Un piano

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Ormai era calato il tramonto. Sulla grotta della foresta Hunter aveva ammassato nel tempo della legna che usammo per fare un fuoco. Ci avrebbe riscaldato e avrebbe tenuto lontani i dinosauri.
Mangiammo un panino che era nel mio zaino perché sarebbe dovuto essere il mio pranzo e la cena. Mi figurai me stessa a mangiarli a casa da sola con un libro tra le gambe e una coperta sulla schiena...
" i tuoi capelli sono rossi!" disse a bassa voce, come se fosse un segerto.
"Come?"
"Questa mattina avevi i capelli castani,sono rossi".
"Si, cambiano colore a seconda della luce..."
"Sorprendente"
"Come no." poi aggiunsi timidamente: "i tuoi occhi sono sorprendenti".
Dopo quale minuto di silenzio rispose "grazie".
Mentre rispondeva iniziai a tremare. L'escursione termica era letale. Di giorno c'era un caldo asfissiante e la notte si congelava.
Stavo tremando come una foglia con tutto il giubbotto. Poi notai che lui era solo in maglietta a maniche corte
"Com-come fai a...?"
"Sono abituato, credo".
Mi si avvicinò e si distese vicino a me. Mi irrigidii subito ma in pochi minuti il calore del suo corpo impedì al mio di congelare e gliene fui grata, allora mi sciolsi tra le sue braccia e quando la stanchezza prese il sopravvento riposammo abbracciati davanti al fuoco riscaldandoci a vicenda. Ero esausta quindi mi addormentai per qualche minuto ma quando mi svegliaii in preda all'agitazione non riuscii più a riprendere sonno e mi girai verso di lui.
Aveva gli occhi chiusi e sembrava stesse dormendo profondamente. Per la prima volta lo vidi con i lineamenti del viso rilassati e i muscoli riposati. Mi accorsi di quanto poco sapevo di lui. Mentre lo guardavo aprì gli occhi. Mi dissi che vivendo con la morte che ti fiatava sul collo si imparava a svegliarsi con il minimo rumore.
"Mi sento osservato."
Non risposi. Con la luce del fuoco che giocava con le ombre del suo viso era davvero bello. Non che mi piacesse, era solo una constatazione oggettiva.
"Non riesci a dormire?"
"No". Risposi consapevole di dover sembrare una bambina di 4 anni che andava a sveglieare i genitori perché aveva paura del buio.
"Neanche io ho molto sonno".
"Ma prima dormivi."
" E ora sono sveglio" rispose un po' irritato.
"Quanti anni hai?". Non so da dove mi usciva quella domanda...
"17 credo, forse dovrei compiere a breve 18 anni o forse li ho già compiuti. Che giorno era quando sei arrivata?"
"Il 25 novembre"
"Sì, ho 18 anni".
Poi mi sembrò un dovere completare la data con l'anno.
"2024."
"Vuoi dire che vieni dal 2024?"
Annuii.
"Wow fammi gli auguri, ho raggiunto l'età legale per bere negli Stati Uniti".
" Come hai fatto a perdere così il senso del tempo?"
"Perché quando attraversi gli specchi non è lo stesso orario dell'altro mondo. Ora siamo in primavera, lo capisco dalla durata delle ore di sole. Quando entreremo nello specchio potremmo trovarci in inverno e ancora, se lo attraversiamo di pomeriggio dall'altra parte potrebbe essere mattina, o notte".
"quindi sei bloccato qui da 4 anni?".
"A quanto pare". Disse con leggerezza. "E in questo arco di tempo non ho mai visto una ragazza partecipare al gioco". Cercai di non dare a vedere il ribrezzo che provai quando lo definì un gioco.
"Non c'erano altre persone con te?"
"Tutti uomini". Chissà che fine avevano fatto...
"Com'è possibbile?" maschilismo ovunque a quanto pare..
"Ho una teoria." Disse facendo dei cerchi per terra con un legnetto
"Prima ti ho detto che questo è un gioco. Ciò vuol dire che qualcuno ci sta giocando, e si diverte. Chi ha creato gli specchi ci sta guardando".
"È alquanto inquietante, mi sento  osservata adesso ...ma questo non spiega il perché..."
"Ci sarà una volta in cui mi farai finire di parlare!?" Sbuffò quindi riprese: "Probabilmente quel qualcuno non trova divertente delle femminucce isteriche che rimarrebbero in un angolo a disperarsi senza reagire."
"Quindi... non so, ora dovrei sentirmi fiera di essere abbastanza coraggiosa per poter venire qui ed essere fatta a pezzi?"
"Se vuoi ti faccio un applauso."
" No, è già troppo deprimente così." Mi mordicchiai il labbro, cosa che facevo sempre quando ero nervosa o concentrata in qualcosa "mh. i Creatori."
"cosa?"
"I creatori, sembra un nome figo." Accennai un sorriso, ridere per non piangere giusto? "Qualcuno di così malato e potente da ideare e realizzare il gioco degli specchi... È intrigante" mi grattai il mento, come se stessi inventando una storia dell'orrore.

Ormai stavano spuntando le prime luci dell'alba ciò significava a che tra poco saremmo usciti e avremmo tentato l'impresa di arrivare al secondo specchio. Con la luce del giorno arrivò anche la consapevolezza di aver dormito con uno sconosciuto in una grotta in mezzo al nulla. Dopo una buona mezz'ora passata a guardare Hunter che creava una lancia di fortuna limando il legno facevo fatica a restare ferma, non stavo più nella pelle. L'adrenalina era probabilmente la mia dipendenza da sempre.
"Quando partiamo?".
"Dopo mezzogiorno".
"Perché? "
"È il momento in cui sono meno attivi".
"Quindi non dovrebbe essere troppo difficile"
Rise mente si rigirava nelle mani una corda. "Già, sono solo 4 anni che ci provo. Non dovrebbe essere difficile." Poi mi diede le spalle.
"Li vedi queste linee?". Non me ne ero accorta prima ma ora le vedovo chiaramente. Linee verticali lungo meno di 3 cm che graffiato la roccia. Tanti piccoli graffiti che ricopriva le pareti della grotta. Potevano essere migliaia.
"Ogni volta che uno di noi ritornava in questa grotta facevamo un segno. Queste sono tutte le volte che ci abbiamo provato e non ci siamo riusciti. Queste sono tutte le volte che ci siamo ritrovati qui e abbiamo ricominciato da zero. Ancora e ancora."
Di tutta risposta presi il coltello, tracciai un segno più grande e profondo degli altri, mi voltai e gli dissi: "questo è il mio primo e ultimo segno, è una promessa" non sapevo da dove venisse quella determinazione ma una cosa era certa: avrei fatto di tutto per arrivare alla fine.
"Sei una ragazza coraggiosa e determinata" disse. Poi chinò il capo e continuò "ma non promettere se non sai di poter mantenere". Riuscì a spegnere quella scintilla di entusiasmo che si era accesa mentre pronunciavo quelle parole."Anche io quando sono finito qui avevo la tua stessa determinazione."
"Ma noi due possiamo farcela."
"Sono felice che tu ci metta così tanto entusiasmo." Finii di infilare tutto quello che avevamo nello zaino -un po d'acqua, due coltelli, una corda, una torcia, una barretta di cioccolata e un cd dei Green Day che dubbio ci sarebbe servito- e uscii dalla grotta sentenziando con un sospiro:
"Cerchiamo solo di arrivare vivi alla fine di questa giornata."

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