Capitolo 5: Litigi e riconciliazioni

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Ero nel bel mezzo di una riunione con sette rappresentanti di laboratori farmaceutici, quando il mio cellulare vibrò accanto a me sul tavolo di legno. Per un po', mentre uno dei rappresentanti presentava un nuovo medicinale, ho ignorato il dispositivo. Solo quando ebbe finito e prima che l'altro iniziasse sbloccai il cellulare, visto che avevo ricevuto un messaggio da Camila.

"Dovrò restare a scuola dopo le lezioni. Probabilmente anche domani quindi non potremo incontrarci. Mi dispiace."

Ho guardato accigliata il messaggio, cercando di capire il perché dato che lei non si era presa la briga di spiegarlo. Secondo i miei calcoli Camila doveva essere in pausa quando ha inviato il messaggio, circa dieci minuti fa. Ho dato una rapida occhiata al mio orologio da polso, vedendo che probabilmente era ancora fuori dall'aula, e ho risposto rapidamente.

"È successo qualcosa?"

Poco dopo, mentre l'uomo continuava a gesticolare davanti a me mostrando una presentazione, ho smesso di prendere appunti quando Camila ha risposto.

"Ho accettato l'offerta di tutoraggio. Inizio oggi. Sarà una prova e se il professore approverà domani resterò di nuovo per aiutare la classe prima."

"Il monitoraggio avverrà ogni giorno?" Le ho chiesto nuovamente, questa volta dovendomi sforzare di prestare attenzione alla presentazione che avevo davanti, perché l'idea di non poter più vedere Camila durante la settimana mi lasciava un po' disorientata. Stavo praticamente contando i secondi prima che la rivedessi.

"Solo dal martedì al giovedì."

Ho sentito il bisogno assurdo di sbattere la testa contro il piano del tavolo. Adesso potevo vederla solo il lunedì e il venerdì, sempre che non avessi avuto impegni che mi avrebbero reso impossibile lasciare l'ospedale.

"Va bene. Ti chiamo stasera."

Ho cancellato quei messaggi dal dispositivo e sono tornata a concentrarmi sui rappresentanti, pensando che sarebbe stato meglio pensare a quel problema più tardi.

La sera, come promesso, dopo cena ho detto a Diana che sarei andata in ufficio per mandare alcune email, ma prima ancora di arrivare ho capito che avrei avuto un altro problema da affrontare.

"Ah, Lauren, mia cara..." Diana mi ha chiamata quando ho iniziato ad allontanarmi "Ho dato un'occhiata alle foto che hai inviato."

"Fotografie?" chiesi accigliata, circondando la sua vita con le braccia mentre lei si avvicinava con il bicchiere di vino in mano.

"Le foto della casa di campagna" ha chiarito con un sorriso "Mi è piaciuta molto quella con le rocce e alcuni cespugli attorno. Sembra molto accogliente."

"Ho già scelto la casa. Ho preso quella in riva al lago."

Nel momento in cui l'ho detto, ho capito che non ne sarebbe venuto niente di buono. Il suo sorriso scomparve immediatamente e si allontanò da me come se fosse rimasta scioccata.

"Hai scelto la casa senza consultarmi?!"

"Ti ho mandato quelle foto lunedì e oggi è mercoledì, Diana. Ti avevo detto che dovevo dare una risposta al più presto."

"Nonostante la fretta, Lauren, non avresti dovuto farlo" rispose lei, alzando leggermente il volume della voce "È una decisione importante che dovrebbe coinvolgere tutta la famiglia, compresi i tuoi figli."

"Perché fai questa affermazione? Dopotutto non è che ti piaccia la campagna."

Ho fatto del mio meglio per mantenere la voce calma. Ma quando lei ha cominciato a urlare dicendo che ero egoista nel privare la famiglia di quella scelta, dicendo che a volte non la trattavo nemmeno come se fosse mia moglie e tenendola fuori da gran parte della mia vita, la mia pazienza andò a farsi fottere, anche se riuscì comunque a tenere la voce bassa.

7 minuti in paradiso || Camren G!P || Traduzione ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora