Damian sbattè quindici porte, attraversò sette corridoi e salì tre rampe di scale e per finire diede un'ennesima sbattuta alle porte della sua suite. Una minuscola cameriera tiefling con la pelle blu e l'uniforme immacolata sgusciò dal bagno con una spugna in una mano e un flacone di disinfettante nell'altro.
"Signorino Pendragon?" chiese, agitata.
Damian si schiaffò una mano in faccia e ringhiò qualcosa senza senso sottovoce prima di schiarirsi la gola e sorridere alla ragazza.
"Ah, Azure. Non volevo spaventarti."
"M-me ne vado subito! Subitissimo!" esclamò la ragazza. Prima che Damian potesse dire qualsiasi altra cosa la vide scappare velocissima in bagno, recuperare il suo cestino con i prodotti per la pulizia e scomparire senza fare rumore chiudendosi la porta alle spalle.
Beh. Ok.
Damian si guardò intorno insoddisfatto e inquieto, poi finì per rimettersi nel letto ancora sfatto, steso di piatto sulla schiena con le mani incrociate dietro la testa, la posizione ottimale per osservare i fregi del soffitto.
"Che cazzo," bofonchiò ad alta voce. "Che cazzo!" ripeté dopo qualche secondo con più convinzione.
Si sentiva percorso da una leggera corrente elettrica, pieno di adrenalina che non sapeva dove convogliare. Qualcuno gli avrebbe detto di fare sport e ew, sì ok, alcuni potevano anche essere decenti ma in linea di massima l'unico sport a cui era interessato era da svolgersi proprio tra le lenzuola.
Insomma era prigioniero in casa propria. Era arrivato da poco più di una settimana dalla clinica privata segretissima in Svizzera dove l'avevano ripulito da cima a fondo sia fisicamente che mentalmente. Damian non avrebbe saputo dire quale delle due cose fosse più fastidiosa, ma propendeva per la terapia. Era un fottuto drago, non aveva bisogno di parlare dei suoi sentimenti alla gente, no? Bastava mettergli in mano una manciata di monete d'oro e ciao.
Ma no, figuriamoci. Suo padre era felicissimo di ignorare il problema - un giovane Pendragon che non mutava, il solo erede della casata e pure debosciato - ma suo zio e suo nonno? Due pigne in culo e non del tipo piacevole. La razza e il sangue e la specie e questo e quello.
Gli avevano riempito casa di deliziose cameriere di ogni razza esistente sulla terra nella speranza che una o tutte gli facessero venire un guizzo di voglia. Magari se avesse messo incinta la servitù e avesse prodotto un paio di marmocchi illegittimi avrebbe rimesso la testa a posto, secondo loro.
"Dio, che mentalità medievale. E neanche. Il Medioevo era meglio di quello che dicono tutti," si disse.
Cazzo, parlo pure da solo. Vaffanculo.
Questo perché pensavano che fosse gay, ma più provavano a mettergli una tiefling, un'elfa o una possente mezz'orchessa nel letto più fingeva di non ricordarsi cosa fare con una fica e andava a sedurre le guardie del corpo, i camerieri, persino il signor Carven una volta. (Il signor Carven aveva rifiutato, ma Damian l'aveva vista, la sua voglia e non se n'era mai dimenticato).
Era uno dei motivi per cui nessuno restava a Villa Pendragon a lungo, a parte i fedelissimi come Nuala che secondo Damian dovevano essere pagati il loro peso in oro ogni mese o avere qualche oscuro patto di sangue con la famiglia per avere il coraggio di restare. Era probabile sia il primo che il secondo caso.
E poi era arrivato quel... Cristo, solo a ripensarci gli andò a fuoco la faccia e per differenti motivi.
Rabbia, per la maggior parte, ma quella era normale. Era un drago e come tutti i draghi si incazzava per niente, ma soprattutto quando il suo territorio veniva invaso. Odiava ammettere che la Villa fosse il suo territorio, ma aveva vissuto lì per la maggior parte degli ultimi anni su cortesia dei parenti, per cui era inevitabile che alla fine lo diventasse.

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Go Down in Flames
FantasyVance Ross è un mutaforma pantera e un veterano di guerra, che tenta di sbarcare il lunario svolgendo lavoretti come mercenario per l'agenzia Vesallfold, specializzata nel collocamento di Fantastici nel mondo umano. È ferito nel corpo e nello spirit...