Il percorso era chiaro: sempre dritto verso nord, avanzando fino ad arrivare ai piedi della la formazione rocciosa che delimitava l'orizzonte avremmo trovato il primo dei dieci specchi.
Eravamo in cammino da pochi minuti, ma Hunter era già irrequieto."Che ti prende?" Dissi senza riuscire a trattenermi.
"Niente. Un presentimento." Continuava ad annodare e snodare una corda fra le mani.
Camminavamo a passo spedito, nessuno osava proferire parola.
Il paesaggio era magnifico, sembrava quasi di essere all'Interno di un cratere lunare, invece dovevamo trovarci sul fondo di un lago ormai prosciugato da tempo, poiché vi erano pareti di roccia altissima tutt'intorno e il suolo, precedentemente sommerso dall'acqua, era sabbioso e desertico. Di tanto in tanto si vedevano delle piante secche e solitarie; altrettanto rari si incontravano anche resti di ossa. Oltre questi c'eravamo solo noi.
Sarebbe stata una piacevole scampagnata, se il vento non avesse trasportato granelli di sabbia che mi seccavano le labbra e non fossimo stati in pericolo di vita. Avevo sempre desiderato vivere un'avventura simile a quelle che leggevo nei libri. Reputavo la mia vita troppo noiosa e mi preparavo sperando che succedesse qualcosa di meraviglioso un giorno o l'altro: un mistero da risolvere, uno strano libro in cantina che nasconde verità su altri mondi, un portale che arrivava ad un regno fatato, la visita di qualche simpatico alieno...
Avevo anche in progetto di seguire le orme paterne e arruolarmi nell'esercizio o nella marina militare, mi immaginavo come una donna costantemente in viaggio e in cerca di avventure.
Un giorno ne parlai con un'amica e quello che lei mi rispose fu "non progetti di avere un marito e magari mettere su famiglia?"
Mi stupii di quella domanda perché non avevo neanche sfiorato l'idea. Nella mia mente mi figuravo da sola. Risposi che non volevo figli e che sarebbe stato difficile, se non impossibile, trovare un uomo con la mia stessa voglia di farsi ammazzare."Beh, eccomi accontentata." Dissi fra me e me, ma non era come lo immaginavo... Nella mia mente non sentivo lo stomaco bruciare per la sensazione di irrequietezza e non c'era la tensione che provavo adesso. Non mi sentivo come un elastico teso, pronto al lancio.
"Cosa?" Disse Hunter dietro di me in tono distratto. Probabilmente mi aveva sentito bisbigliare.
"Niente. Dicevo..." Trova qualcosa da dire di intelligente, pensai. "Almeno ho saltato la verifica di matematica" Appunto, qualcosa di davvero astuto. Anche se in effetti avrei preferito farmi sbranare che fare quella verifica. Era buffo immaginare che in quel momento sarei dovuta essere a scuola.
"Mh, mh." Rispose, guardandosi intorno."Che ti succede?" Ripeteii convinta che ci fosse qualcosa che non andava.
"Niente... Sai, la stramaggioranza dei novellini muore la prima volta che esce dalla caverna."
In quel momento l'ultima cosa che volevo era essere chiamata novellina."Beh, ti ringrazio, ma non ci tengo a farmi uccidere" mi irritava il fatto che non mi credesse in grado di arrivare allo specchio.
"Non agitarti, non è un insulto. È solo... Un avvertimento. Non sai cosa ti aspetta. Solo questo: rimani dietro di me." poi aggiunse a voce più bassa, quasi bisbigliando "non voglio che ti succeda niente."
Ero sempre più arrabbiata. "Preoccupati della tua incolumità, io so badare a me stessa.""Okay." Disse lui, un po' divertito. "Promettimi solo questo, è importante: se ti chiedo di fare o non fare qualsiasi cosa tu ascoltami, anche se non ne capisci il motivo. Potresti cacciarci in guai alquanto spiacevoli."
Mi dava ai nervi. Chi credeva di essere?
"Non te lo garantisco".
Lui sbuffò accennado un sorriso, e accellerò il passo.
Qualche minuto dopo, senza preavviso, si girò di scatto e mi urlò di abbassarmi. Lo feci e contemporaneamente mi girai a guardare nella direzione in cui guardava lui giusto in tempo per vedere l'ombra di uno Pterodattilo che mi sorpassava e che ci atterrava davanti tagliandoci la strada. Lo riconobbi dalle illustrazioni di un libro che avevo, solo che sul libro non sembrava così terrificante. L'apertura alare misurava quanto l'altezza di noi due insieme e, quando aprì le fauci, un verso agghiacciante simile a quello dello stridere di un gessetto sulla lavagna risuonò nella valle.
Prima che potessi reagire Hunter gli corse incontro con il pugnale sguainato che gli conficcò nel petto. Non sembrava averlo impensierito troppo, perché attaccare lì? Poi lo capii. Usò il pugnale per issarisi in groppa al dinosauro poi, con l'altro, gli perforò la membrana alare e si lasciò cadere tranciandola di netto. Una mossa geniale: così il dinosauro non avrebbe potuto prendere il volo. Infatti quando quest'ultimo provò a planare, muovendo velocemente il collo per disarcionare Hunter, la cadde di lato. Solo allora Hunter gli tagliò il collo con un movimento netto e deciso e si allontanò in fretta dall'animale, pochi secondi prima che la bestia iniziasse a dimenarsi in preda ad un attacco epilettico per poi accasciarsi al suolo. Morto.
"E il primo è andato." commentò Hunter raccogliendo il pugnale ancora dentro l'animale.
Erano tutte delle mosse studiate. Lo aveva già fatto molte volte. I movimenti erano sicuri e sapeva perfettamente ciò che doveva e non doveva fare.
A dir poco sorprendente anche per me. Ero rimasta in piedi a fissarlo, non aveva bisogno del mio aiuto. La convinzione che avevo di sapermela cavare da sola però era ancora salda. Mi convinsi che, in un modo o nell'altro, la prossima volta non sarei rimasta a guardare."Andiamo. Il rumore ne attirerà altri." A quel punto si mise a correre e lo seguii. Nella mia mente si ripeteva la scena al rallentatore per analizzare le sue mosse. Procedemmo spediti per molto tempo prima di vedere un Velociraptor venirci in contro. Subito impugnai il coltello. La mossa mi era familiare e quindi, sembrava stonare in quella situazione.
"Non mangiano solo uova e cadaveri?" Dissi io.
"Infatti" mi rispose afferrandomi il polso e frenando il coltello che mi apprestavo a tirare."Guarda".
Il dinosauro ci passò davanti ignorandoci. "Qui si tratta di difendersi, non di attaccare." Mi disse lui accennando con la testa al massiccio coltello che avevo in mano. " Se tu lo avessi colpito, il resto del branco ci avrebbe attaccato.""Quale branco?" Provai a chiedere, ma non mi lasciò finire che mi tirò per il braccio.
"Abbassati." Mi ordinò quando ci avvicinammo ad una grossa pietra. Ecco quale branco... Una decina di Velociraptor andava nella stessa direzione in cui si avviava quello che avevamo visto.
"Il primo corre 500 metri più avanti degli altri. Così, se succede qualcosa a lui, il resto del branco sa che c'è un pericolo." Quel Velociraptor si sacrificava per l'incolumità del gruppo. SACRIFICIO. Era una parola importante. Mi rimase impigliata tra i pensieri."Dove vanno?" Ma nello stesso momento in cui formulai la frase lo capii da sola. "Al cadavere dello Pterodattilo." Mi risposi. "Sapevi che sarebbero arrivati." Constatai.
" Sì. E ora muoviamoci." Adesso capivo cosa intendeva con la frase: Se ti dico di non fare una cosa ascoltami. E capii anche che senza di lui non ne sarei mai uscita viva. Non potevo permettermi mosse false.
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specchi magici
FantasyUno stupido gioco. Ecco come iniziava ogni avventura. Lo sapevo più di chiunque altro, io che passavo le serate a leggere libri. "Vediamo se hai il coraggio di entrare". La frase con cui iniziava ogni film horror e ovviamente io, che non mi do mai...