Killian.
«Quella ragazza mi farà impazzire, Ester!»
L'incontro con Malakay non sarebbe dovuto avvenire. Quell'essere avrebbe di sicuro pianificato altro per poterla attirare a sé.
Mi domandavo cosa diavolo volesse da lei. Avevano già capito le mie intenzioni? Era tutta colpa di quel maledetto Sospiro. Loro non sanno mentire, ma perché andare a espiare i propri peccati da Malakay?
«Signor Killian, lei deve stare calmo. La ragazza ha le sue ragioni» disse con la cesta della biancheria appena lavata tra le mani.
Mi aveva visto nervoso ed era corsa in salone per disturbare la mia quiete letteraria e assicurarsi che stessi bene.
Poggiai il libro sul tavolino da tè accanto al finestrone che affacciava sul giardino. Era da lì che Ester aveva scovato la mia agitazione.
«Quali sarebbero queste ragioni, Ester? Vuole farsi ammazzare? Lei non conosce questi luoghi e quanto siano pericolosi.» Stavo per perdere la pazienza. Mi sentii crollare i nervi. «Come può essere così stupida?»
«Non mi sembra affatto stupida, invece. Per quanto io non provassi simpatia per lei, l'ho osservata in queste settimane ed è davvero una ragazza di cuore e molto astuta.» Ester prese le sue difese quando la ragazza era indifendibile per me. «Non li conoscete neanche voi questi posti, se pensate che possano offrire solo terrore. La nostra casa, i nostri paesaggi sono pervasi di meraviglie e le creature che ho conosciuto, non sono tutte orribili come il nostro re o quel Malakay!» Si permise di alzare i toni per una confidenza che, io stesso, gli avevo sempre concesso.
La donna era come una madre. Mi aveva cresciuto come fossi il suo bambino, anche se continuava a rivolgersi a me con il dovuto rispetto, quasi sempre.
«È maleducazione parlare alle spalle delle persone che non sono presenti. Non te lo hanno insegnato, sguattera?»
Malakay apparve in una coltre di fumo nero e saette. Le sue entrate in scena erano sempre esagerate.
«Che ci fai qui, chi ti ha dato il permesso di entrare?» chiesi furioso. «Devi andartene, subito!» ordinai senza alcuno sconto.
«Calmo, Killian. Ha ragione la tua serva, devi mantenere un certo decoro. Non puoi permetterti di uscire fuori di testa nella tua posizione.» Mi sbeffeggiò mantenendo un tono pacato.
«Cosa vuoi?» domandai pur conoscendo la risposta.
Desideravo andasse via il prima possibile, non poteva rimanere lì a infettare con il suo lerciume la mia dimora. Lui era sporco, marcio dentro. Era ciò che aveva sempre dimostrato: il nulla. Quel niente che puzzava di rancido, ma che si presentava in una veste elegante e allettante.
«Voglio lei, e credo tu lo sappia. Non sei mai stato un completo imbecille» rispose, spazzando via ogni più piccolo dubbio.
«No, lei non ti apparterrà mai. Lei è mia!» affermai fuori dai denti.
Ester voltò il suo sguardo nella mia direzione. Era un'occhiataccia colma di giudizio. La conoscevo bene. Non aveva gradito il mio tono possessivo nei confronti della fanciulla.
D'altronde, cosa avrei potuto fare o dire per fare capire a quell'uomo che non poteva sfiorarla?
«Credo che sia dotata di libero arbitrio. Ah, no, scherzo. È un essere umano» rise della sua stessa battuta, prima di tornare serio e trafiggermi con le sue iridi crudeli. «O mi sbaglio, Killian?»
Quell'essere, uscito direttamente dagl'inferi, dubitava di qualcosa.
«Dici bene, Malakay. È un essere umano» dissi cauto.
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasyAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...