L'apocalisse

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Ma perché si accorgeva delle cose sempre prima di me?
Rimasi talmente atterrita da ciò che vidi che per poco non mi cedettero le ginocchia.
Un orda di dinosauri copriva come un tappeto di ombre tutta la zona. Venivano da est ed erano ancora lontanissimi ma si muovevano ad una velocità allucinante facendo tremare il terreno.

"Ma non hanno niente di meglio da mangiare?" Era strano che un gruppo tanto numeroso si concentrasse su un'unica preda ma non era neanche la cosa più strana che vedevo da quella giornata. Sembrava che tutti i dinosauri della radura si fossero riuniti per un party. E noi eravamo il buffet. "Idee ?" Chiesi.

"Corri." E io non melo feci ripetere.
Me la diedi a gambe levate, dimenticandomi della stanchezza. Correvo talmente veloce che i contorni delle cose in torno a me sfumavano, più veloce anche di quella volta ad una maratona in cui ero l'unica femmina; tutti erano certi di potermi superare al primo giro. Quando però mi piazzai tra i primi tre il più grosso mi spinse in un burrone e ruzzolai per un po'. Perdevo tanto sangue dal ginocchio che la scarpa era ormai zuppa ma ripresi la corsa, lo superai, gli sputai in faccia e arrivai seconda.
Stavano prendendo terreno e ora potevo sentire la terra tremare sotto i loro passi. Mi sembrava impossibile che degli animali tanto grossi potessero muoversi con quell' agilità.
Ormai potevo vederlo. Lo specchio era proprio sotto i piedi di una formazione rocciosa. Stonava tra la polvere e le pietre come un diamante in mezzo alla spazzatura; la speranza di raggiungerlo mi impediva di crollare. La cosa strana era che fremevo dalla voglia di scoprire cosa avrei trovato dall'altra parte dello specchio. Ancora una volta la mia curiosità superava la paura.
Quando ormai credevo di avercela quasi fatta Hunter mi saltò addosso, buttandomi a terra. Se non fosse stato per lui non avrei avuto più la testa sul collo. Ormai avevo perso il conto di tutte le volte che Hunter mi aveva salvata. Uno stormo di pterodattili ci sovrastava stridendo di dissenso per aver perso un compagno. Un dei rettili volanti che aveva tentato di decapitarmi, era atterrato minaccioso alle nostre spalle.
Erano su tutti i fronti; a destra e a sinistra dei Triceratopi e degli Stegosauri si mischiavano ad altra marmaglia; davanti c'erano gli immancabili tirannosauri, pronti ad un attacco diretto, e tutto in torno, a fare da cornice, i Velociraptor che si movevano scattanti fra le zampe dei più grossi, in attesa di finirci quando la situazione si sarebbe calmata. Erano talmente tanti che alcuni salivano sopra gli altri per raggiungerci, altri si avventavano sulle prede più piccole e le dilaniavano, creando piccoli capannelli, come se fosse una rissa nel corridoio della scuola.
E come se la situazione non fosse già tragica si sentì un forte boato e la terra cominciò a tremare violentemente ma questa volta non per colpa dei dinosauri. Una nuvola di polvere che prima non avevo notato oscurava il cielo e il promontorio dove era incastonato lo specchio, era in realtà un vulcano procinto di eruttare.

" Una perfetta scena apocalittica. Cosa potrei chiedere di più?" Fece Hunter con un sorriso sbilenco, facendosi scrocchiare le dita.

"Ti sembra il momento per fare ironia?".

"È sempre il momento dell'ironia" Hunter sguainò il coltello e quel rumore riportò l'attenzione dei dinosauri su di noi. "Una battaglia finale in piena regola " Dichiarò guardandosi intorno.

I primi a farsi avanti furono i T-Rex. Hunter gli corse in contro e dopo un attimo di smarrimento scattai in avanti e lo seguii.
Passai sotto le zampe del primo dinosauro e gliele tranciai una in modo che cadesse in avanti.
Prima che questo morisse ero già occupata ad ucciderne un'altro che già mi veniva addosso. Tenendo entrambi i coltelli in mano cavai gli occhi a quest'ultimo poi gli ficcai il coltello direttamente in gola.
Probabilmente se questo fosse stato un film thriller sarebbe partita una canzone come Animal i have become dei three days grace.
Con quella canzone in mente mi gettai all'attacco di un terzo malcapitato.
L'adrenalina era in circolo ma ciò non mi impediva di ragionare in modo logico. Mi sentivo bene, i miei movimenti erano sciolti e decisi, era come se fossi nata per questo. Ero concentrata su tutti gli spostamenti del mio corpo e allo stesso tempo avevo un'incredibile percezione di ciò che avevo in torno a me e della posizione di Hunter.
Ero in estasi.
I miei sensi, estremamente acuti, mi salvarono ancora una volta. Mi appiattii al suolo e rotolai a destra qualche secondo prima che la coda di un'altro dinosauro mi passasse a qualche centimetro dal viso. La tranciai a metà proprio mente ritornava indietro. Fronteggiavo contemporaneamente tre dinosauri ma non era niente in confronto a quello che stava affrontando Hunter. Copriva le mie e le sue spalle massacrando tutto ciò che gli passava davanti o si avvicinava a me. Uccisi anche i tre dinosauri che mi erano di fronte giusto in tempo per vederne spuntare un'altro. Arrivavano a flotte. Ogni volta che ne abbattevi uno, c'è n'era un'altro che prendeva il suo posto. E come se non bastasse, la lava aveva iniziato a colare. Ad un tratto la mia intera visuale venne occupata dell'enorme muso osseo di un triceratopo. Mi caricava con la testa china in avanti, come se fosse un rinoceronte. Quando mi fu ad un palmo dal viso usai il corno che aveva sul muso per issarmi su di lui e lo scalai arrivandogli in groppa. Strinsi con tutte le mie forze le gambe al collo dell'animale e mi godetti il giro arpionandomi con il coltello per non cadere. Se c'era una cosa che avevo sempre desiderato fare era cavalcare un toro e ora potevo toglierlo dalla mia lista dei desideri. Il problema ora era scendere. Aveva la pelle ricoperta da una spessa corazzata e avrei potuto continuare ad accoltellarlo per giorni prima che morisse.
Il suggerimento mi arrivò da Hunter "il corno!".
Mi piegai in avanti e segai il corno del dinosauro. Era meno resistente del previsto e si sfaldò facilmente come se fosse di cartongesso. Appena arrivai alla parte più interna e dura iniziò a sgorgarne del sangue e il triceratopo-rinoceronte gettò un verso straziante di dolore. Si dimenò in preda alla disperazione e così facendo mi disarcionò, quindi scappò via disorientato. Ebbi un attimo di respiro e potei guardarmi in torno. Decisi di essere ottimista, potevamo farcela. Il gruppo di dinosauri si stava sfoltendo e la zona era tappezzata da carcasse di animali. Mi permisi di sperare e fu allora che andò tutto per il verso sbagliato

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