Sulla via del ritorno, mi persi nei miei pensieri mentre ciondolavo la testa fuori dal finestrino della macchina di Romeo. L'aria fredda mi aiutò a calmare i postumi della sbronza, la nausea si attenuò mentre mi persi ad osservare il cielo stellato, che non era mai stato così limpido e sereno. Non c'era nessuna nuvola, la luna rifletteva i miei pensieri tumultuosi, senza però offrirmi risposte ai mille dubbi.
Ero talmente immersa nella mia bolla, che non sentivo minimamente la conversazione tra Romeo e Elio, che, ancora ubriachi continuavano a ridere e scherzare tra di loro. Ma nessuna parola, arrivava liscia alle mie orecchie.
Non mi vergognavo del mio bacio con i ragazzi. Ero una ragazza indipendente e sapevo perfettamente riconoscere le mie responsabilità e i miei limiti entro i quali mi sarei voluta e potuta spingere. La mia libertà faceva parte delle condizioni alle quali mi ero separata dalla mia vita precedente, tagliando ogni ramo secco, ogni relazione stantia alla quale mi ero aggrappata per anni. Ero come un pulcino che nasce dall'uovo, pronta a sperimentare quello che la vita aveva da offrirmi. E se sul piatto d'argento che mi stava porgendo Madre Natura, c'erano due ragazzi talentuosi, brillanti e affascinanti, chi ero io per rifiutare.
La macchina rallentò quando ci avvicinammo all'accademia, e il suo imponente profilo si delineò all'orizzonte. La luce fioca delle lanterne accese lungo il viale principale rivelava le sagome degli alberi alti e il silenzio della notte avvolgeva tutto con una quiete solenne.
Romeo parcheggiò la sua vettura con la stessa maestria con cui aveva guidato verso la città. L'ebbrezza dell'uscita iniziava a scemare, ma il calore degli eventi della serata ancora pulsava nelle nostre vene. Scendemmo dalla macchina e ci ritrovammo di fronte alla massiccia facciata dell'accademia.
Romeo e Elio proseguirono nella loro chiacchierata, ora più sommessi, mentre attraversavamo il campus. I loro passi risuonavano sul selciato silenzioso, interrotti solo dai sussurri del vento notturno. L'atmosfera era surreale, come se fossimo entrati in una dimensione parallela, lontana dalla realtà ordinaria.
"Che serata, ragazzi!" esclamò Romeo, girandosi verso di noi con un sorriso contagioso. "Mi sono divertito davvero tanto. E tu, Lola? Cosa ne pensi del nostro modo di fare festa?"
"Quasi commovente" commentai ironica "Mi sono ricordata però mi devo svegliare presto domani. Il rettore mi vuole mostrare personalmente l'Accademia" sospirai stanca.
"Beh, buona fortuna. Di solito parla talmente tanto che l'unico sollievo è tagliarsi le orecchie e gettarle nell'Arno".
Aprimmo la porta che conduceva alla nostra sala comune, e con mia sorpresa trovammo Sibilla e Nico ancora svegli, mentre giocavano a scacchi sulle poltroncine rosse. Appena mi vide, Sibilla, lanciò con un gesto di stizza tutti i pezzi sul pavimento e mi guardò con uno sguardo che mi fece gelare il sangue.
"Dove siete stati?" chiese arrabbiata "Mi avevate promesso che sareste tornati dopo cena a giocare a scacchi con me e Nico" disse rivolgendosi a Romeo ed Elio.
"Scusaci Billy, abbiamo perso la cognizione del tempo" rispose bonariamente Romeo. Elio disse con tono di sfida "Lola voleva sedurci, ecco perché abbiamo perso tempo".
Sibilla si alzò improvvisamente, facendo crollare la scacchiera a testa, dirigendosi in maniera adirata verso la sua stanza, sbattendo la porta con un rumore sordo.
Nico ci guardò con il suo solito sguardo vacuo e stanco: "Billy non ha tutti i torti, vi abbiamo aspettato alzati per ore".
Il tono sottile di rimprovero in voce di Nico si percepiva chiaramente. "La prossima volta, magari, avvisate prima se restate fuori a far baldoria e avete intenzione di farci aspettare inutilmente".
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Nocturnal Moths
RomanceLola ha un segreto oscuro che pesa sulle sue spalle come un macigno. Desidera ardentemente iniziare da capo, cercando di scappare dal suo terribile passato. Con questo proposito, si iscrive alla Purgatorium Academy, un'antica istituzione nelle Arti...