22-𝓢𝓽𝓪𝓶𝓶𝓲 𝓵𝓸𝓷𝓽𝓪𝓷𝓸!

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Avrei preferito schiantarmi al suolo.

Il suo alito putrido mi riempì le narici, mentre mi soffiava quelle parole, dopo avermi presa al volo, poco prima di stroncarmi in modo definitivo.

Il Sospiro aveva previsto la mia stupida mossa e mi aveva aspettata al varco. Niente morte certa, ma l'avrei preferita al terrore che stavo vivendo.

La velocità con la quale viaggiava era considerevole. Accanto a lui arrivarono lesti gli altri quattro. Sghignazzavano entusiasti.

«La Bestia è saltata dal burrone poco dopo la ragazza. Era ancora bloccato dall'attacco e ci ha messo qualche secondo, prima di riuscire a muoversi» disse uno di quelli. «Non ha visto nulla, urlava disperato, credo la stia ancora cercando» continuò. «Il lupo è tramortito, tornerà da lui con il cuore spezzato e le illusioni perdute.»

«Bene, bene, hai sentito, Fiorellino?» Si rivolse a me, mentre mi sorreggeva quasi come fossi una piuma.

Riuscivo a comprendere poco. Il mio corpo era inerme, indifeso, non aveva alcuna reazione, impossibile da controllare. Provavo a muovere gli arti, ma nessuna forza mi era concessa, se non quella di un flebile respiro.

Provavo ad avere una qualsiasi reazione che mi facesse comprende con certezza di essere ancora in vita. L'unica cosa sicura era il pensiero. Riuscivo a sentirlo, a comporlo, a gestirlo, ma niente di più. La vista era quasi spenta, trovava uno spazio sfuocato nei pochi istanti che le erano concessi.

Quel Sospiro mi aveva agganciata, in modo diverso dal solito, ma lo aveva fatto. Voleva che perdessi i sensi, non del tutto, però. Si nutriva del mio terrore e ne traeva godimento, probabilmente era quello il motivo che lo portava a tenermi ancora semi vigile.

«Vi hanno visti andare via? Potrebbero seguirci?» chiese loro con tono seccato.

«No, ne siamo sicuri. Il lupo era svenuto e lui troppo distante e disperato» rispose uno di quelli rimasti più indietro.

«Perfetto, non deve percepire dove la stiamo portando, verrebbe a reclamarla.» Non capivo di cosa stesse parlando, sentivo quella sua voce fastidiosa divenire sempre più lontana e rimbombarmi nelle orecchie, come un'eco tra le montagne di Airsa. Uno di quelli che puoi sentire nella completa solitudine di un paesaggio innevato, ma che potrebbe provocare una valanga e sotterrare interi villaggi. «La sta attendendo da quando ha sentito del suo arrivo!» Sentii quell'ultima frase ovattata, divenire un semplice fischio.

La sta attendendo!

Del dopo... ricordo solo il buio.

Al mio risveglio mi ritrovai su di un letto ricoperto da stoffa liscia, lucida e scura

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Al mio risveglio mi ritrovai su di un letto ricoperto da stoffa liscia, lucida e scura. Non riuscivo a vederne bene il colore. La stanza era semi buia, la poca luce che filtrava dalle finestre schiuse, non mi permetteva di scrutare perfettamente i dettagli. Ero impaurita e, quella volta, rimasi immobilizzata per il terrore che se avessi mosso un passo, sarebbe stato quello sbagliato, se avessi trovato il modo migliore per inalare aria senza rischiare di perdere altri battiti, sarebbe accaduto l'irreparabile.
Non avevo idea di dove mi trovassi e non ero sicura di volerlo sapere. Immobilizzata, mente e cuore non stavano andando d'accordo; la prima mi consigliava di scappare, fuggire il più lontano possibile, evitare l'incontro di qualunque persona volesse vedermi, perché era chiaro, come il sole che illuminava quella città, che non aveva buone intenzioni; il secondo mi pregava di restare, perché ogni più piccolo movimento poteva costarmi la vita, lui lo sentiva, sentiva che un passo falso avrebbe potuto essere l'ultimo, ma c'era anche qualcos'altro che voleva che ascoltassi, ed era ciò che in realtà lo portava a desiderare di sapere, di conoscere, di sperare che quella non fosse l'ultima volta.

Behind The Soul-La libertà dietro ai suoi occhi.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora