Capitolo 11: Gita alla casa di campagna

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La mattina dopo mi alzai molto prima del solito orario in cui Diana andava al lavoro. Mi sono fatta una doccia in silenzio, mi sono vestita e ho preso la valigia prima di lasciare la stanza senza lasciare alcun avviso della mia partenza. Solo il cuoco sapeva che stavo andando via quando mi sono fermata in cucina per mangiare qualcosa di veloce prima di mettermi in viaggio.

Avevo deciso di andare a prendere Camila a due isolati da casa sua, vicino alla stazione della metropolitana, e quando sono arrivata lì, verso le sette e mezza del mattino, l'ho trovata nel luogo designato appoggiata a una bassa staccionata che proteggeva un piccolo ristorante all'angolo, con una valigia nera ai suoi piedi.

Non appena ha visto la mia macchina avvicinarsi, si è avvicinata al marciapiede e ha aperto la portiera sul retro per mettere la sua valigia accanto alla mia, solo poi è salita in macchina e si è seduta accanto a me.

"Faccia assonnata" commentai con un sorriso dopo averla baciata.

"Lo so che sono orribile" si lamentò, tirando la cintura di sicurezza con eccessiva forza.

"Non ho detto che hai un aspetto orribile, piccolina" chiarii portando la mano sulla sua coscia, completamente scoperta dai pantaloncini corti "Ho appena detto che sembri assonnata. Come qualcuno che si è svegliato poco tempo fa."

"Mi sono svegliata poco fa" rispose Camila, la sua voce cominciava ad irritarsi.

Approfittai del semaforo davanti a me e mi tolsi la cintura, praticamente unendo i nostri corpi, tirandola per la nuca in modo che il suo viso fosse rivolto verso il mio.

" Tu con quello sguardo assonnato mi ricordi il letto" dissi "E questo mi fa pensare di svegliarmi accanto a te, dopo una notte estenuante, aprire gli occhi e vederti lì accanto a me con quella stessa espressione. Chiaro ora?"

"Si" mormorò e l'ho baciata velocemente quando ho sentito i clacson dietro di me che avvisavano che il semaforo era verde.

Circa mezz'ora dopo arrivavamo sull'autostrada che ci avrebbe portato alla località. Molto prima ero già sintonizzata sull'autoradio che cercavo una stazione che non trasmettesse solo notizie, e quando la trovai lei iniziò a seguire le canzoni, cantando concitata.

"Posso chiederti una cosa, piccolina?" Ho chiesto, al termine di una piccola discussione accesa e divertente su chi fosse un attore migliore tra Ian Somerhalder, secondo lei, e Grant Gustin, secondo me.

"Chiaro"

"Non fraintendere quello che ti chiederò, ok? E' solo una cosa che devo sapere" l'avvertii, vedendola girarsi leggermente verso di me, attenta alle mie parole "Perché hai accettato di avere una relazione con me?"

"COME?"

Le ho dato una rapida occhiata, vedendola accigliata.

"Sono sposata" dissi soltanto, riportando la mia attenzione alla strada.

"So che sei sposata" parlava come se quello che avevo detto fosse la cosa più ovvia del mondo, ed era assurdo aver sentito il bisogno di ricordarglielo "Perché me lo chiedi?"

"Fino a ieri pensavo che non ti desse fastidio, ma poi ho capito che non è così."

"Ieri?"

"Eri arrabbiata perché ti avevo scelto come seconda opzione per questo viaggio. Ma sai che sono sposata, e sai che non posso fare un viaggio del genere e dire a mia moglie che andrò da sola, perché si insospettirebbe."

"Lo so" concordò lei con voce impaziente.

"Ma eri comunque sconvolta"

"Ovviamente ero sconvolta, Lauren. A quale persona piace essere la seconda scelta?"

7 minuti in paradiso || Camren G!P || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora