12. Non ferire, non uccidere e sopratutto non mutilare

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Tutti i semidei erano racchiusi attorno a Chirone, che stava, come ogni anno, spiegando le regole della caccia. James lo ascoltava rapito dalle sue parole e nel frattempo si guardava intorno. Tutti armati fino ai denti con armature di bronzo scintillante con criniere blu e rosse. Aniabelle e Luke stavano al suo fianco impugnando le armi. Loro avevano la criniera blu e anche lui la aveva. "Andate semidei" disse Chirone e si disposero in due squadre distinte. Dalla loro parte vi erano i figli di Demetra, Nemesi e Dionisio, mentre i figli di Apollo, Afrodite, Ares e Atena erano i loro avversari. I figli di Atena, uno squadrone di biondi sagaci, li guardava con particolare disprezzo. "Perché vi odiano tanto?" chiese James a Luke mentre Aniabelle spiegava ai figli di Dionisio e di Demetra i loro ruoli. "Perché abbiamo scelto la casa di Poseidone al posto di quella di Atena. In verità non andiamo neanche d'accordo con nostra nonna". James sogghignó e all'improvviso Katerine Jackson si materializzò di fronte a lui. "Sei pronta?" le chiese il ragazzo mentre si dirigeva da Aniabelle. "Certo, tu?" lo guardò fisso negli occhi e lui le sorrise battendole una mano sulla spalla. Il corno suonò nuovamente e la squadra si disperse. Luke seguí il piccolo gruppo di figli di Demetra ma la sorella lo richiamò. "Vicino all'acqua" gli ricordó "stai sempre vicino all'acqua". Lui annuì e corse via. Katerine seguì i figli di Dionisio e di Demetra che rimanevano. Aniabelle afferrò la bandiera e fece segno a James di seguirla. "Devi stare nascosto. Dovrai disarmare chi cercherà di prendere la bandiera, o mandarli al tappeto. Afferra le armi e al resto ci penso io". Piantò la bandiera nel terreno fangoso sulla riva del fiume e girò I bracciali. I due spadoni di bronzo le comparvero tra le mani. Da lontano si sentiva il suono ovattato delle armi che si sfregavano e dei tessuti che si laceravano finché James non avvertì uno spostamento d'aria e Aniabelle alzò una colonna d'acqua sorridendo soddisfatta, aveva funzionato. Guardò James di sottecchi. Era il momento. Lo squadrone biondo le si avvicinò, fradicio dopo l'involontario bagno nel fiume. "Sapevamo che ti saresti posizionata qui" le disse un ragazzo in testa al gruppo. Era alto e doveva avere all'incirca la sua età. Fisicamente era più forte di Aniabelle ma era meno veloce. E lo sapevano entrambi. "Non sei molto sveglia" continuò, "neppure scegliere la casa di Poseidone lo è stato. Non ti conveniva essere nostra nemica, Aniabelle", le si avvicinarono in cerchio e lei scoccò a James un'occhiata fugace. James iniziò ad avanzare, sempre rimanendo nascosto tra gli alberi, attento a non fare rumore. Il cerchio attorno ad Aniabelle iniziò a farsi sempre più stretto e la ragazza gettava rapidamente gli occhi a James che si avvicinava lentamente. Puntò la bacchetta contro il ragazzo che le parlava, Aniabelle gli puntò addosso una spada e con l'altra protesse la bandiera. James iniziò a disarmare l'uno dopo l'altro i figli di Atena, quasi danzando attorno agli alberi e disarmandoli l'uno dopo l'altra. Aniabelle iniziò ad attaccare, con un'onda allontanò dalla bandiera i ragazzi attaccandoli uno dopo l'altra li atterrò tutti e con un occhiata d'intesa, Aniabelle lanciò a James la bandiera. Senza aspettare neanche un minuto corsero via insieme, con la bandiera in mano, senza allontanarsi dal fiume. Si fermarono per prendere fiato e Aniabelle si portò una mano al petto, James la osservò, le tese una mano ma lei rifiutò mettendosi in piedi. Sentiva ancora il rumore delle spade segno che la caccia non era ancora finita. "Erano in sei" notò e Aniabelle alzò lo sguardo confusa. "E quindi?" chiese non riuscendo a capire dove il ragazzo volesse arrivare. "Erano in sei e gli abbattuti sì e no in due minuti", sospirò, bagnandosi la maglietta per rinforzarsi. "Mio padre è il migliore spadaccino degli ultimi tre secoli, forse anche di più" ammise con un sospiro "Avrà quarant'anni suonati e non riesco comunque a batterlo". James non le rispose, lui meglio di tutti riusciva a capire cosa volesse dire non riuscire ad eguagliare i propri genitori, neanche mettendoci il massimo impegno. Sentirono dei passi avvicinarsi e ricominciarono a correre. 

Se le avessero detto che sarebbe stata rapita Rose non ci avrebbe creduto, eppure stava venendo trascinata da un ragazzo attraverso il bosco. Era uscita dalla casa per osservare la massa di ragazzi in armatura che si muovevano in tutte le direzioni e non si era minimamente accorta che c'era qualcuno dietro di lei. Quando le loro ombre si allinearono Rose si voltò. Spalancò la bocca e rimase imbambolata a fissarlo per quelle che le parvero ore. Quando aveva visto Luke Jackson aveva pensato che non ci fosse nessuno di più bello eppure quel ragazzo era più bello. Tra sè e sè si chiese come avesse fatto Aniabelle a non impazzire circondata da adoni come quello. Aveva i capelli scuri, che andavano dal marrone al nero, e il viso simmetrico. Gli occhi azzurri semichiusi e le labbra piene semiaperte, come se anche lui fosse rimasto colpito. Non era molto più alto di lei e per questo Rose riusciva a vederlo perfettamente. "Scusami" le disse lui e la sua voce era talmente musicale che Rose ci mise un po' ad accorgersi che la stava trascinando via. "AIUTO!" si mise a gridare ma nè Albus nè Scorpius la sentirono. "Ovviamente" pensò "saranno troppo impegnati a capire chi di loro è più muscoloso". Fortunatamente Christian l'aveva notata e qualche secondo dopo i due amici correvano nella sua direzione. 

Aniabelle e James si fermarono nuovamente, circondati stavolta, dai figli di Ares che, in vista del loro arrivo avevano pattugliato tutto il fiume. I figli di Atena li avevano raggiunti e il biondino di prima si stava facendo beffe di loro. "Credevi non ce ne saremmo accorti? Della tua compagnia?" chiese scrutando James che abbassò gli occhi spaventato dal suo sguardo e dalla situazione. Aniabelle percepì istintivamente la sua paura, si appoggiò alla sua schiena e gli passò un bracciale. Ce l'avrebbero fatta, girarono insieme i bracciali e si lanciarono all'attacco. James andava un po' alla cieca e dopo qualche minuto era pieno di tagli sulle braccia, i figli di Ares non erano gentili nella loro difesa. Aniabelle andò contro i figli di Atena, che nonostante combattessero ad armi sguainate non riuscivano a starle dietro, Faceva arrivare ripetutamente delle onde che la rinforzassero e distraessero i nemici, sudava intensamente per lo sforzo e cercava di non lanciare occhiate a James che, nonostante la sua totale inesperienza se la cavava dignitosamente. Ad un certo punto i combattenti sentirono un "all'attacco!" gridato con forza e Scorpius saltò sulle spalle ad un figlio di Ares disarmandolo. "Muori, farabutto!" si mise a gridare mentre l'altro non si reggeva in piedi per le risate. Albus lo guardava come se fosse completamente rimbambito e poi si gettò anche lui nella mischia con grida caprine. "Che accidenti ci fate voi due qui?" James scoccò ad Albus un occhiata severa, salvo poi tradire un'espressione divertita quando tirò un bastone in testa ad uno dei figli di Atena. Quando tutti quanti i figli di Ares furono a terra, colpiti dai bastoni di Albus e dalle manate di Scorpius i due si degnarono di rispondere. "Rose è stata rapita" dissero solamente. "COSA?!" borbottarono James e Aniabelle insieme. "Si, un ragazzo, aveva i capelli neri, l'armatura..." iniziò Albus "c'è l'abbiamo tutti l'armatura imbecille!" "Taci Scorp, tanto non sapresti descriverlo neanche volendo". "Era bello?" chiese Aniabelle, mentre un sospetto si faceva strada nella sua mente "Cosa c'entra scusa?! Ti pare il momento, certo che era bello, qua sembrate tutti usciti dalla mitologia greca!". La ragazza fu lì per lì per decretare la fine di Scorpius Malfoy ma alla fine si ricredette. "E' perchè lo siamo, imbecille. Venite con me,  ho capito di chi state parlando". Non ci fu bisogno di fare neppure mezzo metro che un ragazzo comparve con Rose stretta tra le braccia, che si divincolava come un' anguilla. "Xander. Era questo il geniale piano? Rapire una persona? I miei più vivi complimenti". Lui lasciò andare Rose alzando le mani ma lei, al posto di correre via, rimase lì ferma. "Non faccio io le regole, ciò che Atena decide, io rispetto". Prima che i due potessero scagliarsi l'uno sull'altra, il suono di un corno si propagò per tutto il campo. Presto, i ragazzi con la criniera blu si sparsero per il bosco, gettando a terra gli elmi dalla gioia. Il loro piano aveva funzionato, Luke e Katerine avevano preso la bandiera. Aniabelle vide comparire i fratelli e si abbracciarono tutti e tre, nonostante fossero sudati e sporchi di sangue si sorrisero, con una complicità che poche volte gli altri avevano visto. Poi Aniabelle chiuse gli occhi e svenne. 

Aniabelle Jackson - scoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora