violazione di domicilio e appropriazione impropria di residenze

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"a volte casa è una persona"
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casa
/cà·sa/

L'abitazione di una persona sola o di una famiglia.

Fyodor aveva capito sin da subito che Nikolai era russo grazie al suo accento che ,se pur debole, era presente.

"Bene! Giocheremo ad un gioco particolare. Io sceglierò una carta e tu dovrai indovinare qual'è"

"Ci sto" proferirono le labbra sorridenti del corvino

Nikolai mischiò le carte, ne tirò fuori , la osservò e poi la ripose tra il mazzo, mischiando nuovamente. Poi porse le carte a Fyodor, che le fissò per un momento per poi sollevare la prima carta e mostrarla all'altro. Un 2 di cuori.

Nikolai s'impietrì per un solo istante, poi sorrise annunciando un esaltato "ESATTO".

Il corvino fece per riporre la carta sul mazzo, accorgendosi di non avere più nulla tra le dita. Volse lo sguardo all'altro che sorrise, e protese il braccio verso Fyodor, infilando la mano nel suo cappello e tirandone fuori la carta che gli restiruì.

A Fyodor quel viaggio non sarebbe dispiaciuto.

Nikolai prese il mazzo, lasciando il due di cuori al corvino, e lo ripose nella borsa.

"Come mai sei qui?" Chiese Nikolai all'altro.

"Storia relativamente corta ma complessa da raccontare dopo due giorni di veglia" rispose"te hai deciso di prendere un treno a caso e vedere dove ti avrebbe portato. I tuoi vestiti sono nuovi, devi essere partito oggi, ma non hai potato nulla con te quindi non era qualcosa di organizzato"

Nikolai lo guardò e fece per confermare con un cenno del capo "sai, mi sento in trappola, per questo ho scelto di partire. Abbandonare tutti, la mia famiglia, i miei amici... Voglio spezzare le catene delle emozioni e dei sentimenti, per questo sono andato via senza dire una parola. Ho sofferto, ma non c'è più nulla a bloccarmi. Il mio sogno è di essere libero come gli uccelli. Sai, nessuno riesce a comprendermi, immagino sia perché chi nasce in una prigione non si accorge di esserci rinchiuso. Se per rompere quelle catene dovessi uccidere, lo farei." lo disse tutto d'un fiato, senza la sua solita espressione scherzosa.

"Io ti capisco" dichiarò Fyodor "Quanto sei fantastico. Pecchi per resistere a Dio e lotti per perdere te stesso."

Trascorsero diverse ore prima che il treno si fermasse, arrivato ormai a destinazione. Fyodor rimase seduto, attendo che tutti i passeggieri scendessero, poi si alzò dirigendosi verso l'uscita. Attese per un momento fuori dal treno, incrociando lo sguardo divertito di Nikolai.

"Questo è un addio immagino" dichiarò l'ucraino

"Immagino di sì"

Vi fu un momento di silenzio eterno, i loro sguardi si esaminarono, alla ricerca di un cenno che li legittimasse a proporre un accordo.

"e se andassimo insieme" suggerì Fyodor. Il suo scopo era quello di avere qualcuno che lo aiutasse, qualcuno su cui fare affidamento per le cose più futili, così che lui avrebbe potuto occuparsi del resto.

"VA BENEEEE" gridò Nikolai, iniziando a roteare sulle punte dei piedi, lasciando volteggiare la sua treccia tra la pioggia.

Passarano settimane trascorse tra autobus e stanze pagate da soldi rubati. Non si conobbero durante quel tempo. Accadeva solo che la sera si incontravano mentre andavano a dormire e scambiavano qualche parola, senza intraprendere una conversazione.

Fu un autobus che li portò in quel paesino ricoperto dalla neve.

"Forse è il caso che rimaniamo qui. Se continuiamo ad andare in giro senza meta d'inverno finiremo congelati" propose Fyodor

"Ma qui non ci sono Motel in cui stare". Nikolai pronunciò quella frase nel momento in cui capì "ci sto" esclamò, saltellando.

Vagarono per il paese, alla ricerca di una casa abbandonata e dovettero spostarsi più a nord, perché nel borgo non vi erano case vuote. Nel pomeriggio si trovarono davanti un edificio, sistemato sopra una collina, isolata. Aveva dei muri in pietra e il tetto ricoperto da tegole. Era circondato da un prato troppo cresciuto, popolato da centinaia di fiori. I ragazzi entrarono cautamente e scoprirono un interno adornato con decine di ragnatele. Ogni mobile era rivestito da un fitto strato di polvere e non entrava alcuna luce se non dalla porta. Le lampadine non funzionavano. Era una casa molto piccola, provvista solamente di cucina e camera da letto, ma si ritenevano fortunati ad averne trovata una. Così iniziarono a pulirla. Fyodor scovò un violoncello, intrappolato da tegole di legno e chiodi, e si affrettò a tirarlo fuori.

"Che vuoi farci" domandò Nikolai

"Un passatempo. Io so suonarlo" rispose

"Dai fammi sentire qualcosa!" esclamò a quel punto l'ucraino

"Le corde sono vecchie. Rischiano di spezzarsi. Vado a comprarne delle nuove e ti farò sentire qualcosa"

A.A
So che è corto come capitolo ma volevo scrivere qualcosa, il prossimo esce verso martedì. E ci saranno degli sviluppi interessanti.

Baci🎸💋

esibizione //skk - fyolaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora