessione con voi, mi sembra così ovvio. Perché non lo riuscite a vedere?»
«Perchè non sapeva di poterlo fare e questo è ingiusto.»
«Ascoltate, Signore...» Ester si avvicinò per accarezzarmi un braccio con fare materno. «La bestia ci ha provato tutto il giorno, senza successo, ma con voi ci è riuscita senza neanche volerlo. Questo vorrà pur dire qualcosa, no?»
«Oh, sì, certo!» sorrisi nervoso. «Vuole dire che non mi tollera a tal punto da non riuscire a controllarsi.»
«Esatto, avete centrato il punto.» Mi schernì senza mezzi termini. «Non vi sopporta. Siete una specie di piattola purulenta per lei. La vostra sola presenza la infastidisce talmente tanto che potrebbe essere la soluzione più celere per farle acquisire il controllo necessario» spiegò, abbassando il tono della voce, come a non farsi udire da orecchie indiscrete. «Mio Signore, avete il coltello dalla parte del manico e neanche ve ne rendete conto.»
«Quindi, secondo te, dovrei...»
«Mettere da parte Raith, solo per un po'» continuò. «Vi comportate in maniera tanto diversa voi due. Lui è così buono con la ragazza, sarebbe difficile farle uscire fuori sentimenti negativi. Mentre con voi è un vulcano in eruzione.»
Non avrebbe dovuto farmi piacere quell'affermazione ma, il pensiero di urtare i nervi scoperti di quell'esserino malefico che continuava a stuzzicare la mia pazienza, era dannatamente assuefacente.
Giocare al gatto al topo non mi aveva mai estasiato come in quei giorni con lei. Chi era il gatto, chi il topo dipendeva dal momento e, quando era lei a rincorrere me, diventava esilarante.
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasyAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...