𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 30

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𝚂𝚒𝚎𝚍𝚒 𝚍𝚘𝚟𝚎 𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚊 𝚏𝚎𝚍𝚎 𝚛𝚒𝚙𝚘𝚜𝚊.

ɪʀɪɴᴀ

23 luglio 2012
Summerlin, Las Vegas
Nevada, USA
Ore: 11:19

Quella bizzarra e improvvisa morte di zio Jo mi stava tormentando.

Forse ero semplicemente vicina alla pazzia. Avevo passato quegli ultimi mesi a pianificare la fine che avrebbero fatto i bastardi che avevano mandato in rovina i Fagarò, che avevano mandato sottoterra i miei genitori, che presumibilmente ad un certo punto ci avevo perso la testa.

Non riuscivo proprio a darmela vinta. Non è morto, ripeteva una vocina tra i miei tanti pensieri, non può essere morto, è troppo codardo.

Un vigliacco senza onore non sceglierebbe mai una morte simile. O forse proprio per salvare il suo onore che aveva scelto il supplizio in quel modo. Chissà, aveva capito che stavo arrivando per lui, che sarebbe stato l'ultimo a essere giustiziato e non ha voluto darsi a me. Aveva preferito la morte piuttosto che cadere nelle mie mani ed essere umiliati.

Allora perché avevo quel presentimento che quel bastardo fosse ancora vivo? Che fosse ancora da qualche parte a spiarmi, ad aspettare il momento giusto per farmi fuori?

Può darsi che ero davvero io il problema. Forse era proprio come diceva Edgar. Il fatto che non sia stata io a porre fine alla sua misera esistenza mi consumava. Mi sentivo in un certo senso presa in giro da quel vecchio. Derisa perché non ero riuscita ad ammazzarlo. Ci aveva pensato lui, mi aveva anticipato.

Quel mattino i pensieri non mi avevano dato molta tregua. Per distrarmi avevo preso le cataste di riviste su mete adatte per una luna di miele, che mi aveva procurato Edgar, ed ero andata a stendermi su un lettino a bordo piscina.

Fritz dopo un po' di tempo passato ad esplorare il giardino, si era addormentato lì vicino a me e mentre sfogliavo all'ombra, tra una brezza caldissima d'aria e un'altra, ascoltavo il suo lieve russare.

Non avevamo ancora scelto una data per il matrimonio ne dato la notizia ai suoi che già ero elettrizzata di partire ma decidere dove non era affatto facile. Prima di metterci la testa, credevo che sarei stata svelta, ma mi ero trovata indecisa su tutto. Credo che il problema maggiore fosse il budget illimitato. Magari se avessi avuto una soglia da non superare avrei escluso qualche destinazione e così avrei avuto meno opzioni.

Sospirai pesantemente per poi trovarmi in un attimo con il fiato mozzato. Qualcosa mi toccò l'interno coscia e, troppo concentrata, mi presi un colpo.

Levando la rivista dalla faccia trovai Edgar chino su di me con la mano infilata tra le mie cosce.

Lo guardai subito truce. «Edgar!» Presi fiato. «Mi hai spaventata a morte!»

Lui ghignò e stringendo di più la mia coscia si abbassò per lasciarmi un bacio sulla fronte. «Non dovresti abbassare la guardia nella mia tana.» mi schernì.

Per poco alzai gli occhi al cielo ma ne feci a meno.

Lui prese posto sul lettino accanto e mi rubò la rivista. «Tahiti.» lesse sulla pagina che stavo consultando prima che mi interrompesse mentre io lo osservavo. Indossava un paio di pantaloncini neri da bagno e nient'altro. «Bella ma manca di carattere.» disse lì per lì, «Una spiaggia europea è molto più allettante.» sostenne chiudendo la rivista per poi buttarla sopra le altre sparse a terra.

«Carattere?» gli feci eco un po' stupita da quel modo di pensare, «Come sei pretenzioso.» lo schernii.

Lui mi riservò un'occhiata sottile, da perfetto aguzzino. «Metti via gli artigli, micetta, non vorrai farti male.» mormorò a bassa voce.

Devotion 2 // Perfidia E Inganno //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora