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La settimana successiva fu l'apice di un sogno. Una routine infinita tra le lezioni di arte e di letteratura e il letto caldo di Elio. Finite le lezioni, mi precipitavo nella sua stanza, sapendo che quelle labbra calde e il suo corpo possente, sarebbe stato un porto sicuro per me. Non avevo paura, quando ero con lui. Anzi, ero travolta da emozioni contrastanti ma forti e decise.

Ero arriva alla conclusione che, indipendentemente dal piano escogitato insieme a Penny, Elio mi piacesse davvero. Amavo la sua ironia, il suo modo di farmi ridere, la sua maniera di non farmi pensare assolutamente a nulla mentre stavo con lui. C'eravamo solo io e lui, il suo letto e le nostre conversazioni sull'arte, passione che condividevamo. Scoprì che il suo pittore preferito era Goya, e quando non facevamo l'amore, passavamo le ore ad ammirare le sue opere nei preziosi manuali che possedeva. A volte, Elio ed io fumavamo hashish il pomeriggio, perdendoci fino a sera a dipingere con i pennelli le tele e a dipingere le lenzuola con i nostri corpi successivamente. Passavamo le ore di lezione di pittura a flirtare, sfiorandoci non troppo casualmente e lanciandoci sguardi carichi di sensualità.

La nostra intimità si estendeva oltre l'ambito artistico. Durante le notti, quando il silenzio dell'Accademia regnava sovrano, Elio ed io ci perdevamo nei labirinti delle nostre emozioni. Era una connessione profonda, una fusione di desideri e comprensione reciproca. Il suo corpo diventava il mio rifugio, le sue mani tracciavano sentieri sulla mia pelle, esplorando le curve e i segreti nascosti.

Le nostre notti erano accompagnate dal ritmo tranquillo delle nostre risate, dall'odore del dipinto fresco che adornava le pareti della sua stanza. Il pittore Goya, testimone silenzioso del nostro amore, ci osservava mentre dipingevamo con i pennelli sulle tele e con i nostri corpi tra le lenzuola.

Ogni sfumatura della sua personalità mi affascinava. La sua intelligenza acuta si mescolava con una profonda sensibilità, creando un connubio unico. Non c'erano segreti tra noi, e ogni confidenza, ogni racconto della sua vita e dei suoi sogni, consolidava il nostro legame.

Il tempo con Elio era un susseguirsi di momenti intensi e delicati. Le sue labbra su di me erano una poesia silenziosa, un linguaggio senza bisogno di parole. Ci perdevamo nei nostri baci, un dialogo muto che parlava di passione, desiderio e un legame che cresceva ogni giorno di più.

Mi dimenticai per giorni delle fotografie trovate nel file di Lidia. Ero annebbiata dalla passione e dal legame travolgente che mi unica a Elio.

Finchè, il lunedì successivo, qualcosa mi riportò alla realtà.

Quel giorno, Elio ed io stavamo cercando di trascorrere un momento di passione, immersi nella nostra bolla d'amore nella sua stanza. Tuttavia, ogni tentativo di intimità veniva continuamente interrotto da una musica demoniaca e assordante proveniente dalla stanza di Romeo.

Il fastidio crescente si dipingeva sul mio volto, mentre cercavamo di superare la cacofonia infernale proveniente da qualche parte oltre le pareti. La musica si insinuava in ogni momento, rendendo impossibile concentrarsi su qualsiasi altra cosa. Era come se Romeo avesse deciso di accompagnare la nostra intimità con una colonna sonora inquietante, rovinando completamente l'atmosfera.

Una sinfonia stridula e inquietante, composta da suoni distorti e discordanti che sembravano provenire direttamente dalle profondità dell'inferno. Il rumore agghiacciante si infilava attraverso le pareti, invadendo ogni centimetro della nostra intimità.

Le note stridenti e dissonanti si mescolavano in una cacofonia disorientante, creando un'atmosfera cupa e inquietante. Era come se ogni tasto suonasse in modo indipendente, seguendo una partitura distorta e disturbante. Il risultato era un amalgama di suoni che facevano ribollire il sangue nelle vene, rendendo impossibile ignorare l'intrusione acustica di Romeo.

Ogni sforzo di Elio per sovrastare la musica con il suo affetto era vano. La situazione divenne così frustrante che, alla fine, abbandonammo la nostra impresa amorosa, lasciando che la melodia demoniaca di Romeo regnasse sovrana sul nostro momento di intimità.

"Non ce la faccio più" dissi a Elio: "Ora vado lì e lo fermo. Mi sembra di essere all'inferno".

"A me non da fastidio" sottolineò lui: "Ma fa come credi, se ti riporta a concentrarti solo su di me" sghignazzò.

Bussai alla porta di Romeo con forza, cercando di coprire il suono della sua composizione demoniaca. Quando aprì la porta, il suo sguardo era completamente perso, probabilmente vittima e carnefice della bottiglia vuota di vino rosso che giaceva sulla scrivania, e il suo sorriso sembrava indicare che stava apprezzando il caos che aveva creato.

"Romeo, per l'amor del cielo, puoi smetterla con questo orrore?" esclamai, cercando di far emergere la mia voce sopra la cacofonia.

"Ma è un capolavoro, Lola!" rispose entusiasta. "Sto cercando di esprimere il caos interiore attraverso la musica. Sono ispirato oggi".

Ero tentata di strappargli la tastiera di mano, ma temevo che avrebbe intensificato la sua sinfonia demoniaca.

"Fa schifo" obiettai: "Sembra arrivare dall'Ade. Ma chi ti ha detto che è una sinfonia questa?!".

Romeo alzò un sopracciglio, mantenendo il suo sorriso sardonico. "Lola, la vera arte spesso spaventa. Questa è la mia opera più audace, la sinfonia delle anime tormentate, un viaggio nell'oscurità della mente umana."

"Non credo che Beethoven avrebbe approvato questo genere di 'audacia'," risposi con un sospiro. "È disturbante, non artistico."

Romeo scosse la testa, ignorando la mia critica. "Tu non capisci, Lola. La bellezza può nascere anche dal caos, dalla dissonanza. Questa sinfonia è la mia dichiarazione contro la monotonia della musica convenzionale."

"Non credo che la dissonanza debba suonare come un incontro tra demoni nel mio salotto!" replicai, cercando di ignorare il mal di testa che stavo sviluppando a causa della sua "sinfonia".

Romeo rideva, quasi come se apprezzasse la mia frustrazione. "Lola, capisco che in questo momento preferiresti una sinfonia romantica, ma questa è un'esperienza sensoriale, un viaggio emotivo. Non sarà compresa da tutti, ma coloro che lo faranno apprezzeranno il suo ardore".

Mentre Romeo continuava a difendere la sua "opera d'arte", mi chiesi se avesse abusato troppo del vino rosso o se la sua genialità artistica stesse semplicemente prendendo una strada molto strana.

"Immagino di dovermene andare da qualche altra parte?" chiesi.

"Voi piccioncini potete andare dove volete. Basta che sia lontano da me" mi sussurrò con malignità: "Mi mandate delle vibrazioni discordanti".

Lo guardai con disgusto, e feci per sbattere la sua porta quando notai un dettaglio inquietante. Appesa al muro era presente la stessa maschera che avevo visto nelle fotografie del file di Lidia. La maschera demoniaca, dall'ossatura bianca e allungata. Trattenni il sospiro. Cosa ci faceva appesa nella stanza di Romeo? Chiunque l'avrebbe potuta notare.

"Romeo, cos'è questa maschera?" chiesi, indicandola con un gesto, cercando di mantenere un tono neutro.

Romeo sorrise maliziosamente. "Ah, quella! È la mia fonte d'ispirazione. Mi aiuta a canalizzare le energie mentre compongo la mia musica. Una sorta di guida spirituale, se preferisci."

Mi sentii ancora più inquieta e domandai: "Come è finita qui?"

Il sorriso di Romeo si offuscò leggermente. "Oh, ho trovato quella maschera in un negozio di curiosità. Un oggetto d'arte affascinante, non trovi?"

Non potevo fare a meno di essere scettica. La coincidenza era troppo grande. "E' inquietante"

Romeo ridacchiò, ma il suo tono divenne più serio. "Stai giocando alla piccola Sherlock Holmes? Beh smettila. Tornatene a succhiare il cazzo a quel disadattato di Elio."

La risposta di Romeo sollevò ulteriori sospetti, ma decisi di non spingere oltre in quel momento. "Forse lo farò," risposi con calma, anche se la preoccupazione crescente si rifletteva nel mio sguardo.

"Non ti preoccupare troppo, Lola. La vita è troppo breve per farsi troppi problemi," disse Romeo, tornando al suo atteggiamento scanzonato e riprendendo a suonare la sua mostruosa sinfonia.

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