𝗶 𝘀𝗲𝗲 𝘆𝗼𝘂, 𝘆𝗼𝘂 𝘀𝗲𝗲 𝗺𝗲

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⋆.• Ship: MhokDay

Parole: 2.006

Comfort fic for: TaeRRificante 

⋆.• SMUT alert: Tiro giù, infilo la mano dentro ai suoi boxer.

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È passato un po' di tempo dal mio intervento.

Quasi quattro mesi.

Intensi, pieni di cambiamenti.

La mia vita scorre come una volta, ma in maniera più... reale. Mi sento vivo, di fianco a Mhok che mi tiene la mano ad ogni conferenza del mio libro, per strada quando andiamo a prendere un gelato, a casa quando leggiamo Last Twilight.

Io e Mhok abbiamo tanto in comune, per quanto possa sembrare un po' una frase fatta.

Ha perso sua sorella, io ho perso me stesso quando ho deciso di dedicare la mia vita al tennis. È vero che abbiamo reagito in modo diverso, perché lui si atteggiava da tipico bad boy e io ero solo uno stronzo, innamorato del mio compagno, che cercava di farsela passare in silenzio, sperando in un miracolo.

Io sono ancora un po' stronzo, forse.

Perché faccio finta di odiare i girasoli che Day mi posa, ogni singola sera, dopo il lavoro in officina, sul tavolino del salotto, con la scusa che i fiori sono bellissimi, io voglio ricordarti ogni giorno che sei il fiore più bello nel mazzo.

Sdolcinato, vero?

Mhok che sembra ricoperto da una corazza dura, simile a pellaccia di ferro. Per me, diventa un piccolo innamorato che porta i fiori al suo fidanzato – con cui andrà a convivere tra un po' – per "dispetto".

Sa che mi piacciono, non si lamenta mai delle mie labbra arricciate.

Sa che mentono.

Mi appoggio contro all'isola della cucina, accarezzando il mazzo di girasoli.

«Vuoi un vaso?»

Sbuffo.

«No, ora li butto nella spazzatura.»

Non è vero, non lo faccio mai.

Il mio studio è off limits per lui, ed è anche il luogo in cui custodisco tutto ciò che voglio tenere segreto. È uno spazio personale, qualcosa che non ho ancora il coraggio di condividere con lui, perché racchiude i ricordi del mio passato da atleta, che ormai ho deciso di mettere da parte, per dedicarmi a tutt'altro, e anche... l'inizio della mia storia, della nostra storia quando sono diventato cieco e non mi fidavo di nessuno.

Sentivo nelle parole degli altri di essere solo "il ragazzo cieco di cui prendersi cura".

Ma Mhok è sempre andato oltre l'apparenza, voleva ricominciare da zero per sé stesso.

E ha trovato me.

Prendo il mazzo di fiori, mi avvio verso al mio studio.

Ma quando apro la porta, chiusa a chiave stamattina, percepisco due grosse braccia stringersi intorno al mio stomaco.

Mi spinge dentro, sorridendo appoggiato al mio orecchio.

«Posso entrare?»

«Sei già entrato – senza permesso – con me, Mhok.»

Poso il mazzo sulla scrivania all'ingresso, sospirando.

Ma sorrido un po', perché queste dimostrazioni d'affetto mi fanno scaldare il cuore.

☽ 𝗯𝗼𝘆𝘀 𝗹𝗼𝘃𝗲 𝗼𝗻𝗲 𝘀𝗵𝗼𝘁 ᵈʳᵃᵐᵃDove le storie prendono vita. Scoprilo ora