Il lunatic

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Will's pov
L'entrata di questo posto è a dir poco monumentale: non sapessi il suo reale scopo, penserei che sia un museo. L'edificio è completamente di marmo bianco adornato con delle immense finestre oscurate che ne circondano il perimetro, si estende su quattro piani e all'entrata è reso ancora più imponente da delle colonne, del medesimo colore e materiale. Si trova poco lontano da casa nostra ma, pur non essendo al centro di Boston, è circondato da decine di grattacieli e altri locali notturni
-Nominativo, per favore-
Chiede cortese una donna sulla cinquantina davanti al portone d'entrata; stiamo camminando su un immenso tappeto di velluto rosso e potrei giurare di sentirmi una cazzo di star del cinema in questo momento.
Forse pensate che dovrei essere abituato a tutto questo sfarzo essendo uno dei giocatori di hockey più amati della nazione, ma no, questa vita è totalmente diversa rispetto a quella degli sportivi: noi possiamo andare con qualche prostituta, drogarci o sfarci di alcool ma non saremo mai nè in grado di emanare questo tipo di potere tipico di questa gente, nè di essere subdoli e calcolatori come loro.
La donna dai capelli corvini, gli occhi scuri e le labbra dipinte di rosso mi squadra in maniera chirurgica per poi passare ad Eveline: alla vista della ragazza s'illumina e immediatamente ci rivolge un caloroso sorriso
-Signorina Sergeant, siamo molto lieti di riaverla qui-
La biondina risponde con un'espressione dolce ma affilata e, dalla sua borsetta incastonata di madreperle, tira fuori una mazzetta di contanti e... che Dio mi aiuti, sono migliaia di bigliettoni
-Il piacere è mio, Lise-
La donna continua a sorridere melliflua mentre, con fare cordiale, ci apre delicatamente il portone dell'edificio
-Il signor Davis la sta aspettando al piano meno uno, nella vostra stanza. George, che troverete tra qualche metro, vi consegnerà le vostre maschere. Buon proseguimento di serata-
Durante il viaggio in macchina Eve mi aveva un po' spiegato il funzionamento di questo posto: il luogo è accessibile solo a grandi esponenti della società e in particolar modo vi si riuniscono politici e star del cinema, all'ingresso ci sarà consegnata una maschera colorata a seconda del piano in cui saremo assegnati, potremo scegliere se entrare nelle stanze nudi o meno e dovremo firmare una liberatoria dove dichiareremo l'assenza di dispositivi elettronici, cimici e armi di qualsiasi tipo e la volontà di partecipare a questa esperienza.
Ci sono dei pulsanti in ogni stanza con i quali verrà immediatamente richiamata la sicurezza e il livello di riservatezza del luogo aumenta salendo verso l'alto:
tutto questo vale tranne che per il piano -1. Lì non ci sono quasi regole e solo i più importanti sostenitori di questo club possono accedervi
-Signorina, signore, io mi chiamo George e dovrei chiedervi di alzare le braccia per permettermi di rilevare la presenza di eventuali oggetti indesiderati: i miei colleghi Amy e Rick nel frattempo vi perquisiranno manualmente-
Un omone dalla pelle color carbone ci accoglie con voce calma e rigenerante e, dopo aver fatto i dovuti controlli, ci porge due maschere di pizzo intrecciate con fili dorati
-Desiderate lasciarmi i vostri vestiti?-
Chiede mentre, sia io che la biondina, indossiamo i pezzi di stoffa che ci ha appena porto. Ho ricevuto categoriche istruzioni da parte di Eve: fino a che non siamo al piano -1 devo tenere la bocca chiusa; qualsiasi cosa possa destare il sospetto della sicurezza può essere letale per il piano, quindi lascio parlare lei
-No, la ringrazio-
Risponde con voce estremamente ferma mentre l'uomo, chiarite le nostre intenzioni, ci accompagna nell'ascensore, completamente fatta di vetro, che si affaccia sul una splendida Boston notturna. Aspetto di essere totalmente soli e già partiti per recuperare il fiato che, solo adesso, mi accorgo di aver trattenuto
-Ti agiti per così poco, Dormer?-
La mangio con gli occhi mentre lei, con sguardo perso solcato da una vena di sarcasmo, guarda lo spettacolo della città che le si para davanti. Lentamente scendo perquisendo dai capelli morbidi e setosi ai suoi seni, dalla vita esile alle cosce scoperte e in veramente poco tempo riesce a farmi dimenticare di tutto ciò che ci circonda.
Ho una voglia matta di sentirla ancora, in questi giorni non ho fatto altro che a pensare a lei, al suoi sapore sulla mia lingua, alla sua pelle morbida e ai suoi gemiti: l'ho pensata sotto la doccia, nel letto, nel bagno della palestra, toccandomi nel tentativo disperato di placare la voglia che ho di lei, ma tutto ciò non ha fatto che acuirla
-Non sai quanto-
Rispondo con la voce più roca di quello che avrei voluto notasse. Proprio quando noto le sue guance colorarsi di un grazioso porpora che fa venire gli spasmi al mio uccello, le porte dell' ascensore si aprono e il peggior scenario a cui avrei mai pensato si palesa davanti a me.
Un uomo, oggettivamente molto bello, a torso nudo porge la mano alla mia donna per aiutarla ad uscire: sento ribollire il sangue nelle vene eppure, per il bene del piano, mi mordo letteralmente la lingua fino a che non sento un sapore ferroso inondarmi il palato
-Sei divina, Eve-
Quando le bacia il dorso della mano devo aver emesso un qualche verso disumano perchè noto immediatamente come si volti a guardarmi: ha i capelli corvini sistemati in un elegante ciuffo mosso che gli ricade in parte sulla fronte, gli occhi di un blu elettrico quasi alieno, il resto dei lineamenti coperti dalla nostra medesima maschera e il torace, grosso e sodo, quasi quanto il mio, completamente coperto di tatuaggi tra cui ne spicca uno che gli prende gran parte del ventre e della schiena con un mostro a tre teste. Forse l'idra?
-Non ci credo, hai portato William Dormer?-
Un sorriso mozzafiato, che spiazza anche me, sorge sulle labbra carnose e definite dell'uomo mentre io raggelo: come ha fatto a riconoscermi?
-Tranquillo, puoi fidarti di lui. Will, Cameron, Cam, Will-
Ci presenta con nonchalance la biondina mentre, molto titubante, stringo, forse un po' troppo forte, la mano dell'uomo. Sembra essere più grande di noi, forse sui 35 anni
-Sono un grande fan, signor Dormer-
-Sei da orgasmo, piccola-
Una voce femminile interrompe la conversazione mentre una ragazza fa la sua comparsa facendoci allontanare dall'ascensore. Senza neanche darmi il tempo di metabolizzare, una rossa tutto pepe si fionda su Eveline e, che il cielo mi aiuti, la bacia con un trasporto animalesco. Il mio cazzo, e sicuramente anche quello di Davis, ha un'impennata clamorosa e, appena le due si separano, l'altra accarezza dolcemente il viso della biondina per poi passarle in modo tenero il pollice sulle labbra sistemandole il rossetto. La ragazza, solo adesso ho capito, è una di quelle che lavora nel locale e, come tale, indossa solamente un perizoma di pizzo rosso, della stessa tonalità dei capelli, e due copricapezzoli a forma di cuore: ha il seno piccolo e sodo, le gambe lunghe e slanciate, la pelle candida, gli occhi scuri contornati da piccole lentiggini, il ventre snello e un culo che, devo ammetterlo, farebbe confessare i peggiori crimini agli uomini. Supera Eveline di qualche centimetro ma, nonostante ciò, rimane molto più bassa di me e Cameron
-Sono felice di rivederti, Reddie. Come stai?-
-Sto bene, piccola, tu invece? È da un anno che non vieni a trovarmi e non ti fai più sentire, pensavo ti fosse capitati qualcosa. Guarda come sei dimagrita-
Il senso di colpa inizia a divorarmi dalle viscere mentre osservo la biondina nascondere tutto ciò che è successo come se fosse nulla
-Ho avuto una piccola ricaduta, ma adesso sto bene. Perchè non andiamo alle stanze?-
Risponde solare mentre mi esorta, con un cenno del capo, a seguirla; adesso ci troviamo in un lungo corridoio che è completamente bianco adornato con piccoli ghirigori dorati e, mentre io e la rossa siamo dietro di loro, Eveline si regge al braccio nudo e statuario di Cameron, facendomi provare un moto irrefrenabile di rabbia
-E dimmi, Will, come vi conoscete tu ed Eve?-
Chiede curiosa la prostituta guadagnandosi un'occhiata languida ma anche incuriosita da Davis
-Ho accompagnato una mia amica a vedere una loro partita qualche tempo fa, ci siamo conosciuti e siamo diventati amici-
Risponde lei al posto mio, anche se non sembra essere in grado di convincere l'interlocutrice a pieno.
Vorrei davvero dire qualcosa per avvalorare la sua scusa, ma la scena che si palesa davanti a me alla fine del corridoio mi lascia completamente senza parole. In un grandissimo salone, completamente adornato di bianco come il resto dell'edificio, ci sono decine di stanze: alcune, presumo, sono normalissime camere chiuse da una porta, altre sono completamente circondate da vetri facendo vedere tutto ciò che vi succede all'interno.
Gemiti ovattati iniziano a riempire la sala e immagini erotiche e perverse all'ennesima potenza mi si palesano davanti. Mi soffermo ad osservarne una in particolare, dove, in una stanza ci sono 4 persone, tre uomini e una donna: lei è messa a novanta e gode in maniera disperata mentre un ragazzo la monta da dietro stringendola per i fianchi, un altro, sdraiatosi sotto di lei, la lecca come un disperato mentre l'ultimo le scopa la bocca in un groviglio di corpi mozzafiato.
Inizio a girare su me stesso e non riesco a distogliere lo sguardo da tutte le cose che vedo: orge, uomini che vanno con uomini, donne che vanno con donne, coppie di scambisti, pratiche sadomaso, sex toys utilizzati in modi che non avrei mai potuto immaginare, persone che semplicemente si masturbano osservando le scene che si palesano loro davanti...
Tutti però indossano le maschere: nudi, ma con le maschere.
Da quello che mi ha detto Eveline molti pezzi grossi americani vengono qui a tradire le mogli o a sfogare il loro vero orientamento sessuale: da qui nascono le migliori alleanze politiche e proprio in questo luogo loro hanno tutto da perdere.
Decine di prostitute si aggirano per la stanza cercando di coinvolgere gli altri clienti che ancora non hanno deciso come divertirsi, servendo da bere e proponendo a delle coppie interessate dei giochi per ravvivare la loro sessualità
-Ho fatto preparare la nostra stanza, Eve-
Che cosa?
-Oh bene, vorrei davvero parlarti, Cam-
Il mio autocontrollo inizia lentamente a sgretolarsi mentre il mio sguardo cade sulle mani di Davis: il bastardo, con un sorriso da capogiro, posa delicatamente la mano destra, stranamente non tatuata, sulla spallina del vestito della biondina e, lentamente, inizia a calarla lungo il braccio esile
-Oggi preferirei tenerli, i vestiti-
Immediatamente l'uomo si blocca e, alzando appena lo sguardo su di me, mi osserva per qualche secondo di troppo. Non so che cosa gli frulli nella testa ma, proprio mentre noto che si stanno conducendo in una delle stanze private, una voce mi risuona direttamente nel timpano
-Non seguirla, Dormer. Lei sa quello che fa-
Serro la mascella fino a farmi sanguinare le gengive, eppure, contro ogni mia volontà, la lascio andare

Skull       (In correzione) (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora