29: Il ballo

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FAOLAN

Darfel salì finalmente sul palco. Faolan lo osservó avanzare verso il centro, con lo sguardo fiero e il mento sollevato.

L'armatura gli dava un aspetto serio e decoroso, nonostante le ciocche bionde che sfuggivano alla copertura dell'elmo.

In certi momenti non somigliava più al ragazzo scherzoso che chiunque era abituato a vedere: non appena impugnava un'arma assumeva l'aria e la decisione di un vero guerriero.

-Mi chiamo Darfel, ho ventidue anni, e oggi mi trovo qui, su questo palco, per consacrare la mia vita e la mia forza alla Guardia di Istmil.- pronunció chiaramente, portando il pugno all'altezza del cuore.

La piazza aveva iniziato a riempirsi, ma Faolan era ugualmente circondato da un ampio spiazzo vuoto. Soltanto altre reclute, di tanto in tanto, si azzardavano a chiedergli qualche informazione per la cerimonia. Per il resto, la sua era una posizione ben rispettata, e in pochi osavano disturbarlo.

Quella sera, osservando le decine di ragazzi pronti a salire sul palco poco dopo Darfel, si chiese chi sarebbe riuscito a superare quell'ultima prova di iniziazione, ma temeva di non poterlo scoprire presto: erano parecchi i candidati che si stavano preparando, speranzosi di ottenere una vittoria.

Tornò a posare lo sguardo su Darfel, leggermente in apprensione.

"Può farcela senza problemi", disse a sé stesso, tentando di rassicurarsi.

-L'organizzazione di cui vorrei fare parte è l'arma più potente che abbiamo per sconfiggere i Mostri.- proseguì Darfel, non più seguendo un discorso preimpostato, ma parlando con sincerità, così come era suggerito di fare alle aspiranti reclute.

-Abbiamo costruito una pace tra simili, ma il pericolo è sempre e comunque in agguato. I Mostri sono una reale minaccia per tutti noi, e dobbiamo reagire.- proseguì, alzando leggermente la voce, che tuttavia si fece leggermente tremante.

I suoi occhi verdi vagarono sulla folla, cessando per un istante di rilucere di entusiasmo e decisione.

"Non cedere adesso", pensò Faolan, prima di incrociare il suo sguardo e fargli un cenno di assenso col capo, come a dirgli che andava tutto bene.

-Tanto non ce la farà mai.- disse una voce dietro di lui, seguita da una risata.

Faolan si voltó di scatto, avendola già riconosciuta.

Shalenya aspettava di salire sul palco in mezzo al pubblico, e sfoggiava un sorrisetto compiaciuto, mentre si stringeva al braccio di Akùr, il solito ragazzo che la seguiva ad ogni festa e uscita. Sembrava sempre uno specchio opaco di fianco a lei, destinato soltanto a copiarne ogni mossa in cerca di approvazione.

-Non sapevo che volessi diventare una veggente.- ribatté Faolan, dopo averle lanciato un'occhiata indifferente, prima di tornare a voltarsi verso il palco, dandole volutamente le spalle.

Shalenya, in tutta risposta, avanzó, trascinandosi dietro Akùr e sistemandosi di fianco a lui.

-Cerco solo di essere oggettiva, al contrario tuo. Darfel è..una specie di bestiaccia selvatica. Non è cresciuto allenandosi in città, nè in una buona scuola, o..-

-Ma chissene frega, scusa? Guarda che l'esperienza a volte sa forgiarti meglio di una scuola.- la interruppe Faolan, freddamente. Le sue labbra si strinsero in una piega irritata, prima di lasciare spazio a un'espressione più seria e pensierosa. -Non parlare senza conoscerlo, Shalenya, quante volte te lo devo dire? Non sei nella posizione di farlo.-

Shalenya sussultó di colpo, prima di assumere un'espressione offesa.

-Io..volevo dirti che stasera stavi benissimo, vestito così, ma..arrangiati!- sbottó, portando Faolan ad inarcare un sopracciglio con aria scettica, e Akùr ad irritarsi visibilmente.

Silver Soul Libro 1: Gli IncantatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora