34-𝓟𝓲ù 𝓯𝓸𝓻𝓽𝓮 𝓭𝓲 𝓸𝓰𝓷𝓲 𝓬𝓸𝓼𝓪

41 23 18
                                    

L'amore scioglie anche il cuore più gelido e lo restituisce a chi non lo ha. La forza di un sentimento che va oltre qualunque tipo d'incantesimo o destino, anche quelli già segnati. Rompe ogni sorta di catena, d'illusione, ti riporta nella realtà, al di là dei sogni...
Ti fa apprezzare i grandi gesti, mentre t'innamori di quelli impercettibili. Quelli che ti mettono al primo posto, sempre... anche quando non lo sai.

🌔🌕🌖🌑🌖🌑🌒🌓🌕🌖🌘

Avevo sognato soffici nuvole che mi accarezzavano la pelle. Non erano fatte di vapore, erano consistenti e morbide. Riscaldavano il mio corpo ferito e freddo, mentre mi circondavano per farmi da calda coperta.
Ricordavo bene dove mi trovavo.

Su quelle nuvole, lui era con me.

Non mi aveva lasciata neanche nei sogni. Tutta la notte passata fianco a fianco, sedere a sedere, ma la voglia di abbracciarlo prendeva il sopravvento, quando, a causa del dolore alle braccia e alla testa, aprivo gli occhi, per controllare che fosse ancora lì, che non mi avesse lasciata sola.

Sentivo un un grosso peso sullo stomaco e un venticello caldo e umido soffiare sulla mia faccia ancora assonnata. Portai la mano stremata sulla pancia.

Malakay dovrebbe accorciarsi i peli, pensai.

Affondai le dita in una matassa della stessa consistenza delle nuvole nei miei sogni. Mi sembrò molto strano ma, inizialmente, non gli diedi molto peso, anche se il suo si sentiva fin troppo.

Avrei voluto girarmi da un lato. Quel macigno mi bloccava il respiro. Aprii un occhio, a fatica, e guardai di lato. Lui era ancora al mio fianco. Sgranai gli occhi quando realizzai che non era Malakay a opprimermi. Guardai, cauta in basso, feci attenzione a ogni più piccolo movimento, prima di abbassare lo sguardo, per capire di cosa si trattasse. Alla sua vista il respiro mi si trancio di netto. Avrei voluto urlare, ma ero ancora molto debole. Uscii un suono rauco insieme al suo nome.

«Lantus.» Potevo toccare il cielo con un dito. Il suo enorme testone era lì, con me. «Mi stai schiacciando.»

Sgranò gli occhi e si spostò dal letto. La sua coda picchiava l'aria nella stanza, fece cadere la candela spenta dal mobile.

«Potete fare meno baccano? Starei ancora dormendo.» brontolò Malakay da sotto le coperte.

Cercai di farmi forza per mettermi seduta sul letto, affondai i pugni nel materasso, mentre mi trascinavo a stento verso la testiera in legno scuro.

«Che ci fai qui?» chiesi al lupo, sottovoce, ancora scossa dalla sua sorpresa.

Lui si ritrasse, per poggiare il sederone sul pavimento e guardarmi con la testa piegata da un lato.

«Mi hai chiesto tu di venire.» affermò come se fosse una cosa logica.

«Sì, ma non credevo che Malakay ti desse il permesso.»

«Lo tieni in pugno, ragazzina.» Lo sbeffeggiò.

«Il pugno te lo do sul muso, se non la smetti di dire cazzate.» bofonchiò il ragazzo, stringendo la testa nel cuscino.

Mi scappò una risata che torturò le costole.

«Ahi!» Tirai l'aria tra i denti a causa del dolore.

«Cosa senti, Aledis.» chiese il biondo, preoccupato.

Mostrai il punto dove sentivo male e Malakay si mise seduto sul letto per alzarmi la maglia che indossavo.

«No, Kay. Non puoi vedermi nuda.» dissi imbarazzata.

Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora