Non potevo credere ai miei occhi.
Vedere le mie sorelle attraversare il cancello sembrava quasi un miraggio. Cercai lo sguardo di Lantus, ma era impegnato a essere felice. Più di me, forse. Pensavo che, una volta distratta, avrebbe provato a raccogliere il cibo versato sul prato e, invece, la sua coda batteva veloce il vento. Le zampe fremevano. Non sapevano se stare ferme, andare altrove o incontro alle due ragazze. Si sedette, alla fine. Rimasi di pietra davanti a quella scena. Incredula.Gli occhi di Yara e Myura erano tali e quali ai miei: disorientati, confusi e scettici.
I loro, anche assonnati, a dirla tutta. Più si avvicinavano e più realizzavamo, la confusione diveniva realtà.
Impaurite dalla presenza di Lantus, avevano timore di avvicinarsi ancora, ma lui era solo un'enorme bestia che non avrebbe mai fatto male a una mosca, se non provocato.
Mi avvicinai, accarezzandolo, per far capire alle mie sorelle che non dovevano averne terrore, ma restarono comunque sull'attenti.
Erano lì, lo erano per davvero. Ci bloccammo, scrutandoci per cercare di capire se fosse tutto un sogno. Bastò un abbraccio, colmo di quell'affetto che mi era mancato come l'aria, per appurarmi delle loro figure fatte di reale consistenza e non mera illusione.
«Voi due...» Tastai i loro corpi per essere più che sicura. «Voi due siete qui. Siete vere?» domandai, ancora confusa.
«Certo che siamo vere!» rispose Yara, scrollandosi di dosso qualcosa d'invisibile, mentre scrutava con aria diffidente il povero Lantus. «Quello lì, ci ha tirato giù dal letto.» sussurrò, mostrando Malakay alle sue spalle. «E non è stato gentile, affatto.»
Myura, al contrario di quella burbera di una ragazzina, mi strinse le braccia intorno alla vita, sollevandomi dal terreno. Le ferite facevano male, molto male, ma non m'importava. Preferivo sentire il dolore delle costole distrutte, piuttosto che rifiutare quell'abbraccio pieno d'amore.
«Mi sei mancata da morire, Aledis!» urlò, felice come una bambina piena di caramelle.
Yara avrebbe potuto dire quello che voleva, ma lo leggevo, dietro i suoi grandi occhi scuri e il viso pulito, senza neanche una di quelle luride lentiggini a sporcarle il volto, che aveva sentito anche lei la mia mancanza. I capelli biondi, ancora legati nella sua solita treccia pre-nanna, per cercare di formare onde mosse sui capelli lisci come seta, erano sfatti, disordinati. Le aveva svegliate sul serio.
Emisi un specie di grugnito, per il dolore che sentivo, mentre Myura mi stringeva. Tentai di nasconderlo, ma Malakay non fu della mia stessa idea.
«Lasciala subito.» ordinò perentorio, avvicinandosi con l'aria di uno che avrebbe potuto uccidere anche un'anima indifesa.
La maggiore, alleggerì la stretta, prima di lasciarmi andare sul prato soffice. «Cosa ti è successo? Tu sei ferita?» chiese Myura, allontanandosi per guardare Kay con un'occhiataccia. «Lui ti ha messo le mani addosso?» Sorrisi, negando con un cenno della testa.
«Siete ridicole, entrambe.» Il ragazzo sbuffò, contro le mie adorabili sorelle. «Vi ho solo chiesto di seguirmi e voi pensate subito che sia una bestia.» affermò, allargandosi in un sorriso di sbieco. «Non siete molto lontane dalla verità, ma non la toccherei, non come credete voi, almeno.»
Yara prese coraggio e la voce, che aveva tentennato a fare uscire, si fece sentire forte e chiara, mentre gli puntava il dito in piena faccia.
«Cosa dovremmo pensare?» chiese in una domanda che non voleva risposta. «Sei entrato in casa nostra, senza permesso. Ci hai buttate giù dal letto, tirandoci per le braccia, dopo aver scosso il materasso e hai detto testuali parole: "quanto cazzo ci vuole per svegliare due pesi morti. Alzate il culo da quel letto e venite con me, prima di subito"» Ne imitò il tono, facendogli il verso. «Quindi, sì, mio caro, sei un tipo di bestia che devo ancora capire.» disse, incrociando le braccia al petto.
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasíaAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...