28: Evan

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IVY E BRIAN

Ivy non ebbe tempo di aiutare l'amico, o quantomeno di vedere che cosa gli stava accadendo, che acqua, lava e vento la spinsero indietro. Decine di Incantatori l'avevano presa di mira e la stavano bersagliando.

Cadde rovinosamente a terra, cercando di schivare ogni colpo, ma più tentava di rialzarsi e più qualcuno la buttava a terra. Un Incantatore le agguantò entrambe le braccia e rise, mentre un altro le soffiò addosso una polvere scura, che le appannò gli occhi e la fece tossire.

-FERMI! NON UCCIDETELI!- strillò Evan, come se tutto d'un tratto avesse perso la sua flemmatica calma. –PORTATELI QUI!-

Ivy tornò a respirare. Un'altra Incantatrice le diede un calcio alla schiena, costringendola ad avanzare. Nonostante la vista appannata dal dolore, cercò di mettere a fuoco Evan, gli zaffiri e, soprattutto, Brian.

Ci mise qualche istante a riconoscerlo, e quando lo fece, pensò di avere un'allucinazione bella e buona.

Brian era ancora sotto le grinfie dell'incantatrice, ma non sembrava né terrorizzato né in pericolo mortale: sembrava, più che altro, esterrefatto. E come dargli torto? Aveva un paio di ali scarlatte che sbucavano dal tessuto sbrindellato della giacca, e dai palmi delle sue mani partivano scintille e fiamme, scagliate senza un preciso ordine. Persino Evan sembrava sconcertato da quella visione.

-Non è possibile! Glevia, PORTALO DA ME!-

Glevia, l'Incantatrice dai capelli viola, teneva Brian stretto a sé come se ne andasse della sua stessa vita, ma il suo volo si era fatto barcollante, dato il continuo dimenarsi e agitarsi di Brian.

-Signore, aiutatemi! Mi brucerà!-

Brian brandiva la piuma di Alaron come una spada, menando fendenti alle braccia dell'Incantatrice e sbattendo le ali freneticamente, evidentemente incredulo di possederne un paio.

Ivy non credeva ai propri occhi. Qualcosa aveva completamente mandato al diavolo l'apparenza che nascondeva la vera natura di Brian, e gli Incantatori intorno a lei avevano il capo sollevato al cielo con stupore.

-Non è possibile ... quelle fiamme ... soltanto ... LUI le aveva ... sono anni che nessuno di noi è mai riuscito a riprodurle ... -

-E' sicuramente per via della sua discendenza-, bisbigliò qualcuno, ma Ivy non riuscì a capire molto altro. Già quelle parole sembravano troppo confuse.

-IVY, ti devi fidare di me!-, le urlò Brian, e con un brusco strattone si spinse verso il basso, trascinandosi dietro Glevia, che tentava di arpionarsi a una qualunque parte del suo corpo senza ustionarsi.

Ivy sbarrò gli occhi. Brian ormai era sceso in picchiata verso il terreno. Il suo volo non era preciso come quello degli altri Incantatori, le sue ali non sembravano in grado di condurlo verso una direzione definita, e le fiamme si avviluppavano persino alle sue braccia.

–Devi aggrapparti a me!- gridò di nuovo, e il fuoco divampò così forte dalle sue mani che Glevia fu costretta a scansarsi con i capelli in fiamme, tossendo forte.

Ivy non aveva idea di che cosa Brian volesse fare. Si diede una rapida occhiata intorno: buona parte degli Incantatori si stava dirigendo verso di lui, le braccia pronte a lanciare incantesimi. Come avrebbe potuto reggersi, lei, alle sue mani infuocate? Chiuse gli occhi, concentrandosi, cercando di allontanare il panico e le urla intorno a sé. Non aveva certo il potere delle rocce, del diamante, o di qualunque cosa resistente al fuoco. Ma il legno, la corteccia degli alberi, non ardevano così facilmente. Aveva poco tempo.

Uno sottile strato di corteccia marrone le percorse la mano. Aggrottò la fronte, e per lo sforzo credette di cadere a terra svenuta, ma cercò di resistere, vedendo Brian avvicinarsi ulteriormente a lei, pur braccato dai nemici. Ivy non aveva neppure finito di proteggersi le dita a sufficienza che si sollevò sulla punta dei piedi ed afferrò la sua mano.

Silver Soul Libro 1: Gli IncantatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora