~Benvenuto...~

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Mi è strano entrare nella nuova scuola… quest'anno è la terza che cambio, ma non per gli alunni o i professori, ma per me. Dato che non mi va bene mai nessuno, incontrare e andare in nuove scuole secondo me è la soluzione, o almeno, finché non trovo colui che farà per me. Ho una filosofia strana, lo so!

Mi chiamo Teo: Teo Rubber, ho 15 anni, e non ho mai testa di studiare. Mi piace essere serio, ma sono sempre timido e tutti mi prendono in giro, che teste di —

‘La classe non è male.’. Penso. Tutti sono al loro posto, altri parlano con i compagni di banco. Menomale che ho scelto un banco singolo, ecco, mi piace la solitudine. Passano esattamente due minuti, la porta si spalanca e entra una palla da baseball, rompendo la finestra.
‘Che cosa, non ci sono regole?’. Un ragazzo entra con una mazza da baseball, e si scusa.

«Scusatemi tutti! Sono Ray Maison, della 5C, la palla mi è sfuggita. Per caso una di voi ragazze fa la racchetta palle?». Ride, con tutti, ma io non ci trovo niente di simpatico. Incrocia il mio sguardo un po' imbronciato, e mi fa un sorrisino altrettanto malefico. ‘Ma chi è sto tipo ora?’. La professoressa Tyson entra in fretta, ed è pure quella di latino! Tutte le professoresse di latino sono antipatiche e arroganti, assolutamente. Gli mette una nota, e per poco non gli tira un cazzotto in testa. Evidentemente tutti lo considerano l'amico simpatico del gruppo, persino i professori, ma cosa ci trova di bello, in sé e nelle sue battute? Io nulla.

L'ora di latino finalmente finisce, pensavo durasse per sempre. Chi me lo fa fare? Mia madre, giusto. Guardo l'orario scolastico, e perché il lunedì è così pesante? Ora vengono due ore di educazione fisica. Non lo capiscono che sono bravo solo nell'ora della ricreazione? Bruh..
Giri di campo, uno, due, tre, sono già stanco morto. Perfetto no? Un ragazzo, Larry, si avvicina a me e mi porge la mano mentre sono sdraiato per terra, con l'affanno.

«Tutto bene?»
«Ti sembra che sto bene?»
«Dai, è passata solo la prima mezz'ora.»
«Bene…»

Mentre ride faccio un sospiro, e mi aggrappo alla sua mano, in modo d'alzarmi. «Grazie…»
Mi inchino, lui successivamente. Piano piano con lui mi sciolgo sempre di più, è simpatico, dai… e poi mi fa ridere che invece di fare la schiacciata cade di faccia a terra, anche se mi dispiace un po'.  «Haha, fatto male?» dico, mentre lui mi fa il pollice in sù. Annuisco e torno al mio posto, senza niente d'aggiungere. La giornata prosegue molto, molto bene. Tranne nell'ora di pranzo, io e Larry non abbiamo mangiato, che razza di cibo danno? La prossima volta me lo porto da casa. Così imparano. Però ho avuto la possibilità di vedere l'intera scuola, e si non mi sono sbagliato, Larry è davvero gentile…

Mi sento qualcosa che scola sulla mia testa, mi giro e vedo quel… Ray, hm? «Hey, simpatichello che non ride alle mie battute, la gatta invece di mangiarti la lingua ti ha mangiato l'umore?» Dice ridendo, io lo guardo fisso, in silenzio. L'acqua scola, bagnandomi gli occhiali, il viso e un po' la divisa. Io lo guardo, come se volessi minacciarlo. Vado in bagno, ma lui mi segue, cerco di asciugarmi.

«Sei quell'amico che si offende per niente?» dico.
«E se anche fosse? Tanto sto simpatico a tutti! Bwhahahaha!» –a tutti, tranne che me.
«Certoo…»
«Hey, su, era un giochetto.» mi mette un braccio accanto al collo. «Era solo un bicchiere d'acqua. Come hai fatto a bagnarti così tanto?»
«Stai scherzando?»
«Ancora una volta, si.»
«Simpatico, mah…»
«non fare il timido e sorridi, dai!»
«Per la precisione, tu non mi stai affatto simpatico. Chiaro, signor Ray!?»

Tace, ma continua a sorridere come per dire: “Non è finita qui!”. Lo odio, lo odio, lo odio.
Vado di nuovo da Larry, che mi aspettava in classe.

«Tutto bene..?» Annuisco, e la conversazione finisce lì. Non voglio parlarne. Lui è della 5C, quindi abbiamo… tre anni di differenza? In teoria, si. A diciott'anni di può essere così stupidi? Andasse a zappare la terra nei campi. Sicuramente uno come lui avrebbe detto: “Mi dispiace, tesoro, voglio diventare un comico!” interpretato con la sua vocina insignificante.

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