Rhythm: My love song

4_ L'amore è un film in testa

Celeste

Alle sette in punto della sera ecco che Marco e Clara passano a prendermi, non so bene cosa avrei dovuto indossare ma ho optato per un jeans scuro e un maglioncino rosso con il collo alto. I capelli legati in una coda e un filo di trucco messo dopo insistenza di nonna Angelina che a quanto pare si è aggiunta al coro di chi sostiene che avrei bisogno di rivedere il mio guardaroba. 

Non che abbia torto, ma io e lo shopping siamo galassie lontane, sto bene nei miei abiti comodi e per niente appariscenti, quindi no grazie preferisco la mia noiosa essenza ad una modaiola apparenza. Salgo nella macchina che manda a tutto volume l'ultimo album di Lauda, non riesco a mascherare la mia espressione insofferente mentre i miei amici cantano ogni rima accennando movimenti delle mani e della testa. 

Guardo fuori cercando di ignorare il suono della voce di quell'uomo che risuona intorno a me, il tono basso mi riporta alla mente la serata precedente, dalle ragazzine a caccia di una medaglia da sfoggiare con le amiche dopo aver conquistato il rapper famoso, a Ludovica che c'è riuscita, Joelle con le sue frasi in cui cerca di mettermi in guardia e naturalmente lui, Niccolò Sanna, conosciuto al mondo come Lauda, e la sua arroganza. Ripenso al nostro match nel guardaroba e un calore sale alle mie guance quando mi sorprendo a pensare al mio corpo stretto dal suo braccio e fin troppo vicino al suo. È innegabile che sia bello, così come è indubbio che sappia come usare il suo corpo e il suo talento per ottenere sesso facile da ogni donna disposta a concederglielo. 

Mi innervosisce solo pensare all'idea di essermi imbattuta in un uomo del genere, riesce a farmi pensare a Josh come una persona per bene. «Possiamo abbassare questo pandemonio?» chiedo fingendo indifferenza mentre dalla radio passa una canzone in cui viene spiegato nel dettaglio come ha usato il corpo di qualche povera sfortunata che oltre ad essere stata sua partner per una notte è diventata anche un preciso elenco di cosa fa alle donne. Che squallore. 

«No» risponde Marco. Una notifica brilla sul cellulare contemporaneamente a tutti e tre, arriva dal gruppo, dicono di essere arrivati in spiaggia e di andare nel retro del locale verso la spiaggetta nascosta.  «Cos'è la spiaggetta nascosta?» chiedo incuriosita mentre mi sporgo al centro dei sedili posteriori e allungo una mano per poter finalmente abbassare il volume. «Una piccola spiaggetta che è coperta dal chiosco, noi andiamo lì spesso quando inizia la stagione, non ci va nessuno perché il proprietario non permette l'ingresso da quel lato»

«E perché per voi non vale?»

«Perché il proprietario del locale è un vecchio amico della madre di Michele, quindi per noi le regole generali non valgono» dice Clara allungando il braccio e alzando di nuovo il volume, stavolta il testo racconta di violenza e risse, tutta roba da lord insomma. Rimpiango di non aver portato con me le cuffiette per poter sentire i miei amati Queen. Mi rimetto a sedere e prego che la spiaggia nascosta sia vicina, l'unico modo per salvarmi dal fantasma di Lauda che a quanto pare mi perseguita da quando ho messo piede in Italia.

Il  sole primaverile sta tramontando, la spiaggia della Sardegna mi regala sempre pace interiore e io mi soffermo davanti al chiosco mentre gli altri entrano e prendono da bere per poi passare dal retro e andare alla spiaggia nascosta. Faccio qualche passo e mi ritrovo sul bagnasciuga, il movimento del mare mi rilassa. Solo quando Michele si avvicina facendomi sobbalzare mi rendo conto che forse sono qui fuori da parecchio tempo. 

«Il mare qui è splendido non trovi?» la voce del fratello di Niccolò si inserisce nella mia mente. Mi giro a guardarlo e riconosco in lui la stessa espressione pacifica che ho anche io. Michele non è invadente nel suo essere accanto a me, sta rispettando i miei spazi e io gliene sono grata. «Si, non credevo che mi sarebbe mancato così tanto. Non torno da più di un anno»