16. Return to me

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ASHLEY POV'S

Appena finì, mi rivestì e tornammo a casa. Ero scioccata, non ho potuto fare nulla a riguardo... arrivammo a casa. Scese dalla macchina ed entrò a casa. Non sembrava affatto pentito... Entrai anch'io

Bill: Ashley... ci siamo sbarazzati dei corpi

non risposi e salì in camera. Avevo ancora le lacrime agli occhi ed ero mezza svestita. Mi chiusi la porta alle spalle e mi rannicchiai a terra, vicino alla porta. Avevo dimenticato le sigarette nella borsa e la borsa era in macchina. Ero inespressiva, avevo solo bisogno di una sigaretta e di sfogarmi. Aprii lentamente la porta, ma sentii i ragazzi parlare in cortile, quindi mi affacciai leggermente alla finestra e origliai...

Bill: che le hai fatto?

Tom non rispose, ma prese una sigaretta

Bill: cazzo Tom, vuoi capire che non ha senso proteggerla e poi fargli questo!? non so cosa tu gli abbia fatto, ma cerca di risolvere

disse Bill andandosene

mi spostai dalla finestra e mi accasciai a terra. Ricominciai a piangere e sentì le lacrime rigare obliquamente nel mio viso. Non ho potuto salutarle, non ho potuto fare nulla oltre uccidere quegli stronzi. Sono stata stuprata dall' uomo che credevo mi piacesse.

Iniziai a singhiozzare... ero appena crollata e non c'era nessuno lì per me. Mi alzai lentamente e provai a spogliarmi, nel bagno in camera. Ero davanti allo specchio e guardavo il mio corpo... avevo i fianchi rossastri e dei lividi al seno, con un' espressione distrutta in volto.

Entrai in doccia e iniziai a sfregare il mio corpo con tutte le mie forze... piansi e piansi... uscii dalla doccia ed entrai in stanza. Misi un intimo e una maglietta larga con dei pantaloncini. Avevo i capelli bagnati sia dalla doccia, che dalle lacrime... Ero distrutta, ero semplicemente rotta. Avrei voluto tornare a casa, vedere le loro cose e dormire nel mio letto...

Poco dopo sentì il cigolio della porta e un ombra che mi terrorizzava. Entrò nella stanza e chiuse la porta dietro di sé. Non lo guardai nemmeno, ma mi rannicchiai nel letto e portai le ginocchia al petto, provando a trettenere le lacrime.

Si fece la doccia e uscì dal bagno con l'asciugamano attorno al bacino. Si posizionò davanti l'armadio e incrociò le braccia.

Tom: dobbiamo parlare... adesso.

Ashley: fanculo

si avvicinò a me

Tom: non è un'affermazione, ma un ordine

si spostò e si girò, si tolse l'asciugamano e immersi la testa tra le ginocchia. Si mise i boxer e un pantaloncino largo, che arrivava poco sopra al ginocchio, nero. Si sedette sulla poltrona di fronte a me e mi guardò.

Tom: siediti qui

indicò le sue ginocchia, quindi non mi mossi di un punto

Tom: ti conviene non farmi incazzare più di quanto già non lo sia

disse... lo avrei ascoltato, pur di non esser maltrattata ancora, perché pur essendo una donna forte, sono giunta al limite. Mi sedetti sul letto e lo guardai con i miei occhi inebriati dal rosso.

Ashley: che c'è?

dissi con menefreghismo

Tom: non ti dirò che mi dispiace per il fatto che siano morte... mi piace vederti così debole, che non hai la forza di contraddirmi

lo guardai negli occhi e vidi quel mezzo sorrisetto compiaciuto. Quest'uomo mi lasciava senza parole... pensavo che si sarebbe scusato e che mi avrebbe fatto le condoglianze, invece buttava altra merda... del resto era Tom Kaulitz, quindi non c'era molto da aspettarsi.

My dark half - Tom Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora