•capìtulo veintiseis•

846 17 2
                                    

apro il cassetto alla ricerca di qualcosa di carino da poter mettere alla partita.
Cerco per più di dieci minuti, ma nulla mi attraeva più di tanto, quindi opto per dei semplici pantaloncini corti neri che utilizzavo per gli allenamenti di pallavolo in Italia; Le cose semplici sono sempre le migliori.

Scendo di sotto per avvisare mia madre
T/N: 'mamma io vado alla partita, ti va di venire? abbiamo i posti in prima fila, non dobbiamo pagare niente visto che siamo amici stretti dei giocatori' le dico per cercare di convincerla, sapendo benissimo che il suo unico blocco fossero i soldi...
Mamma: 't/n, lo sai che devo sbrigare le faccende di casa, e inoltre devo anche sistemare l armadio...' io faccio un espressione triste per poi girarmi e uscire di casa.

Appena arrivata nel porticato, aspetto 2 minuti e poi vedo arrivare la macchina della mia amica, la saluto agitando la mano in aria e mi dirigo verso di lei;
Camila: 'ciao stupenda' dice lei con i suoi giganti occhiali da sole neri che facevano illuminare il suo rossetto rosso fuoco, prima d ora non l avevo mai vista con rossetti di colori così accesi,
T/N: 'come mai oggi questo rossetto? sono gelosa' dico io scherzando, lei ridacchia leggermente per poi tornare concentrata sulla strada
Camila: 'oggi mi sento...abbastanza ottimista, sono sicura che questo rossetto farà vincere la squadra!' afferma decisa e insistente;
Io la guardo stranita
T/N: 'Cami tutto bene..?' le chiedo con un sopracciglio inarcato
Camila: 'okay l ho messo perché c'è un ragazzo della squadra avversaria abbastanza carino...voglio farmi notare dagli spalti' ammette lei timida arrossendo sempre di più
io la guardo sorpresa sorridendo allegra
T/N: 'posso sapere come si chiama il fortunato?' chiedo curiosa, lei aspetta un instante prima di rispondermi
Camila: 'da quel che ho sentito si chiama Filip. Filp Kostic'
io sgrano un attimo gli occhi e poi la fisso,
T/N: 'Cami, ha trent'anni...'
Camila: 'non vedo problema' dice lei facendo spallucce, con un sorrisetto malizioso,
io alzo gli occhi al cielo e scoppio a ridere.

Dopo pochi minuti arriviamo di fronte casa di Ester, pressa leggermente il clacson e subito la vediamo arrivare;
Ester: 'ciao bellissime!'
la salutiamo e finalmente possiamo partire.
Durante il tragitto parliamo un po' di tutto; Di quanti bei ragazzi ci fossero nella squadra avversaria e sopratutto di quanto sia stato difficile scegliere cosa mettere sotto la maglia del Barça,
T/N: 'comunque, per quanto riguarda Filip, credo che Kenan lo conosca. Posso dirgli di buttare qualche parola carina su di te se ci parlerà'
lei inizia ad urlare dalla felicità e per poco Ester non la picchiava con la sua borsetta.

Arriviamo all entrata dello stadio e, una valanga di gente ci sovrasta, creiamo una catena tenendoci per mano, cercando di non perderci.

Dopo una quindicina di minuti arriviamo all entrata e riusciamo a vedere i ragazzi che si stavano riscaldando nell immenso spazio che c era; Prendiamo posto nelle tribune, fortunatamente in prima fila, come ci aveva promesso Yamal;
Si potevano benissimo vedere anche gli avversari che si riscaldavano nell altra metà del campo, e ogni tanto il mio sguardo si incrociava con quello di Kenan, ma cercavo di distoglierlo subito.

La partita inizia, è un emozione unica, vedere tutti i giocatori che d un tratto diventavano calciatori professionisti, quando fino al giorno prima erano i tuoi migliori amici che si disperavano sopra il libro di biologia; Ero davvero fiera di loro e del loro percorso, erano riusciti ad arrivare a questo punto in così poco tempo.

Vicino di noi si siedono i genitori di Héctor con suo fratello, che subito punta lo sguardo sulle mie gambe, facendolo notare evidentemente; Sua madre gli tira uno schiaffo dietro la nuca e lui si risistema ingoiando rumorosamente;
Lancio uno sguardo d intesa con le ragazze che subito cercano di trattenere le risate.

La mamma di Héctor inizia a parlarmi del suo percorso, e proprio in quella conversazione, scopro che anche il fratello di Héctor gioca a calcio; La partita inizia, e il ragazzo di fianco a me non mi stacca gli occhi di dosso, mi inizio a sentire dei brividi su tutta la spina dorsale quando sento la sua mano poggiarsi sulla mia coscia, a quel gesto mi viene quasi spontaneo accavallare le gambe, per liberarmi dalla sua stretta senza risultare scortese, d'altronde Héctor qualche tempo fa mia avvisó del suo carattere abbastanza diretto e menefreghista.

Finisce il primo tempo e i ragazzi rientrano negli spogliatoi per rinfrescarsi; La partita continua ed Héctor riesce a segnare un gol, sento da dietro tutti urlare il suo cognome e mi si gela il sangue appena vedo puntarmi il dito sorridendo, mentre correva inseguito dai suoi compagni per tutto il campo.

Finita la partita, il Barcellona vince 2-1 contro la Juventus, un po' mi dispiace, è pur sempre stata la mia squadra del cuore sin da piccolina, ma sono comunque fiera della vittoria dei miei amici; Entrambe le quadre rientrano negli spogliatoi e agli amici e famigliari è concesso entrare per congratularsi con loro e per fare due chiacchiere, quindi prendo per mano le mie due amiche e, insieme, scendiamo dagli spalti, dirigendoci verso l entrata; Diciamo qualche informazione personale ai controllori di fronte l entrata, e una volta accettati i nostri dati e documenti, ci fanno percorrere il corridoio, fino ad arrivare negli spogliatoi.
Subito mi butto tra le braccia di Héctor baciandolo con foga, lui si stacca frettolosamente mentre faticava a respirare,
Héctor: 'piano piano, devo ancora prendere aria...' dice sorridendo
T/N: 'scusa...' continuo io timida sottovoce, sempre con un sorrisetto stampato in faccia,
Héctor: 'sei stupenda' dice d un tratto guardandomi con occhi brillanti, l unica cosa che mi viene automatica fare è baciarlo una seconda volta, ma più intensamente della prima.
non vedevo davvero l ora di tornare e festeggiare insieme a lui e la sua squadra.
Dopo che Héctor ha ricevuto gli abbracci di suo fratello, sua sorella e i suoi genitori, mi avvicino a lui non molto convinta di quello che gli stavo per dire
T/N: 'Héctor...se per te va bene io...vado a salutare Kenan nell altro spogliatoio...'
lui fa una faccia leggermente sorpresa come se non si aspettasse quell affermazione, poi balbettando tra una parola e l altra acconsente, perciò ripercorro il corridoio andando verso lo spogliatoio dell altra squadra.
Attendo un pochino prima di entrare, nella speranza di beccarlo giusto sotto il luscio della porta senza dover per forza entrare davanti a tutti; Ma purtroppo non accade....
Mi faccio coraggio e spalanco la porta ritrovandomi lo sguardo di tutti i giocatori puntati addosso...
{eii come state? spero bene, cosa ne pensate dalla situazione che si sta creando tra i protagonisti?}

complicado~Héctor Fort x T/N (italiano)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora