21: La scelta

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FAOLAN

-Ecco qua!- Darfel aveva finito di disegnare la sua arma definitiva, quella con cui avrebbe combattuto per tutta la vita.

Si trattava di un artefatto personalizzato, capace di valorizzare le sue abilità. Faolan si sarebbe poi occupato di consegnarne il bozzetto a un fabbro, promettendo di non sbirciare prima che venisse realizzato. In fondo, ormai, gli alunni del terzo anno dovevano essere in grado di inventare un manufatto senza il suo aiuto.

Darfel gli consegnò il foglio con un certo orgoglio, prima di spostarsi di fianco a lui, lasciando passare la moltitudine di gente che si affollava per la strada.

-Quindi, hai deciso.- Faolan si sforzò di mantenere un tono fermo, mentre riponeva con cura il foglio nella tasca della giacca. Sapeva benissimo cosa significasse quel gesto. Soltanto chi prendeva i voti di cavaliere poteva avere una vera e propria arma personale.

-Sì. Voglio restare.- affermò Darfel, con convinzione.

Faolan si voltò a guardarlo. Avrebbe voluto obiettare in qualche modo, ma la verità era che non aveva vere e proprie argomentazioni per poterlo fare. Darfel stava meglio, da quando aveva iniziato ad allenarsi. Si era presto adattato ai nuovi ritmi, e sembrava aver ritrovato nell'azione una grande forza.

Ormai aveva ventidue anni, a malapena due in meno di lui. Doveva lasciarlo scegliere. Era quello, il favore migliore che potesse fargli: dargli la libertà. Anche se sarebbe stato pericoloso, doveva lasciarlo libero di conoscere il mondo con i suoi stessi occhi.

Darfel sembrò notare il leggero turbamento della sua mente, poiché subito dopo iniziò a parlare rapido, lasciando accavallare una parola sull'altra, come per distrarlo.

-Senti, sto bene, Signor Apprensività. Mi piace questo lavoro. Mi diverto a correre e a saltare giù dagli alberi, anche quando mi sbuccio le ginocchia. Mi piacciono i momenti in cui uccido un mostro e realizzo che un pezzo del nostro mondo è più sicuro. Insomma..credo di aver trovato il mio posto.-

L'espressione di Faolan si ammorbidì, quasi impercettibilmente, mentre annuiva. Poteva capire le sue motivazioni, in fondo: amavano le stesse identiche cose. Il brivido del vento freddo, le caccie più spericolate, l'acciaio lucente delle spade, la soddisfazione di proteggere la gente. Ormai lavoravano insieme da parecchio tempo, come due menti in sincronia.

Darfel andava pazzo per l'avventura, e Faolan non esitava a cercarne di nuove.

-Ho capito.- asserì, a bassa voce.

La folla continuava a passare per le strade, probabilmente diretta verso il nuovo ristorante aperto di recente. Faolan restò a guardarla per qualche istante, prima di sussultare, notando una figura a lui ben nota che avanzava in testa a tutti.

Era un ragazzo poco più grande di Darfel, elegantemente vestito, con la pelle azzurra e un sorriso amabile. Tutte le terre di Alaron, ormai, conoscevano il suo nome: era Grevor Grenwall, il nuovo conte di Istmil, Nonché il frellastro di Faolan.

A Darfel non sfuggì il modo in cui tutti i passanti gli ronzavano intorno, rivolgendogli domande e occhiate colme di ammirazione, prima di lanciare sguardi intimoriti a Faolan, quasi sussultando nel passargli di fianco.

-E sai, addirittura, mi diverto ad andare in missione con te, anche se a volte rompi e sei troppo, TROPPO veloce.- continuò Darfel, con un tono giocosamente scherzoso, prima di aggiungere –Perché..beh, forse tutta questa gente in giro non sa che sei una persona gentile e  simpatica..-

Faolan si sentì gelare il sangue nelle vene, quando il biondo gli diede una pacca sulla spalla e gli rivolse un gran sorriso. -...ma io lo so. Lo so bene. Quindi, lasciami restare. Sai già che è impossibile farmi cambiare idea, tanto. Ora vado un attimo in stanza, ci vediamo dopo.-

Silver Soul Libro 1: Gli IncantatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora