2 - Is blood.

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Sometimes I feel like giving up, but I just can't. It isn't in my blood.

La foresta attorno a Beacon Hills è fredda e più buia del solito, una leggere foschia rende quasi impossibile vedere oltre tre alberi di distanza e la prima sensazione che attanaglia la ragazza è il terrore.
Pura e primordiale paura, una di quelle che quasi ti immobilizza.
La sottile camicia da notte non riesce a proteggerla dall'aria glaciale, mentre a piedi nudi procede lungo il piccolo sentiero che spera l'avrebbe fatta uscire da lì il prima possibile.
"Aiuto! Aiden! Scott! Qualcuno mi sente?" Tenta di gridare, ma la voce che di solito le esce forte e chiara sembra più un flebile lamento che sfocia in un singhiozzo spaventato.
Continua a camminare, i piedi che affondano nel terriccio molle e tra le foglie secche, il freddo ormai penetrato fino alle ossa che la fa tremare in maniera incontrollata.

"Allison! Ethan! Qualcuno! Vi prego!" Grida ancora finché le gambe non cedono e lei cade sulle ginocchia gemendo per il dolore improvviso al contatto con il terreno.
Le lacrime iniziano a rigarle la guance, mentre altri piccoli singhiozzi le sconquassano il petto.
È finita in una minuscola porzione di terra senza alberi, è uno spazio libero e camminando carponi si sposta finché la sua mano non tocca qualcosa di viscido e caldo che la fa gridare e balzare all'indietro, finendo seduta sulle foglie umide.

Trattiene il respiro, mentre lentamente abbassa lo sguardo sulla sua mano inorridendo quando la trova completamente sporca di sangue. Grida, la strofina sulle foglie per cercare di pulirla ma in un attimo attorno a lei è tutto rosso, c'è sangue dappertutto.
Più cerca di levarselo di dosso più quello sembra avvolgerla sempre di più. Alza gli occhi in un punto più lontano, sbatte le palpebre un paio di volte non credendo a quello che c'è davanti a lei.
Diversi corpi giacciono a terra, immobili, non riconosce le facce.
Sono li, inermi e si rende conto che il sangue arriva da loro.
Tenta di alzarsi ma è inutile, cade e il sangue è ovunque. La soffoca, la trascina sempre più a fondo senza che lei possa fare nulla per salvarsi.
Senza avere via di fuga.

Lydia si sveglia di soprassalto, gridando e scalciando via le coperte come un'ossesso.
Scatta in piedi, girando su se stessa più volte e analizzando ogni centimetro di spazio attorno a lei.
Riesce a calmarsi solo quando finalmente riconosce la sua stanza e le sue cose, quando vede che non c'è sangue e che i suoi vestiti sono puliti, non c'è traccia ne di rosso ne di terriccio proveniente dal bosco.
Sua madre, capelli scompigliati e occhi stralunati, apre la porta proprio in quel momento con il fiatone e facendo sobbalzare la giovane che urla nuovamente.
"Lydia cosa succede?" Chiede la donna entrando in camera e avvicinandosi alla figlia per assicurarsi delle sue condizioni e trovandola tremolante afferra subito la vestaglia dalla poltrona e la posa sulle sue spalle.

"Niente mamma. -Cerca di darsi un contegno la rossa.- Un incubo..." Tenta, non suonando convincente nemmeno alle sue orecchie.
Quello è stato davvero un incubo effettivamente, ma ciò che sua mamma non può in alcun modo sapere è che quei sogni per lei sono molto più reali di quanto uno possa immaginare. Quei sogni portano solo guai, morte e lei è davvero stanca di tutto quello.
"Sei sicura di stare bene?" La donna aggrotta le sopracciglia, spostandole dolcemente i capelli arruffati dal viso e lei in risposta a quella preoccupazione stira le labbra nel sorriso più vero che riesce a fare annuendo.

"Non preoccuparti, torniamo a letto ok?" La signora Martin acconsente, nonostante riesca a leggere nelle iridi della figlia che non sia tutto veramente a posto, ma decide di soprassedere.
Quando Lydia è di nuovo sotto le coperte, sua madre finalmente lascia camera sua, permettendole di far scorrere libere le lacrime dai suoi occhi mentre il suo cuore accelera sempre di più il battito.
Tutto quello non avrebbe portato a nulla di buono.

Death hunters || SterekDove le storie prendono vita. Scoprilo ora