26: Cerimonia in arrivo

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Terre di Alaron, contea di Istmil
DARFEL

-Quindi, ti diplomi anche tu oggi?-

La voce di Nevaeh era incredula e colma di felicità. Darfel annuì subito, con altrettanto entusiasmo. L'amica si era fermata per qualche minuto a parlare con lui, nel cortile dell'Accampamento. La conosceva ormai da tre anni, da quando era arrivato lì per la prima volta: era stata lei a curarlo, all'ospedale. Dopo quella settimana di convalescenza, Darfel l'aveva vista spesso: Nev era una cara amica di Faolan e anche era una delle guaritrici più abili della contea: la sua presenza era indispensabile ai cavalieri, spesso feriti dopo le missioni. Inoltre, di tanto in tanto, la giovane si recava all'Accampamento anche per salutare Shalenya, una sua vecchia conoscenza.

Darfel non riusciva ancora a capire come quelle due potessero essere amiche, in tutta onestà: Nev non somigliava a Shalenya neanche un po'. Era umile, gentile e abbastanza timida, tutto l'opposto di Shalenya, arrogante e presuntuosa oltre ogni limite.
Darfel, dunque, fu piuttosto contento di vederla così su di giri: era raro che sorridesse con tanta spensieratezza. Nev era il tipo di persona che si preoccupava più degli altri che di sé stessa: doveva farle davvero piacere che fosse arrivato a raggiungere un certo traguardo.

-Dovevo già venire alla cerimonia per vedere Shalenya, cercherò di arrivare prima per vedere anche te.- disse Nev, con un sorriso speranzoso. –Devo lavorare fino a tardi, stasera, ma dovrei farcela.-

Darfel osservò, con una punta di tristezza, le sue mani piene di graffi, le braccia segnate da segni rossi. A furia di sperimentare nuove magie curative e di usarle continuamente, a volte finiva per farsi del male.
-Non ti fanno lavorare un po' troppo?- domandò, non potendo fare a meno di provare una certa apprensione. Si sentiva quasi come un fratello maggiore, per lei, nonostante avesse un paio di anni in meno: Nev era una curatrice, pensava sempre a tutti gli altri. Ma chi badava a lei?

-Non preoccuparti.- il viso di Nev si sforzò di rilassarsi in un'espressione gentile e conciliante. –Ho chiesto io degli straordinari, ma tra un mese avrò finito. E' solo che non voglio chiedere altri soldi alla famiglia di Shalenya.-Darfel non fece altre domande a riguardo: sapeva che erano stati i genitori di Shalenya ad occuparsi di Nevaeh,dopo che quest'ultima era rimasta orfana. Gli era parso un bel gesto, in un primo momento, prima di rendersi conto che quella sorta di famiglia adottiva le aveva rinfacciato i soldi spesi fino all'ultimo centesimo. Soltanto Shalenya, a detta di Nev, conservava ancora un sincero affetto per lei. Darfel lo sperava con tutto il cuore: Shalenya non gli piaceva affatto, ma Nev la guardava sempre con occhi così pieni di ammirazione che non poteva non credere che, almeno con lei, fosse diversa. Migliore, probabilmente.

 -Potresti chiedere dei soldi a Faolan.- propose Darfel, dopo qualche istante. –E' molto disponibile, non mi ha mai fatto ripagare nulla di tutto quello che ha fatto per me. Ti aiuterebbe volentieri, siete amici.-

-Ti ringrazio.- disse Nev, con un certo stupore. –Ma non è necessario: ormai, ho già dato il mio consenso per gli straordinari. La gente in ospedale avrà bisogno dei miei turni.-

-D'accordo, spero che non avrai altri problemi, dopo.- ribatté Darfel, un po' dispiaciuto.
-A proposito di Faolan, sarà contento che resti qui.- disse Nev dopo qualche istante, facendolo riscuotere dai suoi pensieri. La ragazza sorrise con fare incoraggiante: a lei Faolan andava a genio. Era una delle poche, in quelle terre, a rendersi conto di quanto sforzo facesse per la popolazione, o di quanto potesse essere anche una buona persona, se conosciuta per bene. Qualche volta, Nev si univa alle loro uscite: era stato Faolan ad invitarla fuori con loro la prima volta, facendoli conoscere meglio. Darfel glien'era grato: l'aveva trovata subito molto simpatica, e gli faceva piacere avere degli amici in più.

Spesso si fermavano tutti e tre a chiacchierare nel cortile dell'Accampamento, quando trovavano il tempo di farlo, se Nev lavorava dalle loro parti.

-Beh, sì..in questi giorni mi sembra un po' turbato per alcune discussioni con suo fratello, ma quando gli ho detto che volevo restare sembrava quasi incredulo! In senso buono,ovviamente!- rispose Darfel, ripensando al modo in cui Faolan ci era rimasto di sasso, una volta ricevuta la sua conferma definitiva. Probabilmente pensava che lui non fosse in grado di leggere le sue reazioni: peccato che Darfel, invece, si era accorto benissimo del modo in cui aveva cercato di trattenere un sorriso, senza riuscirci del tutto.

-Con te sembra sempre contento, a dire il vero. Non dev'essere abituato ad avere intorno persone che apprezzano la sua compagnia, forse si aspettava di vederti sparire nel nulla. Credo che fosse per questo che era così stupito.-

Quando Nev parlava, lo faceva spesso con dolcezza, come se leggere le altre persone e trovare del buono in loro la rendesse più rilassata. Spesso, a Darfel faceva realizzare cose a cui non sapeva nemmeno dare un nome, rimettendogli in ordine i pensieri e dandogli nuove speranze. Sentendola parlare di Faolan a quel modo, si ritrovò a sorridere: anche lui aveva avuto spesso l'impressione che il cavaliere non riuscisse ancora a credere di essere apprezzato da qualcuno, ma era contento che stesse meglio in sua compagnia.

-Sì, hai ragione. Faolan è molto severo con sé stesso. Non so perché, ma a volte mi sembra quasi che abbia paura di essere ammirato.- convenne Darfel. Se solo fosse riuscito a fargli capire quanta forza gli aveva trasmesso, forse Faolan avrebbe smesso, un giorno o l'altro, di considerarsi così poco importante. –Ma oggi e altre volte l'ho visto completamente felice, e vorrei capire come potrei fare a renderlo sempre così contento.-

Per un attimo, Darfel si interruppe, quasi spaventato dalle proprie parole. Si sentì di colpo parecchio egocentrico, nel realizzare quanto aveva appena detto: perché era così convinto di poter cambiare così tanto l'umore di qualcun altro, di avere un potere simile? Forse, Faolan aveva altro per la testa.

-Forse ha avuto qualche problema con Grevor, o con qualcun altro durante la sua infanzia. Prima che iniziassi a parlarci, era quasi sempre da solo. Sembrava quasi avesse paura di fidarsi degli altri, di essere loro amico. E' un peccato, è una brava persona.- osservò Nev, dispiaciuta, ma poi tornò a sorridergli, incoraggiante. –Ora però non sembra più triste. Continua così, sono sicura che andrà bene, con te si diverte e si distrae.-

-Speriamo! Così qualche volta se vuoi puoi uscire di nuovo con noi, quando sarà libero. Comunque grazie, Nev.- asserì Darfel, stringendosi poi nelle spalle. – Mi stava facendo preoccupare.-

-Io credo che starà bene.- Nev gli diede un colpetto affettuoso sul braccio. –E va bene, dopo la cerimonia festeggeremo tutti e tre, allora.-

Prima che Darfel potesse risponderle, Faolan sbucò fuori da dietro un angolo e gli rivolse un cenno di saluto. Nev sembrò un po' agitata all'idea che li avesse sentiti parlare di lui, ma in fondo non avevano detto nulla di male, anzi: si stavano soltanto preoccupando del suo benessere, anche se non quando lui era lì presente.

Silver Soul Libro 1: Gli IncantatoriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora