Capitolo 4

52 11 22
                                        


La Villa era, dal punto di vista tattico di Vance, la definizione vera di incubo.

Bella la scuderia, bellissimo il parco, per non parlare degli interni della magione, davvero splendidi. Peccato che non ci fosse alcun tipo di sicurezza. Le poche telecamere erano solo all'interno della Villa, l'esterno aveva giusto quelle due al cancello di ingresso. Il perimetro era costituito da un muro di cinta vecchio stile che sarebbe stato facilmente scavalcato da chiunque avesse avuto un po' di fegato.

La parte peggiore era che, di fronte a uno sfacelo del genere, qualcuno avesse avuto l'idea di prendersi la briga di incantare la cinta. E invece no.

Non c'erano cani da guardia o mastini infernali, ma per quello Vance non si preoccupava. Il suo naso e il suo udito erano più che sufficienti. La vista dell'enorme parco però aveva agitato la sua pantera.

Come sarebbe stato trasformarsi e poter correre a perdifiato fino a sentire i muscoli bruciare? Sentire il vento sul muso, saltare magari su un albero. Meraviglioso... tutte che cose che Vance non avrebbe mai più potuto fare.

"Mi serve un elenco del personale che lavora qui dentro, signor Carver" disse Vance, mentre rientrava nell'abitazione.

Il maggiordomo, che lo aveva seguito fino a quel momento senza particolare entusiasmo, ma con servile deferenza, annuì. "Certamente, colonnello Ross."

Vance scosse la testa. "Solo Vance, la prego. O signor Ross, se proprio deve. Non ho più i gradi da un po', ormai."

"Certamente, signor Ross" rispose Carver, all'istante. "Mi premurerò di farle avere tutta la documentazione dei dipendenti. Posso chiedere a che scopo?"

Studiò l'umano, con occhio critico. "Voglio sapere chi compra la droga a Damian Pendragon."

"Come scusi?"

"Ho detto che voglio scoprire chi compra la droga a Damian Pendragon, signor Carver." Vance si toccò un lato del naso e sorrise. "Anzi, facciamo così. Li chiami tutti qui, non appena può."

Quando il maggiordomo annuì e se ne andò, stupefatto, Vance si concesse il lusso di un sorriso, mentre cercava la strada per la biblioteca. Mentre era in biblioteca aveva sentito l'odore di polvere di fata. Era debole, probabilmente una piccola bustina nascosta tra le pagine di chissà quale libro.

Senza sapere che era un mutaforma felino, la gente tendeva a sottovalutarlo. Il naso di Vance in entrambe le forme era in grado di fiutare qualsiasi cosa e quello della droga era quel genere di odori che la gente non si premurava di levarsi di dosso, a meno che non fosse marijuana. Gli sarebbe bastato annusare discretamente tutti i dipendenti e risolvere il problema.

Damian Pendragon invece era stranamente pulito, quindi o non sapeva della presenza della droga lì, o aspettava il momento giusto per farne uso. In ogni caso Vance entrò in biblioteca e, dopo una rapida annusata, scovò il libro giusto.

La bustina era dietro, non all'interno, ottima mossa. Con un ghigno la prese e se la mise in tasca, ben deciso a vuotarla nel lavandino in bagno non appena fosse riuscito a trovare la sua camera. Nuala gli aveva detto che era di fianco a quella di Damian, no? Gli fu sufficiente seguire la debole scia dell'odore del ragazzo.

Dieci minuti più tardi e dopo aver preso una direzione sbagliata soltanto una volta, Vance trovò le stanze che gli erano state riservate. Più che una semplice camera da letto si trattava di una suite composta da quattro ambienti che a dirla tutta era due volte più grande del suo appartamento.

C'era una zona living con divano e un enorme televisore e quello che sembrava un armadietto bar in un angolo. Vance andò a controllarlo, riservandosi di tenerlo sotto chiave tutto il tempo o di farlo svuotare il prima possibile per evitare che Damian Pendragon ci mettesse le manine mentre lui non guardava.

Go Down in FlamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora