13: La leggenda di Alaron e Evan

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Cork, Irlanda

1930

IVY

Quando, dopo un viaggio in carrozza, Ivy scese in città, inspirò profondamente la brezza marina e il profumo di libertà.

-Ti ricordi il libro che mi hai regalato l'anno scorso?- le domandò Brian.

Ivy si voltò verso l'amico, annuendo incuriosita. -Il giorno in cui ci siamo conosciuti?-

-Proprio quello.- Brian estrasse il tomo dal cestino. I caratteri del titolo spiccavano sulla copertina nera e lucida. -Ho pensato che finalmente avremmo potuto dargli un'occhiata. L'ho trattato bene, giuro!-

Ivy sorrise, allungando una mano sul libro. Era un ricordo di suo padre, l'ultimo. Un oggetto che era riuscita a portarsi via prima che la casa di Dublino gli fosse tolta.

L'aveva sempre incuriosita quella copertina scura, l'ammasso di pagine un po' irregolari, il titolo: Incantesimi, barriere, e l'alba delle terre di Alaron. Suo padre non aveva voluto leggerglielo, quando era una bambina.

"E' un libro pericoloso", le aveva detto, ma poi aveva sorriso, scherzoso. Forse era soltanto di difficile comprensione, non adatto alla sua età. "Te lo regalerò quando sarai grande".

Ma poi aveva dovuto diventare grande senza di lui. Così, si era arrampicata sugli scaffali e aveva preso il libro, promettendosi di leggerlo in tempi migliori. Le pagine erano talmente fitte di parole da richiedere grande concentrazione per essere assimilate.

E poi il suo tesoro era finito a Brian, quando l'aveva aiutata in città. Ivy era certa che il suo amico sarebbe piaciuto molto al padre. Se fosse stato ancora con loro, forse si sarebbero seduti tutti e tre in un angolo della strada, a cantare le ballate irlandesi che amavano tanto. Ma il padre non c'era più, per quanto ancora le risultasse difficile realizzarlo. A lei, solitamente, sembrava fosse ancora ovunque: nelle melodie che le veniva spontaneo canticchiare, negli alberi di Cork che somigliavano a quelli del suo giardino a Dublino, nei pub che era sicura che avrebbe apprezzato, dove lo immaginava seduto ad aspettarla con un boccale di birra in mano, sfidandola a berne un po'.

Ivy si costrinse a chiudere gli occhi per un istante, scacciando i ricordi.

Li riaprì, tornando a guardare il ragazzo, la sua espressione speranzosa e gentile. Era fortunata, le aveva fatto una bella sorpresa, e rendeva il suo presente più sopportabile, anche se così diverso dal suo passato.

-Non dubitavo che lo avresti trattato come si deve, questo signor libro-, rise, annuendo. –Anche perché è un regalo.-

-E ho anche un po' di soldi da parte, e ... -

-E ... ?-

-I fogli di carta li ho presi da casa. I colori possiamo comprarli.-

-Vuoi disegnare?- Ivy sorrise. L'idea le mise subito il buon umore. Gli piaceva che Brian sapesse sempre come distrarla, evitando di farle domande scomode sul passato.

-Magari qualche scena del libro?-

Ivy approvò senza pensarci due volte. Si diressero ad un colorificio, comprarono qualche tubetto e dei pennelli, poi si spostarono vicino al fiume.

Seduto a terra, con i piedi che quasi sfioravano l'acqua, Brian aprì il libro sulle ginocchia, ed Ivy gli si avvicinò. Il ragazzo sfogliò il libro, ed Ivy socchiuse leggermente gli occhi: le parole erano scritte davvero in piccolo.

Inoltre, numerosi segni e incomprensibili ghirigori macchiavano e disturbavano la lettura.

Eccetto i romanzi che Brian le aveva passato di nascosto, Ivy, nell'ultimo periodo, aveva letto molto meno del solito, e di certo la sua dizione non era fluente, a voce alta. Lasciò così che fosse lui ad iniziare a leggere.

Silver Soul Libro 1: Gli IncantatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora