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Penny mi guardò con uno sguardo misto a stupore e ammirazione, mentre le raccontai della mia serata con le Falene. Non smise un attimo di tormentarsi i capelli, raccolti in una lunga treccia e al momento delle mie parole riguardo al bacio a tre, le sue guance si colorarono di un rosa accesso.

"Non ci credo" disse stringendosi le braccia al petto "Sei fuori di testa Lola, ma dove hai il cervello?".

Presi una forchettata di risotto. Sinceramente, non mi importava niente di quello che pensava di me.

"Non perché penso che tu sia una poco di buono eh" si corresse "Non mi importerebbe niente, anche se te la facessi con cento ragazzi alla volta".

"E quindi? Che cos'hanno di sbagliato Elio e Romeo? A me sembrano un po' particolari ma non decisamente pericolosi come mi hai fatto credere tu".

"Lola, ti assicuro che non dico cose tanto per dare aria alla bocca. Ti ho avvertita perché credo fermamente che sia successo qualcosa l'anno scorso".

Di nuovo quel discorso. Il passato delle Falene, in realtà, mi interessava più di quanto volessi far credere. Ero irrimediabilmente attratta da loro, anche se una piccola parte del mio cervello continuava a farmi pensare che ci fosse un pericolo imminente. Qualcosa in loro irradiava mistero, i loro comportamenti erano sempre velati da un filo di oscurità. Soprattutto Billy e Nico, mi davano l'impressione di nascondere qualcosa di cupo e fosco.

Continuando a mangiare il risotto, osservai Penny. "Non preoccuparti, Penny. So come tenermi fuori dai guai. Non hai nulla da temere". Le sue espressioni passarono dalla preoccupazione al dubbio e alla fine mi disse: "Lola, io non ho dubbi che tu sappia captare il pericolo. Ma fidati che qualcosa l'anno scorso è successo, e io credo al cento per cento che loro abbiano avuto un ruolo nella sparizione di Lidia".

Mi aveva già parlato di quella storia, e qualcosa in me spingeva per saperne di più. Attualmente dormivo nel suo letto, respiravo l'aria che aveva respirato lei e studiavo sulla sua stessa scrivania. Lei era me, l'anno scorso.

"Hai idea di cosa possa essere successo?" chiesi, cercando di mantenere un tono di indifferenza.

Penny scosse la testa. "Nessuno sa. Lidia era un tipo di persona che non avrebbe mai abbandonato gli studi o la sua vita senza dare notizia a nessuno. È come se si fosse volatilizzata nel nulla."

"Ma perché pensi che c'entrino proprio le Falene?" chiesi finendo la mia porzione di risotto e iniziando a toccare le carote, ormai fredde, con la forchetta.

, "La odiavano a morte. L'anno scorso erano dei veri e propri bulli. Non c'era giorno in cui non provassero a umiliarla," disse Penny, e il tono della sua voce rivelava la profondità della sua antipatia per quelle persone.

Guardai Penny, cercando di capire meglio la dinamica tra Lidia e le Falene. "Ma cosa facevano esattamente per umiliarla?"

Penny sollevò uno sguardo pieno di frustrazione. "Erano subdoli. Le facevano scherzi umilianti, le sottraevano gli appunti, si facevano beffe delle sue ambizioni. Insomma, volevano distruggerla psicologicamente."

Il mio sguardo si posò su di lei, sintonizzando il mio pensiero sulla scomparsa di Lidia e sul coinvolgimento delle Falene. "E tu hai provato a fare qualcosa? A denunciarli o a intervenire in qualche modo?"

Penny scosse la testa. "Non c'era molto che potessi fare. Lidia era coraggiosa, ma anche lei si isolava, pensava di poter affrontare tutto da sola. E poi, i legami delle Falene erano stretti, riuscivano a chiudersi come un fronte unito quando qualcuno cercava di fermarle."

Non riuscivo a immaginarmi Romeo e Elio che umiliavano così profondamente una ragazza. Con me erano stati estremamente gentili e amichevoli, anche se sembravano provare una morbosa curiosità nei miei confronti.

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