oscurità interminabili

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"nell'oscurità tutti i colori si somigliano"
Sir Francis  Bacon

"nell'oscurità tutti i colori si somigliano" Sir Francis  Bacon

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paura
/pa·ù·ra/

Stato emotivo di repulsione e di apprensione in prossimità di un vero o presunto pericolo

Trascorse un'altra settimana, e giunse un altro venerdì.

Dazai chiuse il negozio e, mentre si avviava al bar, fu travolto da Chuuya che correva giù dalla collina in direzione del moro. Dazai lo afferrò, bloccandolo. E si trovarono abbracciati, talmente vicini che il moro sentì la necessità di fare una doccia per eliminare la traccia che Chuuya gli aveva lasciato addosso.

"Ero venuto al negozio" si giustificò Chuuya "perché volevo cantare, come venerdì scorso"

"ah si" rispose Dazai dall'altra parte della porta "perché non mi hai avvisato?"

"Che c'è, per venire al negozio devo mandarti una raccomandata?"

"Io stavo già andando al bar"

"Avevo anche preso della birra"

A Chuuya non piaceva la birra, preferiva il vino, eppure, pur di cantare aveva rinunciato ad esso.
Pur di cantare con lui.

Quindi Dazai decise di fare un sacrificio e accettò di tornare al negozio con lui. Accostò la porta e fece capolino, gridando il nome Chuuya.

"Chuuyaaaa, qui bello qui"

"La smetti di trattarmi come un cane" urlò lui tirandogli uno schiaffo sulla guancia.

"Portami dei vestiti, i miei sono al negozio" gli ordinò

"Non penso che i miei ti entrino" ribattè il rosso

"Ah già, sei troppo basso"

Chuuya gli tirò un calcio sullo stomaco e poi si affrettò a dirigersi verso l'uscio di casa.

Il rosso tornò a casa, impiegando il necessario per permettere ai capelli di Dazai di asciugarsi.

"Tieni" richiamò l'attenzione del moro, voltandosi mentre gli porgeva il cambi

"Perché ti giri"

"Perché sei nudo"

"Ma mica sono una donna, in quel caso saresti un vero gentiluomo"

"si beh ma non mi interessa vederti nudo"

"Non sai che ti perdi"

La verità era che Chuuya aveva paura. Paura di vederlo perché gli si sarebbero prostate davanti le sue cicatrici e lui non avrebbe saputo dir nulla. Dazai non aveva bisogno di consolazione, probabilmente avrebbe apprezzato qualcuno che le avrebbe ignorate, a cui non sarebbe importato. Ma lui non ci sarebbe riuscito. E allora aveva paranoie che insistevano interminabili. E preferiva rimandare. Perché un giorno avrebbe voluto guardarlo e dirgli che andava bene, dirgli che sarebbe andata bene, che lui era un umano come gli altri e aveva il diritto di esserlo. Il problema principale, però, era che non conosceva il motivo per cui lo aveva fatto. Allora sarebbe stato più facile e avrebbe potuto affrontarlo.

esibizione //skk - fyolaiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora