Lo squalificato

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"Le persone di solito nascondono la loro vera, spaventosa natura, ma a volte sotto l' impulso della collera la lascio o affiorare -come un toro che se ne sta tranquillo in un pascolo, e all'improvviso uccide con un colpo di coda la mosca venuta a posarsi sul suo fianco-, rivelando di cosa sono capaci gli esseri umani, uno spettacolo che mi ha sempre terrorizzato al punto da farmi drizzare i capelli sulla testa, e al pensiero che questa natura feroce fosse loro necessaria per vivere, mi sentivo cogliere dalla disperazione"
Dazai Osamu

"Le persone di solito nascondono la loro vera, spaventosa natura, ma a volte sotto l' impulso della collera la lascio o affiorare -come un toro che se ne sta tranquillo in un pascolo, e all'improvviso uccide con un colpo di coda la mosca venuta a ...

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squalificare
/squa·li·fi·cà·re/

Dichiarare non idoneo.

Dazai temeva le persone.
Fuggì da casa sua appena ne aveva avuto l'occasione.
Si era rifugiato in una vita nuova.
Vivette una vita di segregazione, ma vivette una vita vera.
Senza il terrore di vivere un'esistenza "autentica" nella società.
In quella vita lui era l'individuo e la sua società.
Quella vita che tanti gli pareva un'utopia resistette per l'intera primavera.

Avvenne in estate. L'atmosfera di un'ombrata mattinata fresca fu lo scenario di una scoperta spiacevole e mai considerata.
Dazai si era nascosto nella polvere di un edificio abbandonato. Ma andava bene così.
A svegliarlo fu una violenta ventata d'aria mattutina. S'alzò, affamato, terribilmente sporco e stanco. Con lui aveva solo una scatola in latta, grande quanto un palmo, che conteneva tutti i suoi risparmi.
L'aprì.
Era vuota.
Il ragazzo sapeva che prima o poi quel momento sarebbe soggiunto ma non se ne interessò.

Scatola vuota equivaleva a morte.
Non gli dispiacque.

Ma sarebbe morto di stenti, accompagnato da dolori atroci, sfinito, esausto, mentre si dibatteva tra i suoi interminabili pensieri.
Un'agonia.
Questo lo spinse a cercare un lavoro che avesse uno stipendio in grado di permettergli di comprare una corda e uno sgabello.

L'edificio in cui si era stabilito era in una zona di periferia abbandonata quindi fu costretto a camminare, senza la minima conoscenza del posto, fino a quando non si imbattè in una stradina sterrata. Dedusse che, date le pietre poggiate svogliatamente sul terreno, probabilmente fosse una strada che conduceva ad un centro abitato. Il sentiero gli stagliò dinanzi un paesino umile, composto da una decina di case scarne, prive del calore che l'estate donava abitualmente agli ambienti. Questo però non gli precluse il diritto di mostrarsi magnifiche addirittura gloriose agli occhi di un ragazzo come Dazai.

Esplorò la città, avvolto nel gelido clima che ondeggiava celato nel vento.
Tra le case sbarrate e taciturne del paese, spiccava un edificio ornato da due finestre che incorniciavano decine di dischi e strumenti musicali.
Dazai si avvicinò, riluttante.

Dalla porta d'ingresso, adornata con delle corde di chitarra legate saldamente alla maniglia, fuoriusciva un'atmosfera lieta, in parte trasportata dalla luce calda emanata dalle lampade, ricca d'estate, in parte imprigionata nella melodia effervescente rinchiusa tra le mura dell'edificio.

esibizione //skk - fyolaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora