27. Selfcare

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POV'S

Ciò che accadde dopo che Tom uscì dal bagno, fu un evento raro, o meglio, esclusivo. Era un folle e giovane, carnefice. I ragazzi non potettero fermarlo. Al telegiornale parlarono di quel che successe, delle dozzine di morti, ma nessuno era a conoscenza dei dettagli. Ma una cosa era chiara sul rapporto tra Tom e la sua sposa cadavere; lui avrebbe ucciso per lei.

BILL POV'S

Era tarda notte, ma ancora non se ne parlava di riposare. Era quasi una regola; quando Tom entrava nella fase "carnefice", era finita. Aveva appena ucciso delle persone innocenti, ma di certo non si sarebbe fermato a questo... Tutto ciò era solo l'inizio dell'inferno.

Ora si stava dirigendo verso la sua macchina, con quell' andatura minacciosa e quello sguardo tossico. Io e i ragazzi eravamo costretti a seguirlo, soprattutto in un momento come quello.

Entrai in macchina ed inserii la chiave nel quadro. Natasha era in macchina con Georg, visto che doveva accudire Ashley, che ancora giaceva senza sensi. Alla fine partimmo tutti dietro il capo banda. Guidava veloce e del resto era la normalità, se solo non fosse che non seguiva una sola corsia. Nessuno di noi sapeva la destinazione, apparte Tom. Dopo un po' ci fermammo in un parcheggio vuoto. Tom scese dalla sua macchina e appoggiò le spalle su essa.

Gustav: Qual'è il piano?

Chiese scendendo dalla macchina. Io guardavo Tom, cercando di capire a cosa stava pensando.

Di certo gli passavano in testa pensieri diabolici...

NATASHA POV'S

La guardavo senza proferire parola. Ashley era davvero bellissima e non si meritava tutta questa sofferenza. Ero certa che Tom avrebbe scoperto chi le aveva fatto questo, ma impaurita da cosa avrebbe potuto fare dopo. Era un uomo pericoloso e senza timore.

Sentii qualcuno bussare sul finestrino anteriore della macchina. Lo abbassai e incontrai lo sguardo cupo di Georg.

Georg: Tom vuole che scendi.

Guardai di nuovo Ashley, che aveva la testa poggiata sulle mie cosce, poi guardai Georg.

Georg: Adesso.

Sospirai e spostai Ashley. Scesi con calma dal veicolo e alzai lo sguardo, soffermandomi su Tom. Quando incontrò il mio sguardo, mi pietrificai sul posto. Fece cenno di avvicinarmi a lui, quindi, lentamente, mi incamminai. Una volta giunta davanti a quell'incubo vivente, abbassai lo sguardo. Con una mano mi prese il mento e fece in modo che lo guardassi negli occhi.

Tom: Quando si sveglierà, dovrai essere abbastanza convincente perché lei ti racconti quel che le è successo. Intesi?

Lo continuai a guardare negli occhi. Non potevo fare nulla, ma ero profondamente incazzata con lui. Avrei voluto sbattergli la faccia sull'asfalto. Del resto era anche colpa sua, perché lui aveva baciato quella zoccola non prestando attenzione ad Ashley.

Strinsi i pugni e lo guardai male. Lo odiavo per il modo in cui trattava Ashley. Aveva distrutto una mia amica... anzi, forse l'unica amica che avevo.

Mi prese per i capelli e mi portò la testa all'indietro.

Tom: Non fare la stronza Natasha. Non ti conviene farmi incazzare ancora di più.

Provai a colpirlo, ma lui fu più veloce di me. Mi strinse la faccia e mi fece cadere brutalmente. Ero tutta graffiata, ma soprattutto mi usciva sangue dal naso.

Mi calpestò lo stomaco e mi guardò con odio.

Bill: Tom.

Sentii la voce flebile di Bill chiedere di fermarsi.

Tom: Fanculo, non mi voglio sporcare le mani con il sangue di una puttana.

Disse lasciandomi a terra. Aveva perso il controllo... sapevo che si era trattenuto per poco...

TOM POV'S

Avevo voglia di uccidere. Volevo distruggere il figlio di puttana che aveva stuprato la mia donna. Mi portai una mano alla fronte. Andai verso la mia macchina e feci rombare il motore. Vidi i ragazzi fare la stessa cosa, ma prima Georg venne verso di me.

Georg: Tom, dovremmo tornare a casa. Lei ha bisogno di riposare per bene.

Lo guardai negli occhi senza biascicare nessuna parola. Guardai la strada e poi partii. Con il riflesso degli specchietti lo vidi risalire in macchina. Gustav e Bill partirono subito dopo me, e poi Georg fece la stessa cosa.

Non appena arrivati a casa scesi subito dalla macchina. Avanzai verso quella di Georg, aprii lo sportello e senza degnare uno sguardo a Natasha, presi Ashley a modo di sposa.

I capelli le penzolavano morbidamente, sfiorandomi il bicipite sinistro. Era fottutamente bella, di questo ne ero certo. Ma ero anche certo del fatto che fosse stata lei a fottermi il cervello. La poggiai delicatamente sulle lenzuola. Le spostai i capelli dal viso e le accarezzai i lineamenti a dir poco perfetti.

Tom: Mi dispiace Ash...

Le sussurrai sulle labbra.

Tom: Forse dovrei lasciarti andare, sai?

Continuai giocando con una ciocca dei suoi capelli.

Tom: Non voglio più metterti in pericolo.

Dissi infine, baciandole le labbra rosee.

ASHLEY POV'S

Mi risvegliai frastornata sul letto, non capendo dove fossi. Mi sedetti lentamente, portandomi le manis sulla faccia. Guardai velocemente i miei vestiti, e vidi che indossavo la mia camicetta da notte di seta rossa. Mi guardai in torno e solo dopo capii. Ero... ero nella mia camera. Nella mia vera camera.

Mi alzai velocemente dal letto, ma caddi subito dopo, per via della pressione bassa. Mi rialzai lentamente e odorai il meraviglioso profumo alle rose di cui odorava la casa. Camminai per il corridoio appoggiandomi alle pareti, fin quando non arrivai nell' open-space. Vidi sull'isola della cucina due tazze di caffè; erano lì dall'ultima colazione fatta con Kira.

I ricordi riaffiorarono nella mente, tanto da sfuggirmi una lacrima. Iniziai a piangere, sorridendo. Finalmente a casa.

Ero particolarmente felice, ma sentivo una morsa allo stomaco. Tom? Dov'era Tom?

BILL POV'S

Andai in garage, dove vidi mio fratello davanti a tre grandi schermi. Erano le telecamere che proiettavano le immagini in tempo reale, della casa di Ashley.

Bill: La lascerai andare veramente?

Chiesi guardando i filmati, poco più distante da Tom.

Tom: Non voglio.

Guardai il pavimento, ricevendo la sua risposta.

Bill: Cosa intendi fare adesso?

Chiesi riportando lo sguardo su di lui.

Tom: Trovare e torturare il bastardo che le ha fatto del male.

Disse girandosi verso di me, con un sorrisino sghembo ed il suo solito sguardo.

Continua...

My dark half - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora