CAPITOLO 3

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Ci fecero stare tutta la mattina a scuola, avevano paura che quel «coso» ci avrebbe attaccati. Ma quel «coso» era la cosa più bella del mondo. Me lo sentivo, era Jeff the Killer e aveva ammazzato la stronza di italiano. Stima totale. Alle 12:40 ci fecero uscire regolarmente.
Tornai a casa. Mangiai quello che avevo nel mio frigorifero (quasi nulla). Decisi cosi di andare a fare la spesa.

Il supermercato era affollato. Ho sempre amato il profumo di fragole che c'era all'entrata. Le persone, tranquille, facevano la spesa. Quello che odiavo di più era vedere quei poveri bambinellli con le loro mammine che sceglievano cosa prendere. Perché a me non era mai successo. Io ero la sfortuna in casa, il disastro, il problema. Infatti poi mi hanno abbandonata. Immaginate di essere piantati in asso dalla persona che credevate vi volesse bene. Ma in fondo è meglio così. Mi hanno risparmiato una fottuta vita di sofferenze.

Stavo prendendo un po' di pane. Ero tranquilla, con le mie cuffie nelle orecchie, ignara di quello che stava succedendo dietro di me. Perché dietro di me c'era l'inferno.
Stavo pesando il pane. E una lama si appoggiò sul mio collo.

Io: pfff ahahaha che vorresti fare con quel coltellino?
Lui: ammazzarti bellezza. Go to sl...

Non fece in tempo a finire la parola che si ritrovò con un pugno in pancia. Mai mettersi contro di me.

E lui infilzò il coltello nel mio braccio. Ma non mi uccise.
Me ne uscii di li dicendogli Ci rivedremo presto Jeffino.

ChangingLife≈L'incontro con Jeff the KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora