18_ Vivo in apnea

64 6 34
                                    

Niccolò

«Mia madre si chiamava Clelia, veniva da una famiglia di pescatori» esordisco così, abbassando gli occhi e tornando a sedermi accanto alla mia personalissima montagna di problemi dagli incredibili occhi verdi che brillano. Se chiunque altro, chiunque davvero, avesse interrotto un bacio del genere per chiedermi di raccontare di mia madre, ora sarei sulla mia costosissima auto diretto in un locale qualsiasi alla ricerca di alcolici e sesso facile. Invece, non solo sono ancora seduto sotto questo portico, sto anche parlando di lei. 

«È sempre stata bellissima, fin da ragazzina i suoi occhi neri facevano contrasto con i capelli biondi e ricci ereditati dal nonno. Mia madre era figlia unica, suo padre era scomparso in mare durante una notte di tempesta mentre cercava di pescare qualcosa per sostentare la famiglia. Mamma raccontava sempre che dopo la scomparsa di suo padre, nonna Maria aveva messo da parte ogni spicciolo che guadagnava facendo le pulizie a casa delle persone ricche, per poter pagare la scuola nuoto a sua figlia.» sorrido amaramente pensando che alla fine, mia mamma era affogata nel suo stesso sangue e che la nonna avrebbe potuto spendere quei soldi in altri modi. 

«All'età di quattordici anni, una mattina, mia madre ha raggiunto la nonna a casa del Notaio Sanna. All'epoca uno degli uomini più ricchi e potenti del paese. Quella mattina maledetta, il figlio maggiore dei Sanna era a casa malato e la nonna aveva avuto l'autorizzazione del notaio per portare sua figlia con lei. Fu così che Clelia conobbe Antonio Sanna: il peggior errore della sua vita.» La mano di Celeste trema appena, lo percepisco mentre si trattiene dal toccarmi, la ringrazio mentalmente; non voglio la sua pietà e non sopporto essere consolato. Mi fa pensare a tutte quelle mani, calde o sudaticce che mi toccavano la spalla mentre mia madre giaceva fredda, dentro una bara anonima di legno chiaro. Tutti lì a fingere di sapere cosa stessimo provando io e Michele soffocati da una cravatta nera e un abito formale, impalati a sopportare l'incoraggiamento di perfetti sconosciuti "coraggio, vedrai che andrà tutto bene"; "era una gran brava ragazza". 

«Antonio aveva venti anni, mia madre appena quattordici. Antonio era l'erede di una famiglia ricca ed era ben istruito, la mamma aveva appena terminato la scuola media e non era sicura di poter continuare a studiare perché in casa c'era tanto bisogno di soldi. Ma più di tutto, Antonio era il primo uomo a corteggiare Clelia, e lei cadde nella sua rete.» stringo i pugni fino a sentire le unghie ghermire la carne dei palmi. Il dolore al petto si intensifica, odio mio padre e ricordare di quanto mia madre fosse innamorata di lui mi devasta. «Era riuscito a convincerla che fosse l'uomo perfetto, le raccontava dell'università, della vita che progettava. La corteggiò finché lei, una ragazzina povera e inesperta, cedette alle sue lusinghe e si concesse a lui».

«Sai» la voce cristallina di Celeste irrompe nella mia mente oscura e come un raggio di sole durante un temporale, irraggia i pensieri facendomi voltare verso di lei «a volte ci si innamora delle persone più sbagliate, non per questo dobbiamo pensare che tutta la storia sia da buttare. Magari all'inizio erano davvero follemente innamorati. La vita fa percorsi imprevedibili» sembra parli più di se stessa che di mia madre, abbassa il capo e una ciocca nerissima si posa sulla sua guancia scivolando leggera dalla spalla e sulla linea del seno. Distolgo lo sguardo e mi accendo una sigaretta, la sento sbuffare e mi scappa un sorriso: lo so che non sopporta il fumo eppure non fa più storie quando lo faccio davanti a lei. Ancora una volta mi trovo a riflettere su quanto sia incredibilmente comprensiva questa donna. 

La immagino accanto al suo ex, un bastardo manipolatore che l'ha plasmata per poi tradirla nel peggiore dei modi. Io non credo nell'amore ma perfino uno come me, che salta da una donna all'altra, che non ha mai saputo corteggiare e che se ne frega dei sentimenti degli altri; neppure io sarei capace di ferire così la persona che ho accanto. Celeste poi, lei sembra essere forte ma dietro quella corazza io ci vedo un'anima che vibra per il dolore, che chiede di essere amata. Ingoio a vuoto, se sapessi amare forse lo farei con lei, ma io non sono mia madre. Io non ho nessuna intenzione di buttare all'aria la mia vita per un'altra persona. Nemmeno per  una creatura straordinaria come Celeste.

Rhythm: My love songDove le storie prendono vita. Scoprilo ora