4. Espulsione... o quasi

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Aniabelle si avviò verso la presidenza. Appena fuori l'infermeria Adrien e Jennie la affiancarono. Aveva voglia di piegarsi in due e vomitare l'anima fino a essere lasciata in pace. "Meringa al limone" disse Jennie e dal grifone comparvero delle scale. Non appena entrò in presidenza vide lo sguardo infuriato della preside puntato su di lei. "Siediti Jackson" le disse indicandole una poltrona di fronte alla sua scrivania. La preside sospirò prima di rivolgersi all'alunna. "Come devo fare con te? Tre volte in Infermeria in un mese, - 70 punti accumulati in tre mesi di scuola, cinque fratture. Dico bene Jackson?" Aniabelle annuì deglutendo. "E poi il colmo Jackson! Entri nel bagno dei prefetti, pietrifichi un ragazzo e ordini anche di obbliviarlo! Per questo ti meriteresti l'espulsione. Entri pure signor Potter" disse a James che era appena entrato in sala. Si sedette di fianco ad Aniabelle e i due si scambiarono uno sguardo ansioso. "Signor Potter non ci sono prove che sei l'obbliviatore della signorina Jackson. Se lo fossi, dovrei espellerti Potter" Aniabelle deglutì, era ovvio che l'obbliviatore fosse lui ma la preside gli stava dando una possibilità. C'era solo da vedere se James l'avesse colta. James le strinse la mano prima di rispondere. "Non sono stato io". La preside annuì, soddisfatta. Ad Aniabelle sprofondò il cuore. Era stato lui, aveva mentito per salvarsi la pelle. Nonostante la preside gli avesse fanno cenno di andare lui rimase lì tenendo la mano di Aniabelle. La ragazza, arrabbiata, tentò di scostarsi. "Professoressa io non ho obliviato nessuno. E Aniabelle non lo avrebbe chiesto a nessun altro se non a me. Pertanto Adrien le ha mentito. Che prove aveva con sè?". La preside scosse la testa, sapeva già dove sarebbe andata a parare quella discussione, in realtà dall'inizio non avrebbe mai voluto espellere nè l'uno, nè l'altra. Cercava solo di insegnargli qualcosa, di fare il suo lavoro. "Sì e svegliato nel bagno senza ricordare nulla della sera prima e la signorina Key ha sentito Heather McConnell raccontare le vicende ad Albus Potter. Inoltre signorina Jackson so benissimo che ti infiltri nel bagno dei prefetti da cinque anni. Te l'ho lasciato fare perchè non voglio che tu ti prenda la febbre ogni Inverno per gettarti nel lago nero". Aniabelle impallidì ma mantenne la calma. "Professoressa si sbaglia. Io non avrei chiesto a nessun'altro tranne che a lui di obbliviare qualcuno". Era vero. "E perchè mai signorina Jackson?". Aniabelle disse la prima cosa che le venne in mente. "Perchè siamo fidanzati". Questo era un po' meno vero. "Cosa!?" disse James e Aniabelle gli stritolò la mano per fargli comprendere che se avesse parlato l'avrebbe persa. "Eh, si" disse lui annuendo. Le cinse le spalle con le braccia e Aniabelle poggiò la mano restante sulla sua. La preside, scettica, li lasciò andare. Ma prima ammonì Aniabelle. "Un'altra cavolata, signorina Jackson e la rispedisco dritta in America". Si allontanarono stertti l'uno all'altro in una maniera che dava a entrambi il diabete. Non appena furono fuori dalla portata dello sguardo della preside scoppiarono entrambi a ridere. Si appoggio al muro in preda ad un riso incontenibile. "Wow, Jackson, mi aspettavo di tutto ma di sicuro non questo" Aniabelle si inchinò scherzosamente. "Lieta di sorprenderti". A quel punto Aniabelle ne convenì che lei e James Potter erano ufficialmente diventati amici. Lasciamo Aniabelle e James un'attimo e concentriamoci su ciò che stava accadendo al resto del gruppo. In quel momento Albus Potter si stava dirigendo sui sotterranei con una bambina tra le braccia. Heather McConnel lo seguiva discretamente. Era difficile stare al passo di Albus. Si diressero verso il dormitorio di Serpeverde del secondo anno e depositarono Katerine Jackson sul suo letto. Heather le tolse le calze e le scarpe, rimboccandole le coperte. Si soffermò sulle lacrime secce che ancora solcavano il suo volto. Poverina, pensò. "Credi che dovremmo spogliarla?" chiese Albus. "Certo che no! Per quale motivo idiota!?" Albus alzò le spalle. "Bho, per metterle in pigiama. Non so, potrebbero essere sporchi i vestiti". Heather arricciò le sopracciglia. "Sarai un ottimo padre" disse mentre si sedeva. Albus ammiccò. "Vuoi scoprirlo?" "No". Si sentì un altro tonfo. "Dannate scale!". Scorpius era di nuovo cascato cercando di entrare nel dormitorio femminile. Heather scosse la testa, quel testone non avrebbe mai imparato. "Come sta Katerine?" disse massaggiandosi la testa. "Sta bene" borbottò discretamente Heather mentre lo aiutava ad alzarsi. Albus era ancora sulla soglia delle scale. Non osava percorrerle senza Heather di fianco. "Come hai fatto a salire tu?" chiese Scorpius massaggiandosi il capo. Avrebbe avuto una commozione celebrale alla fine dell'anno. "Avevo Heather di fianco. Lei ha tutto il diritto di salire" gongolò Albus sedendosi e spingendosi delicatamente sulle scale. Queste si allisciarono subito e Albus scivolò, compiaciuto per aver avuto quell'idea. "Iuuu" borbottò alzando le braccia. Heather scosse la testa. "Hai cinque anni per caso?" il ragazzo annuì. "Rose?" chiese Albus al ragazzo. Scorpius alzò le spalle. "Ha detto che sarebbe andata a vedere cosa è successo ad Aniabelle e a James. È stato convocato anche lui". Appena lo seppe Albus sfrecciò via. Raggiunse la presidenza in meno di due minuti e lì trovò una folla incredibile. Almeno venti, trenta maghi di tutte le case alzavano le bacchette in segno di protesta. Erano tutti uomini, notò lui esterrefatto. "Non espellete Annabelle Jackson, non espellete Annabelle Jackson!" Albus inorridì. Era una... manifestazione? Stavano manifestando davvero. Aniabelle e James si trovarono bloccati in quel tumulto cercando di spiegare che non erano stati espulsi. Aniabelle individuò mediatamente l'amico e gli face un cenno che stava a significare qualcosa come "liberami. Liberami ora". Albus blaterò qualcosa e si fece largo tra la folla e appena arrivò in cima afferrò le mani di Aniabelle, trascinandola in salvo. Non appena si allontanò la folla si disperde, giusto in tempo per non udire la preside affacciarsi e dire "Cos'è tutto questo baccano?" James era ancora lì davanti ma ormai di fronte non c'era più nessuno. "Oh insomma! Anche io rischiavo l'espulsione eh? Sono felice che a così tanta gente importo di me" allargò le braccia e poi le incrocio all'altezza dello stomaco prima di disperdersi anche lui. Aniabelle ed Albus si trovavano con i piedi immersi nel lago nero. Rose e Scorpius li raggiunsero e infilarono i piedi a loro volta, osservando il tramonto all'orizzonte. Avevano i pantaloni fradici a furia di stare seduti sulla neve e l'acqua era gelida. Rose posò la testa sulla spalla di Scorpius e lui le circondò le spalle. Aniabelle invece si stese sulle gambe della amica. Albus si stese su di lei. Risero. Scorpius sospirò e tossì tra le risate generali. Rise anche lui, consapevole che quel momento era davvero perfetto. "Allora" disse Albus rompendo il silenzio. "Sei stata espulsa?" Aniabelle scosse la testa e Rose gemette. Il ferretto di Aniabelle era conficcato nella sua coscia. "Certo, dato il numero di manifestanti credo sarebbe stato alquanto difficile che lo fossi" Rose alzò la testa dalla spalla di Scorpius. "Manifestanti?" disse lui dando voce ai suoi pensieri. "Quali manifestanti?" "C'era una manifestazione vera e propria. Tra un po' avrebbero tirato fuori anche i cartelli: liberate Aniabelle Jackson. Sarebbe stato divertente". Rose rise gettando praticamente la testa sull'amico. "Si vede che sei intelligente" disse lui, Rose stava per ringraziarlo del complimento quando aggiunse "La tua testa persa davvero dei quintali!". Rose gli schiaffeggiò una mano. "Scorpius Hyperion Malfoy come osi dirmi una cosa del genere?!" lui finse un brivido. "Sembri mio padre quando lo dici. È terrificante. Scorpius Hyperion Malfoy come osi rispondere a tuo padre? Vai in camera e ringrazia la mia clemenza" i ragazzi risero. "Se mai incontrerò tuo padre - disse Rose, con il tono di chi sperava che non accadesse - ricordami di mettermi in una posizione di vantaggio. Da come ne parli quell'uomo mi fa paura. Tipo digli che ho un diploma anticipato e che sono purosangue!" Albus scosse la testa. "In realtà tu sei mezzosangue Rosie. La zia non è nata babbana?" Rose sbuffò. "A volte dimentico che sei mio cugino". I quattro risero godendosi la vista del sole che sprofondava nel lago nero. Heather guardava i quattro dalla finestra quasi con rammarico, consapevole che non faceva davvero parte di tuto questo.

Aniabelle Jackson - scoroseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora