Durante il mio riposino ristoratore, sognai.
Mi capitava di rado di ricordare i sogni, ma quello mi rimase impresso, perché era qualcosa che avevo già vissuto.
Killian e Raith, insieme. Quel giorno c'era anche Malakay.
Ricordavo perfettamente quando Killian arrivò per accompagnare fuori dalla sua dimora il Drasoul.
In quel momento riuscii a collegare i pezzi. La stupida battuta sull'abbigliamento che sarebbe stato stretto a Malakay, quel sorrisino di consapevolezza che sfoggiò quando vide che c'erano entrambi.
Chi aveva preso le sembianze del Killiuk quel giorno?
La mia curiosità ebbe la meglio sul sonno, mi alzai da quel comodo letto con lenzuola di seta soffici e profumate di pulito. Mi guardai intorno, incantata dallo splendore di quella camera che Malakay aveva fatto preparare per me. Non mi conosceva, eppure, era come se avesse colto ogni sfaccettatura della mia personalità e l'avesse impressa nei colori di quella stanza. Le pareti, di un tenue lilla, erano arricchite da strisce bianche verticali. Su alcune di esse spiccava il disegno in rilievo di peonie dalle sfumature del rosa e del viola. Una porta del colore del latte, nascondeva una stanza colma di vestiti e accessori di ogni genere, bastava mettere un piede lì dentro, per far sì che si illuminasse. Un paio poltrone da lettura che parevano essere soffici nuvole, posizionate ai lati del finestrone che affacciava su quella deliziosa veranda riuscivano a farmi sospirare, sognante.
Immaginavo di leggere le meravigliose favole raccontate nei libri che possedevo ad Airsa.
Avevo avuto una libreria sotto il naso tutto il tempo, a casa di Killian, ma mi era stato vietato l'accesso.
Avrei potuto passare il mio tempo a fare ciò che più amavo: immergermi nelle storie d'amore senza tempo. E invece...
Quel Killiuk aveva preferito prendermi in giro, riempirmi di menzogne senza senso, assumere l'aria di un uomo con un cuore di pietra, avvicinarsi alla mia anima con le sembianze di una bestia, per poi ferirmi ogni qualvolta ero io a compiere un passo verso "l'umano".
Bugie, bugie, talmente tante da non distinguere più cosa fosse reale.
Non ero solo delusa, ero arrabbiata, come mai nella mia vita.
Sentivo un peso nel petto che cercava di uscire, per liberare il respiro. Aveva detto di avermi trovata, di aver trovato la sua metà, ma il dubbio di non sapere se anche io avessi visto quel legame lo aveva bloccato. Questo, però, non lo giustificava, perché la verità era che aveva peccato di codardia. Un codardo, un vero e proprio codardo che piuttosto di affrontare i suoi sentimenti aveva preferito allontanarmi, come fossi una delle sue amanti ossessionate dal suo corpo.
Io quel legame lo avevo sentito e il mio cuore aveva continuato a farlo, anche sotto mille incantesimi.
Cercavo, ancora, troppe risposte che solo Malakay avrebbe potuto darmi, forse.
Uscii nel giardino, dopo essermi messa addosso il primo vestito trovato in quella camera. Era un abitino leggero, bianco, con dei piccoli fiorellini del colore del mare ricamati sulla parte della gonna che scendeva morbida, ma non misi le scarpe. Mi piaceva camminare scalza e sentire i fili di erba solleticarmi le dita.
Passai il pontile, m'incantai a osservare il laghetto sottostante. Sulla superficie galleggivano delle splendide ninfee e piccoli ranocchietti saltavano da una foglia all'altra, come se stessero giocando a rincorrersi. Un maestoso cigno nero ne beccava un altro, candido come neve...
«Uomini!» dissi a me stessa.
Quell'uccellaccio dispettoso non poteva che essere un maschio.
«Se ti riferisci a Naï, no, devo deluderti, è una femmina.»
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasyAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...