«Dovresti tornare ad Airsa e costruirmi una statua di ghiaccio, testona di una ragazzina!» La voce del lupo risuonava nella mia testa come la più celestiale delle sinfonie.
Non ero mai stata così felice di sentirlo e, per un'istante, un solo piccolo e microscopico momento, mi sentii profondamente grata di aver, in maniera del tutto involontaria, ferito quell'animale la notte in cui lo avevo incontrato la prima volta.
La stanza scura e smorta aveva preso vita, per un secondo, anche quella lugubre prigione parve essere quasi calda e accomodante.
Portai le mani sulla collana, l'afferrai e, per istinto, la strinsi forte tra le dita chiuse a pugno.
«Lantus! Non sono mai stata più felice di sentirti, come in questo momento.» La gioia che provai fu incontenibile a tal punto da stritolare la mia amata pietra, fino a farmi male.
«Spegni la tua eccitazione, uragano. Sono un lupo, non uno dei tuoi sogni proibiti!» Mi schernì senza alcun ritegno. «Sappiamo dove sei, stai tranquilla. Lei non ti farà del male, non vuole colpire te.»
«Lei chi, Lantus, di chi diamine stai parlando?» chiesi, presa da una strana inquietudine.
«Killian ha appena ricevuto un invito. Lei non lo aveva mai fatto.» Continuava a blaterare senza dirmi ciò che avevo bisogno di sapere.
«Lei chi è, Lantus!» urlai nella mia testa per cercare di capire qualcosa.
La situazione diveniva sempre più pesante e, quel peso opprimente, iniziò a farsi strada nel petto. Sentii stringere delle dita intorno al collo, il respiro si fece corto, ma cercavo di prendere più aria possibile, annaspavo. Quella morsa divenne calore, dolore; bruciava all'interno delle viscere, delle ossa e di ogni più minuscolo lembo di pelle per poi svanire nel nulla dopo pochi secondi che parvero infiniti.
Mi guardai intorno, non c'era anima viva. Ma io quelle mani le avevo sentite sul serio. Controllai nello specchio scuro appeso alla parete. Mi sembrò di vedere dei segni rossi, ma non appena mi avvicinai per capire meglio, quelli sparirono. Al centro del collo, dove poggiava il ciondolo di ossidiana, sentii un leggero pizzicore accompagnato da una frescura che si irradiò fino alle spalle, lenendo quel forte fastidio che era rimasto.
Toccai la collana, fredda come ghiaccio e, tra le mie mani, riprese la normale temperatura.
Anche il ciondolo, proprio come me, possedeva qualche potere che non gli era appartenuto in passato, o forse ero io a non conoscere.
«Aledis! Al, mi senti? Ti prego, rispondimi.»
La voce del lupo era come ovattata nelle mie orecchie, ma pian piano tornò a essere limpida come sempre.
«Lantus, è successo qualcosa. Ho sentito delle dita prendermi da... per tutti gli dei, non so neanche cosa dire. Qui non c'era nessuno, ma il dolore è stato così reale, te lo giuro!» E fu in quell'attimo che sentii di aver perso il controllo e ogni briciola di dignità. Proprio nell'istante in cui, presa dal panico più totale, le lacrime scesero, accarazzando il mio viso fino a quando non dovetti asciugarle a causa del rumore dei passi sempre più vicini alla porta della stanza.
«Cambio di programma, bambina. Devi toglierla quella collana. Non devono vederla, altrimenti, potrai dirle addio per sempre.» La donna che fino a qualche tempo prima si era rivolta con gentilezza e con una calma ineguagliabile, tornò con una strana agitazione, poggiando un tessuto morbido del colore del cielo su di una sedia. «Nascondila, opteremo per altro stasera.»
L'ascoltai, tolsi subito la collana e la poggiai sul mobiletto in legno scuro accanto al letto. La donna si avvicinò, ma io indietreggiai, quasi offesa dalla reticenza che aleggiava nell'aria.
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Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.
FantasiAledis Biell è una ragazza che adora profondamente la sua famiglia. Lei non crede nall'amore, nelle favole, nella vita, ma non per delusioni passate come si potrebbe facilmente pensare. Ha smesso di crederci quando qualcuno ha portato via da lei l'u...