~Scusami...~

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Si sono fatte le 20:00. Sono letteralmente esausto. Usciamo tutti da casa di Larry, e non posso negare che invece di camminare ho corso. Ray, con le mani nelle tasche e il cappellino della New York, mi guarda dicendo:
«Abbiamo il tipo che fa la Naruto Run!»
Ma da dove ti escono? Fanno letteralmente pena le sue battute. Non lo capisce. Jacopo lo guarda, e sembra non saper se ridere o piangere.

«Ragazzi, domani e sera vi va di andare a bere?»
«Ma si, beviamo per dimenticare!»
«Ray, smettila. Non fai ridere.»
«Capirai!»
«Non puoi dire: “Beviamo per dimenticare”!»
«Perchè no?»
«Ti rendi conto che c'è gente che lo fa sul serio?»
«Ma io l'ho detto per far ridere…»
«Dai, Teo, Ray non voleva-»
«E allora capiscilo che non fai ridere, ma solo pena!»

Non ricevo nessuna risposta, a parte da me stesso. Mi sono arrabbiato per nulla, ma sono ancora stressato da cosa è successo prima. Ray abbassa lo sguardo, e con un “Buonanotte...” in sotto fondo, se ne va. Prendo la strada opposta, in modo da non incrociarmi con lui, ma a differenza sua, me ne vado senza dire nulla. Jacopo sospira, e non dice niente, semplicemente rientra a casa di Larry, in cerca di aiuto.

Arrivato a casa, guardo i miei genitori che mi dicono:
«Hey, ragazzo, adesso hai 18 anni, quando pensi di andare via per gli studi?»
Io li guardo, ma non dico nulla. Adesso si mettono pure loro a stressarmi, come se mi stessero cacciando. Vado in camera mia, dove mi isolo dal mondo, e prendo il telefono. Noto messaggi sopra messaggi sul gruppo.

Jacopo
Ma quindi come restiamo per bere?

Ray
Ovviamente ci sono, lol

Non reggo l'alcol.
Visualizzato.

Larry
Serio? Vabbè ti bevi l'acqua!

Ray
Cosa sei, un santarello? Ahhaahaha

Non rispondo, spengo il telefono e lo metto sotto il cuscino. La mattina seguente non mi suona la sveglia, e dormo fino alle 8:40. ‘Entro in seconda… ho capito…’ Mi alzo e vado in bagno. Stranamente a casa non c'è nessuno. Quindi ne approfitto per fare un po' di baccano.

Per andare a scuola prendo un taxi, almeno sono puntuale, dato che è lontana da casa mia. Entro nella classe e mi trovo quella di latino a fissarmi…

«Signor Rubber, che fine aveva fatto?»
«Professoressa, buongiorno. Dovevo entrare in terza, mi risparmiavo una voce strillante appena sveglio.»
«Signor Rubber! Come si permette? Metta tutto a posto sul tuo banco e esca fuori per tutta l'ora!»

Faccio un sorrisino, tipo per sfidarla, era un bene, non vedevo quella faccia da strega che aveva. Bleah. Faccio esattamente quello che dice, poi esco. Fortuna mia, oggi è venerdì e la preside il fine settimana non c'è mai. Quando sento la porta aprirsi vedo Ray, che esce dalla classe. Lì penso che devo scusarmi.

«Ray! Ah… ecco io…»
«Cosa?»
«Mi dispiace per ieri, ero stressato ed ecco io… non volevo dirti quelle cose… mi dispiace, ogni tanto però... Mi fai ridere…»
Si fa una mezza risata. «Ma cosa! Non c'è problema. Capita una giornata no. Poi io-»
«No, no, non dirlo in pubblico, eh.. eh..»
«Ho capito.» Ride.

Prende la mia testa, e mi dà un bacio sulla fronte. Non so cosa dire, in realtà neanche cosa pensare… La porta della classe si spalanca, e c'è ancora una volta quella di latino.

«Ray! Ti avevo mandato in bagno! Starai anche tu fuori!»

Ray ride, e non aggiunge nulla, fa cenno di saluto con la mano e va in bagno. Quando ritorna si mette accanto a me per terra. Mi guarda un po'.

«Hai un gatto?»
«Perchè pensi ciò?»
«Volevo sapere se eri allergico ai gatti. Io ne ho uno, si chiama Lumy.»
«Perchè “Lumy”?»
«Perchè chiamavo così mia madre quando ero piccolo. Vuoi venirlo a vedere?»
«Disturbe-» Non finisco neanche di parlare che mi arriva un pugnetto sulla testa. E penso che l'abbia preso come un: "verrei molto volentieri!", anche se è vero che ci voglio andare. Per il gatto però.

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