28-𝓣𝓸𝓻𝓷𝓪𝓻𝓮 𝓪 𝓻𝓮𝓼𝓹𝓲𝓻𝓪𝓻𝓮

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⚠️ Attenzione, questo capitolo contiene scene di sesso non del tutto consensuale. Alcol, droghe e mezzi subdoli che non permettono alla vittima di avere la piena facoltà di scelta, non è definito consenso. ⚠️

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Non appena chiuse la porta, rigirando la chiave con tre mandate, la stanza apparve buia, in una penombra sensuale che veniva resa romantica e ancora più calda dalla danza delle fiamme. Le candele bruciavano insieme al mio corpo eccitato.

«Ho bisogno di essere toccata.» Dalla mia bocca uscirono parole che non riuscii a controllare. «Ne ho bisogno, ora.»

Mi avvinghiai al corpo di Ares, lo presi dal viso, ero affamata, bisognosa di sentire i loro corpi su di me. La mano, senza alcun controllo, scese nel suo intimo. Il rigonfiamento, in mezzo alle gambe, era duro, massiccio. Come al solito, non riconoscevo la me di sempre. Continuavano a riempirmi di intrugli per farmi cedere al loro gioco malvagio. Il mio cuore non voleva accontentarli, ma la testa, insieme al corpo, non cercavano altro che soddisfare dei bisogni che, fino ad allora, non avevo mai conosciuto, per davvero.

«Calma, Bocconcino, se cominci a toccarmi così, finiremo prima di iniziare.» disse Ares, leccandomi l'orecchio e scostando la mano dai pantaloni. Guardò Malakay che sembrava un cervo imbalsamato. Non era più l'uomo affascinante, letale e sicuro di qualche momento prima. Sembrava quasi gli stessero tremando le gambe, ma non lo fecero mai, in realtà. Era pietrificato e non mostrava alcun sentimento.

Mi avvicinai io a lui, ma non lasciai Ares indietro. Gli strinsi la mano, intimandolo a seguirmi.

Afferrai Malakay dalla nuca e cercai la sua lingua con tutta me stessa. Mi avventai nella bocca, mentre Ares poggiava il membro rigonfio, stringendomi il sedere.

«Lo senti?» soffiò il moro nell'orecchio. «Lo senti il mio cazzo sul tuo culo?» Mise la mano in mezzo alle gambe, premendo sulla mia intimità. Mi accarezzò rude, mi tolse il vestito con foga, lasciandomi con i seni scoperti, e scostò quella mutanda sottile. Con un colpo secco infilò le dita nella fessura e strofinò al suo interno, facendomi gemere nella bocca di Malakay.

Sentii che stava facendo qualcosa con i suoi pantaloni, continuavo a baciare il biondo con foga, strusciando sulla mano di Ares e, allo stesso tempo, sul rigonfiamento di Malakay. Credevo di non avere altra scelta se non quella di averli entrambi.

«Non riesco a togliere i pantaloni con questa occupata. Devi perdonarmi, Bocconcino.» L'uomo sfilò la mano dal mio interno, lasciandomi alle prese con Malakay. Quando tolse le dita da sotto le mie gambe, sentii salire la voglia che avevo di portare i loro corpi a violarmi, provocandomi il piacere che bramavo.

Spinsi il biondo sul letto e, senza mai staccare le labbra da lui, iniziai a muovere il bacino sul sul grosso macigno, nascosto nei pantaloni.

«Aspetta.» comandò perentorio, ma in un sussurro delicato, staccandosi dalle mie labbra.

Ne sentii subito la mancanza, le desideravo ancora una volta sulla bocca, ovunque, a baciare e leccare ogni lembo di pelle.

«No, non aspetto niente.» Mi chinai, di nuovo, su di lui. Cercai di raggiungere quelle labbra che parevano ossigeno. Mi mancavano come l'aria, il mondo parve crollare. Avrei preferito cessare di esistere, piuttosto che non soddisfare la voglia che avevo di quei due uomini.

Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora