Quando lunedì a metà mattinata ho ricevuto un messaggio da Camila, che diceva solo un brusco "non venire a casa mia oggi", ovviamente la mia prima reazione è stata quella di richiamarla, ma non ho ricevuto risposta. Poco dopo arrivò un altro messaggio.
"Sono in classe."
"Cosa è successo?" Le ho scritto in risposta interrompendo il giro che stavo facendo per l'ospedale, appoggiata a uno dei corridoi del reparto pediatrico.
"Semplicemente non farti vedere, per favore."
Ma ovviamente ci sono andata. Alle tre e mezza del pomeriggio bussai alla sua porta avendo approfittato dell'uscita di un residente per entrare nel palazzo, senza bisogno di suonare il citofono dell'appartamento di Camila. Ho anche pensato che forse era successo qualcosa a scuola, ma quando Camila ha aperto la porta ho subito capito che il problema ero io.
"Ricordo che ti avevo detto di non venire oggi" si lamentò tenendo la porta bloccata, ma io semplicemente spinsi leggermente la porta entrando nel suo appartamento "Quello che dico non ti importa affatto, vero?"
"Cosa è successo?" chiesi con calma, non vedendo motivo di stressarmi sapendo di non aver fatto nulla.
Mentre sembrava cercasse di controllarsi, Camila fece un respiro profondo massaggiandosi il viso con entrambe le mani, colpendo rapidamente il pavimento con il piede nudo facendo seguire il movimento alla gonna dell'uniforme. Eppure, anche dopo quasi un minuto, quando parlò il suo tono era tutt'altro che calmo.
"Quello che è successo, Lauren, è che a causa di quello stupido viaggio a cui hai insistito perché andassi non ho studiato abbastanza per il test di martedì e ho preso A-!" gridò Camila e non mi sorprenderei se tentasse di colpirmi, tanta era la rabbia nei suoi occhi "A- in Fisica! Ho quasi perso la mia borsa di studio. E so che avevo già programmato di andare in spiaggia prima, ma l'ho deciso solo perché mi hai convinto tu che avevo bisogno di tempo per riposarmi."
"Ma ne hai bisogno, Camila" le ho risposto mantenendo un tono basso, cercando di dimostrare la mia tesi, ma lei non mi ha lasciato continuare.
" No, non ne ho bisogno! Devo studiare! Devo tenermi la borsa di studio perché non ho soldi da buttare via come te, Lauren. Senza questa borsa di studio, posso dire addio a Yale" Con un nuovo sospiro Camila si allontanò, dirigendosi verso la cucina e io la seguii in silenzio sperando che si calmasse un po', ma sembrava che più ci pensava peggiori fossero le sue parole.
"Fino a quando non ho incontrato te, Lauren, ho passato i miei pomeriggi a studiare e le mie notti a studiare ancora di più. Adesso il mio tempo è occupato a passare il pomeriggio con te a soddisfare i tuoi desideri e la notte ad aspettare che tu chiami, perché chiami sempre, anche se per dire qualcosa di stupido, senza nemmeno preoccuparti di quello che sto facendo."
"Chiedo sempre se puoi parlare, Camila" Mi sono difesa, perché non potevo accettare di essere accusata di qualcosa senza alcun fondamento.
"Sì, ma il problema è che io voglio parlarti anche se so che ho molto da studiare. Mi hai coinvolto così tanto in tutto questo che ho smesso di pensare a ciò che conta di più per me. Non penso più sempre allo studio, perché quando non stiamo insieme penso a te. E non posso farlo! Non posso andare avanti così!"
Quelle parole mi hanno resa così disperata che ho perso il fiato e ho sentito male al petto.
"Camila, cosa stai–"
"Vattene da qui, Lauren. Per favore vai via" chiese, evitando il mio sguardo e allontanandosi quando cercai di avvicinarmi "Devo studiare."
"Lasciami restare. Dobbiamo parlare"
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7 minuti in paradiso || Camren G!P || Traduzione ITA
FanficLauren Jauregui è una donna sposata, ma finisce per essere coinvolta più del dovuto con Camila Cabello, una compagna di liceo dei suoi figli. ATTENZIONE: Questo è un adattamento di una fanfic dell'autore Lele Marques. Storia originale sul profilo di...