𝓒𝓪𝓹𝓲𝓽𝓸𝓵𝓸 17

2.4K 155 77
                                    

𝚁𝚎𝚌𝚒𝚙𝚛𝚘𝚌𝚒𝚝à.

ɪʀɪɴᴀ

Al nostro arrivo a Seattle, Edgar aveva affittato, all'ultimo piano di un grattacielo di cinquantacinque piani nel cuore della città, un attico in cui avremmo passato qualche giorno prima di ritornare a casa.

Non era stato ancora detto niente in merito all'accaduto quando ci trovammo tutte e tre – io, lui e Elliot – nel salotto di quell'attico.

Elliot si era seduto sul divano, aspettando con pazienza che il fratello dicesse qualcosa e io ero rimasta in piedi, avvolta da un grigio torpore.

Edgar pareva rimuginare troppo.

Si versò da bere occupando una mano con la bottiglia del bourbon e con l'altra si sbottonava la giacca dell'abito. Gli occhi erano fissi su ciò che faceva, concentrato, come se ne io ne Elliot ci fossimo in quella stanza con lui.

Che avessi sbagliato a tenerlo fuori da quella faccenda ne ero consapevole. Ma non era stato Elliot a convincermi del tutto a farlo. Ero stata io a dover scegliere se prevenire un danno, causandone uno minore.

Preoccupata, mi trovai a studiare anche Elliot e pure lui pareva altrettanto teso.

A Edgar non piacevano quei tipi di affari, mi aveva detto. Io ero stata un'eccezione per lui e Elliot era convinto che non avrebbe mai approvato quel matrimonio, ma se avessimo tirato fuori la faccenda all'ultimo non avrebbe avuto altra scelta che stare al gioco e aveva avuto ragione.

Edgar si prese dietro il bicchiere e andò davanti alla finestra dove il suo riflesso si amalgamò a quello della città immersa nella notte. Il silenzio non dava a nessuno modo di capire il suo verdetto.

«Ti avevo detto di no, ma tu l'hai fatto lo stesso.» cominciò a parlare indolente al fratello e con gli occhi puntati fuori dalla finestra, oltre il suo riflesso. «La tua disobbedienza potrebbe facilmente passare per un tradimento.»

Arrivare a considerare le scelte del fratello un tradimento mi allarmarono eppure non dissi niente.

Elliot mi aveva avvertito.

«Ma non è tutto. Ti sei avvalso di mia moglie per avere quello che volevi.» proseguì Edgar.

«Avvalso?» intervenni irritata. «Edgar tu hai fatto la stessa cosa prendendo le veci dell'istruzione di mio fratello.» gli feci notare. «Ti ricordo che la mia opinione per te non è stata necessaria.»

Lui si voltò di scatto, incontrando i miei occhi. «Quindi l'hai aiutato per vendicarti?» sibilò, «Hai venduto la mia famiglia a quelli inglesi del cazzo...per vendicarti?» Alzò di poco la voce e Elliot balzò in piedi.

Mi venne più vicino. «Edgar.» lo chiamò, «Calmati.» gli disse pacato, «Non ha venduto nessuno. I dettagli spettano a te, né io né Irina abbiamo preso accordi che andassero oltre il matrimonio. Sarai tu a continuare le pratiche.» cercò di farlo tornare in sé ma Edgar portò lo sguardo sul fratello e non parve in vena di sentirlo.

«Silenzio tu.» disse duramente, «Avrai modo di spiegarti davanti a nostro padre. Domani.»

Mentre parlava, mi convinsi che c'era altro in quella rabbia che lo stava consumando.

Alzai la mano per toccare il braccio di Elliot per farlo spostare ma lo scatto negli occhi di Edgar non me lo permise.

Era chiaro che oltre ad essere arrabbiato per ciò che avevamo fatto alle sue spalle ci fosse una buona dose di gelosia.

Tenni le mani lontane dal fratello e feci un passo a lato. «Ha ragione, Edgar.» dissi, «Io non ho venduto nessuno.» mi difesi, «Ho soltanto dovuto scegliere la via più facile per mantenere salda la situazione. Vendetta o meno, ho visto meglio la proposta di Elliot che quella che avevi in mente tu. Era buona, ma sai meglio di me che cosa avrebbe comportato a lungo a termine.» Edgar non sembrò molto d'accordo con il mio discorso e andò a versarsi dell'altro bourbon. Sospirai arresa allora. «Edgar io lo so che saresti disposto ad andare contro chiunque per tenermi al sicuro ma non è questo ciò che voglio...non è questo ciò che voglio per il nostro futuro.»

Devotion 2 // Perfidia E Inganno //Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora