14 - It's obvious.

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You're still the oxygen I breathe. Isee your face when I close my eyes.

La jeep si ferma proprio di fronte alla stazione di polizia di Beacon Hills, cigola quando il freno a mano viene tirato con un po' troppa forza da Stiles che sbuffa e fissa l'ingresso pensieroso.
Lydia al suo fianco lo guarda inarcando un sopracciglio, passa lo sguardo dal ragazzo alla struttura di mattoni un paio di volte prima di parlare.
"Cosa stiamo aspettando esattamente?" Domanda seccata, guadagnandosi un'occhiataccia da Allison accovacciata nel retro della macchina.
"Non so che fare..."
La rossa rotea gli occhi. "Scendiamo, entriamo e chiediamo a tuo padre le informazioni che ci servono... mi pare facile no?"
"Cosa dico a mio padre? -Sbotta gesticolando e voltandosi verso l'amica con occhi sgranati.- L'ultima volta ho omesso un sacco di dettagli e se vado da lui con tutte queste domande ovviamente mi chiederà per quale accidenti di motivo sono così interessato a un cavolo di incendio!" Quello lo dice senza nemmeno prendere fiato tra una parola e l'altra, accasciandosi poi sul sedile e massaggiandosi le tempie che rischiano di scoppiare per i troppi pensieri che gli affollano la mente.
Non sta dormendo quanto dovrebbe e questo di certo non aiuta, mangia solo perché Peter lo costringe quando si chiude al loft alla ricerca di qualche indizio che ovviamente non trova mai, o quando semplicemente ha voglia di affondare tra i cuscini del letto di Derek che sa ancora un po' dì lui.

"Stiles. -Allison gli poggia rassicurante una mano sulla spalla osservandolo dallo specchietto retrovisore.- Prima o poi dovrà saperlo."
Il ragazzo fa una smorfia. "Si ma se lo mettessi in pericolo? Ora come ora non sappiamo nemmeno cosa stiamo combattendo e io non posso permettermi di stare in pensiero pure per lui oltre che per Derek."
Lydia si sporge e gli prende il viso con entrambe le mani portando l'attenzione del giovane su di lei. Preme i palmi sulle sue guance, deformando i lineamenti in maniera buffa. Stiles prova a protestare ma tutto ciò che esce dalle sue labbra sono mugugni insensati.
"Devi smetterla di arrovellarti in questo modo il cervello ok? -Muove le mani in modo da far annuire Stiles.- Queste informazioni possono davvero servirci quindi ora entriamo e basta." Di nuovo muove le mani e di nuovo la testa del ragazzo si muove in segno di assenso. Soddisfatta, Lydia lo lascia andare scendendo subito dopo dalla Jeep in attesa che i suoi amici facciano altrettanto.
Stiles si gira per guardare l'altra ragazza. "Stai tranquillo ok? -Gli dice lei sorridendo.- Facciamo un passo per volta e comunque non sei solo, lo sceriffo avrà tutta la protezione di cui ha bisogno."
"Già... speriamo."

All'ingresso della stazione di polizia trovano un agente ad accoglierli, in piedi dietro alla scrivania intento a compilare alcuni moduli con faccia annoiata.
Quando li sente entrare alza appena lo sguardo e rotea gli occhi riconoscendo all'istante il figlio dello sceriffo.
"Ciao Stiles cosa vuoi?" Chiese tornando con lo sguardo ai suoi fogli.
Il ragazzo sbuffa della reazione, ma comunque sorride e si appoggia alla scrivania con entrambi i gomiti.
"Ciao Michael, sono contento anche io di vederti, April sta bene?"
"Tuo padre è nel suo ufficio, levati dai piedi."
Sempre garbato.
Pensa osservando un'ultima volta l'uomo prima di far cenno alle altre di seguirlo e in silenzio percorrono il corridoio fino alla stanza dello sceriffo.
Stilinski è piegato sulla scrivania, legge delle carte e nonostante gli occhiali da vista deve avvicinarsi ai fogli fin quasi a sfiorarli con il naso per poter distinguere bene le parole.
Sobbalza quando sente la porta spalancarsi senza preavviso, Stiles non si prende mai la briga di bussare e quando riconosce suo figlio lo fulmina con un'occhiata.

"Si bussa." Lo ammonisce, togliendosi gli occhiali e appoggiandoli accanto a delle cartelline impilate, si massaggia poi gli occhi stanchi prima si concentrarsi sui ragazzi.
Non ha un buon presentimento, come sempre quando si presentano li in gruppo.
"Scusa papà." Esclama Stiles che si lascia andare a peso morto sulla seggiola imbottita davanti alla scrivania.
"Buongiorno sceriffo Stilinski." Salutano le ragazze in sincrono, restando in piedi dietro all'amico.
Noah tira su la schiena, rimettendosi in posizione quasi rigida, passa gli occhi su tutti e tre. "Non mi aspettavo una vostra visita." Sospira, rigirandosi tra le mani una penna.

Death hunters || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora