Gratitudine

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Eveline's pov
Ho il cuore che sembra uscirmi dal petto: sono nervosa e non ne capisco il motivo: potrebbe essere paura? Nah, non ho mai avuto paura di Will Dormer, figurati se inizio ad avercela adesso che si è un po' addolcito nei miei confronti; forse è lui che mi mette in soggezione. Ho il suo alito profumato che mi solletica le labbra e il mio corpo reagisce nell'ultimo modo che avrei voluto; mi si mozza il respiro, purtroppo non a causa della sua presa sul collo, le gambe tremano e sento qualcosa avvampare dentro di me, una sensazione che non provavo da tantissimo tempo: l'eccitazione. Sono consapevole di essere più che capace di contenere i miei impulsi ma preferisco andarmene da situazioni potenzialmente pericolose, d'altro canto William non ha di certo nascosto che gli piacerebbe "scoparmi come un animale su questo pavimento di marmo", cito testuali parole, quindi non devo fargli neanche pensare lontanamente che il suo fascino abbia qualche effetto su di me; gli poggio le mani sul petto ampio e sudato per farlo indietreggiare ma la mia vagina pare aver frainteso le mie intenzioni: inizia a pulsare e sento gli slip umidi aderire completamente alla mia intimità mentre il desiderio cresce sempre di più. Cazzo, si vede che non scopo da quasi un anno oramai. C'è elettricità nell'aria, sento la tensione che i nostri corpi irradiano, la voglia di possedersi, di sfogarsi come delle bestie, di usarci a vicenda, ma anche odio, violenza e risentimento: un cocktail letale che non fa altro che aumentare il bisogno sfrenato che ho di concedermi un po' di piacere
-Che sta succedendo qui?-
Merda. Mi scanso velocemente dal corpo di William che, dal canto suo, è rimasto immobile nella stessa posizione senza muovere un muscolo; è proprio quando torno in me e la ragione mi assale che mi rendo conto di non dover mai più provare nulla di simile per uno come Dormer. Solo nel momento in cui Ethan entra nel mio campo visivo torno lucida e inizio a sentire le cervella del mio migliore amico, di mio fratello, dell'uomo più importante della mia vita, sulla faccia: William non è altro che uno di quelli che ha contribuito ad ucciderlo, non devo più provare nulla di simile. Mi faccio ribrezzo da sola e il senso di colpa mi assale facendomi venire una forte fitta allo stomaco
-Tutto bene, Sergeant?-
Il gemello psicopatico, almeno così lo chiamo io, mi scruta con un sopracciglio inarcato mentre mi squadra da testa a piedi: devo avere un aspetto di merda in questo momento.
-Tutto okay, Dormer-
Rispondo con astio ricambiando la sua occhiata; lo osservo attentamente e mi soffermo su dettagli che fino ad adesso non avevo mai notato: ha il corpo pieno di tatuaggi, o almeno da quello che si può vedere, un fisico più esile rispetto a quello di Will ma comunque con un'importante muscolatura e sopratutto ha gli stessi occhi del fratello, verdi come le profondità del bosco e di un'intensità destabilizzante
-C'è qualche problema, Ethan?-
Chiede il gemello irritante, insolente, provocatore, testa di cazzo..
-Lima ti sta cercando, nulla di urgente, mi ha solo chiesto di dirti di andare da lui non appena avresti fatto qui-
-Lima non chiama mai per qualcosa che non è urgente-
Nella sala cala il silenzio: che cosa sta succedendo? Sposto lo sguardo confusa tra i due colossi che sono davanti a me e un senso di inquietudine mi percorre le viscere; non so perché, ma ho una paura fottuta che possano aver catturato un altro dei miei uomini
-Lei non può sentire, quando hai fatto chiudila in camera e vieni nella sala riunioni-
-Bene-
La palestra cala nel silenzio non appena Ethan esce di scena: sono confusa e spaventata, Will è strano, non mi guarda neanche e sembra pensieroso, non l'ho mai visto così; in questo momento andrebbe bene qualsiasi reazione nei miei confronti: rabbia, battute squallide, frustrazione... ma il suo silenzio mi sta dilaniando. Prima mi ha detto che è il mio unico alleato qui dentro e forse è vero: so che non tradirebbe mai i suoi fratelli per me, nè che mi darà in qualche modo le informazioni che sto cercando ma tentar non nuoce
-Se doveste catturare un altro dei miei... lo... uccidereste?-
Mi avvicino e noto dal cambiamento della sua postura come si irrigidisca accanto a me: non è difficile capire che abbia i nervi a fior di pelle
-Hai detto che qui dentro sei l'unico che ha un minimo a cuore la mia sopravvivenza: è perché hai chiaramente detto che vuoi scoparmi o perché non vuoi ammazzare nessuno?-
Finalmente Will si volta nella mia direzione e i suoi smeraldi, adesso talmente scuri da sembrare neri, si posano sulla mia figura squadrandomi da testa a piedi: non sembra che lo faccia per mettermi a disagio o che mi guardi con aria di disgusto, sembra quasi prendere veramente atto per la prima volta della mia presenza nella stanza, come se fino ad adesso avesse solamente visto un fantasma al mio posto
-A me non piace uccidere le persone, Eveline, neanche a Luke va giù questa idea: quando ho insistito per farti stare in coma l'ho fatto non perchè ci tenga alla tua sopravvivenza, è successo sia perchè non voglio sentirmi uno sporco assassino, sia perchè ho promesso a mio fratello minore che avrei evitato di farti morire; lui ha un cuore buono e puro, più di tutti noi messi insieme, non ha mai approvato a pieno il tuo rapimento ma è ci ha aiutati ed è stato cruciale nella riuscita del piano, per una volta, una sola volta nella sua vita, volevo che potesse sentire di poter contare su qualcuno-
Parla a bassa voce con un tono cupo, le braccia incrociate sul petto ampio e spoglio di tatuaggi, i capelli bagnati di sudore che gli ricadono sulla fronte e uno sguardo indecifrabile; le sue parole mi hanno davvero colpita, la lealtà verso la sua famiglia è straordinaria e ciò che sta facendo per Luke è davvero ammirevole: ero consapevole anche all'epoca dei fatti che solo Lima fosse a conoscenza dei traffici dell'azienda di famiglia ma, dato che il padre aveva reso tutti i suoi figli amministratori, il carcere per loro è stato inevitabile, ma vedere qui, adesso, il dolore negli occhi di un ragazzo innocente mi fa uno strano effetto
-Non hai risposto alla mia prima domanda-
-Non so cosa vogliano fare gli altri, non so se qualche tuo collaboratore è stato rintracciato o catturato, so solamente che farò il possibile per non renderci ancora di più degli assassini: non per te ma per noi stessi-
-Non mi sono mai aspettata che tu facessi qualcosa per me, e poi com'è che avresti insistito per tenermi in coma?-
William mi supera dirigendosi verso la porta: cammina a passo lento e nel frattempo si infila la maglietta bianca in un silenzio assordante. Non risponde alla mia domanda, ma solamente alla prima affermazione
-Però l'ho fatto-
Colpita e affondata. Mi ritrovo immobile, nella palestra dei miei rapitori, a fissare la schiena scultorea, coperta da un sottile strato di tessuto, del figlio di un delinquente con un enorme peso sulla bocca dello stomaco: non ho di certo dimenticato come mi abbia difesa con Alan e di come mi abbia risparmiato un vero e proprio stupro; la cosa che mi fa riflettere è che ai suoi fratelli non sarebbe importato nulla, lui mi ha aiutata di sua spontanea volontà, ha sfidato il suo amico solo e soltanto per me, non per pulirsi la coscienza, nè per lealtà a Luke, non a caso ricordo chiaramente di come William volesse nascondere l'intera faccenda a Ethan e Lima. Mi costa ammetterlo e, anche se a Will non lo dirò mai, gli sono estremamente grata.
-Portami in camera e vai a quella riunione-

Skull       (In correzione) (Dormer's series #1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora