~Matrimonio~

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Sono passati tre anni da quando io e Ray non parliamo. Ho fatto il mio percorso, e ora lavoro come registra. Anche se sono stati anni difficili, e le parole del padre di Ray mi hanno ferito gravemente, non ho ancora rinunciato al suo amore, e sono ancora convinto che un giorno posso amarlo stando al posto di Emily.

Torno nel mio appartamento dopo una lunga giornata di lavoro. Do da mangiare al mio cane, Ken, e mi preparo per rilassarmi un po'. Dopo aver fatto la doccia, e aver sgranocchiato qualcosa vado sul divano e accendo la televisione. Prendo il telefono e vedo che ho molti messaggi non letti, da Jacopo e Larry. In realtà ne guardo uno in più, da parte di… Ray? Non ci sentiamo da qualche anno, e ricompare così? Apro la chat, notato la fotografia che mi ha inviato. È un invito, ad un matrimonio. Si sta per sposare con… Emily… lei aveva detto che non era per sempre, quindi perché ora lui… loro… in quel preciso istante mi vengono un botto di frasi in mente, tra cui una, che adesso do ragione. Mi devo rassegnare. Come aveva detto Jacopo quel giorno. Mi devo rassegnare. Scrivo anche agli altri, cercando di sapere se loro vanno o no al loro matrimonio. Li chiamo uno a uno, e dicono che ci vanno volentieri, infondo Ray li ha invitati, quindi forse ci conta ancora come amici. Sono curioso di sapere quante altre persone ha invitato, e sono sicuro che anche se siamo in milioni non è un problema per lui. Ray è diventato un figlio di papà, da quando suo padre ha avuto il controllo di quello che faceva Ray, ogni suo sogno veniva infranto, e ogni suo desiderio era un ordine. Per uno come me, che non può avere questa opportunità, è solo una vita da sogno, una vita in cui puoi permetterti tutto, ma sono sicuro che per uno come lui è un inferno. Tale vale per Emily, che, poverina, secondo me il padre la sottovaluta il doppio perché è donna. Scommettiamo?
Ken, dopo aver finito di mangiare, si avvicina a me in cerca di coccole. Si mette comodo sul divano, accanto a me, e con la zampa mi tocca la gamba. Lo guardo attentamente, pensando a Lumy. Il suo gattino. In tutto questo tempo non ho imparato nulla, se non una cosa: ogni volta che vedo qualcosa di famigliare mi viene sempre in mentre lui. Non so se questo si possa chiamare o no vero amore, perché alla fin fine mi sono convinto che nessuno sa amare, c'è sempre qualcuno o qualcosa che ostacola la propria storia d'amore, e qualsiasi cosa tu voglia fare, non c'è speranza di scappare.

Il giorno del matrimonio si è avvicinato, e la domenica è più tranquilla del solito, come quelle dei film. Gli uccellini cantano, e il cielo è sereno. Mi lavo e mi preparo per bene, cercando di fare una buona impressione dopo anni. Metto uno smoking normale, con una cravatta nera e un fazzoletto sulla sinistra, come i veri uomini eleganti, si? L'unica cosa che lascio così sono i capelli, perché pettinati e sistemati con gel e lacca non mi piacciono, sembra che una mucca mi ha leccato sulla testa. Quindi li lascio così. Prima di uscire metto il mangiare al cane, perché è più che sicuro che faccio tardi. Gli faccio una carezza ed esco di casa. Sulle scale prendo il telefono che avevo in tasca, e vedo l'orario. Mi fermo per un attimo, guardando l'invito su WhatsApp che mi aveva inviato la settimana prima. Sono in ritardo di un'ora, e la messa deve essere già finita. Scendo le scale di corsa, e non posso neanche chiamare un taxi, perché in zona per ora non ci sono. Mi metto a correre più del dovuto, e una volta arrivato davanti alla chiesa mi viene la strabiliante idea di fare una figura del cazzo.
Entro spalancando la porta, e proprio mentre stanno per darsi il bacio grido:
«Mi oppongo!»

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